CLAUDE MONET PARIGI 1840-GIVERNY (FRANCIA) 1926 IL PITTORE DELLA LUCE Nella maturità, dopo aver viaggiato in Francia e in Europa, Monet si trasferisce a Giverny, nella valle della Senna: a questa fase appartengono le serie di dipinti in cui l’artista raffigura lo stesso soggetto nelle varie ore della giornata, come se fossero scatti fotografici realizzati in momenti diversi e dunque con diversi gradi di esposizione alla luce solare. Inserire la nella pittura è un’idea molto importante per la storia dell’arte europea, che apre a sperimentazioni innovative. La lunga carriera artistica di Claude Monet – mai ripetitiva, perché animata da un desiderio continuo di miglioramento della tecnica pittorica e dell’espressività comunicativa – è dominata da due aspetti principali: l’interesse per l’ , conosciuta attraverso le stampe, a cui si ispira per la semplicità delle forme e lo stile essenziale; arte giapponese lo studio delle in relazione allo scorrere del tempo, con effetti di dinamismo sulla tela del tutto originali. variazioni del colore dimensione temporale UNA STAZIONE MODERNA Il principio che guida i pittori impressionisti – rappresentare il presente e la vita quotidiana – si ritrova nel dipinto che Monet dedica a una delle architetture più all’avanguardia dell’Ottocento: la grande struttura in vetro e ferro della stazione parigina di Saint-Lazare. La sfida è rappresentare con realismo l’atmosfera in cui si muovono il treno e i passeggeri, rendendo con efficacia le che riempiono il vastissimo ambiente. Monet mostra tutta la propria abilità nel dare consistenza e visibilità agli immensi cumuli di fumo che si innalzano dalle locomotive, catturando lo sguardo dell’osservatore e facendogli quasi sentire il fischio del treno. nuvole di vapore (1877), olio su tela, 75x105 cm. Parigi, Musée d’Orsay. La Gare Saint-Lazare A PELO D’ACQUA Le ninfee crescono negli specchi d’acqua, ambienti che, riflettendo il cielo, creano più di altri e variazioni di colore. Queste piante galleggiano sulla superficie e si spostano, se pur leggermente, di continuo, incarnando così l’idea del movimento lieve ma costante, che l’artista riesce a rendere in maniera straordinaria: sembra di vedere le ninfee spostarsi sulla tela. Monet raffigura lo stagno e le ninfee con particolare vividezza, grazie a pennellate che si uniscono e si sovrappongono: in questo modo i contorni dei singoli elementi si sfaldano, comunicando all’osservatore la magia di questo singolare contesto. giochi di luce (1897-1899), olio su tela, 81,5x100 cm. Roma, Galleria Nazionale di Arte Moderna. Ninfee rosa