LEGGI L'OPERA: Forme uniche della continuità nello spazio Umberto Boccioni UN PO' DI STORIA Umberto Boccioni, allievo di Balla, incarna appieno la figura dell’artista d’avanguardia, vivace e provocatore. Quando si trasferisce a Milano, rimane affascinato dallo “spettacolo” della città industriale moderna, affollata e veloce, che diventa il tema privilegiato di molte delle sue opere. Nei suoi scritti sulla scultura futurista Boccioni afferma che “la scultura ha il compito di e sottolinea la bellezza del movimento della vita contemporanea. unire gli oggetti allo spazio circostante” 1913, bronzo, h 112 cm. Milano, Museo del Novecento. Osserva l'opera L’opera rappresenta una vigorosa figura maschile che, a grandi passi, procede marciando nello spazio. Ogni riferimento all’ambiente circostante è eliminato; anche il corpo dell’uomo tende a scomparire, poiché risulta in cavità e rilievi che creano netti chiaroscuri e profili frastagliati. Addirittura alcune parti del corpo, come le braccia, mancano completamente, perché Boccioni non è interessato a riprodurre una figura reale, ma a rendere la sensazione dello . A seconda del punto di osservazione, inoltre, l’opera presenta profili e contorni diversi: da un lato, per esempio, il torso sembra pieno e gonfio, dal lato opposto appare come un vuoto profondamente ombreggiato. In questo modo si sottolinea ancor di più quel dialogo strettissimo tra la scultura e lo spazio che Boccioni ricerca nella sua arte. scomposto spostamento nello spazio Confronta Giacomo Balla, (1912), olio su tela, 125x125 cm. Milano, Museo del Novecento. Bambina che corre sul balcone Anche Balla, maestro di Boccioni, cerca di fissare sulla tela il movimento, ma con un metodo diverso: Boccioni rende il senso del moto scomponendo le immagini in linee, superfici o volumi, Balla replica in sequenza il soggetto (in questo caso una bambina), come se si trattasse di scatti fotografici successivi.