ARTURO MARTINI TREVISO 1889-MILANO 1947 L’ESSENZIALITÀ DELLA SCULTURA Dalla nativa Treviso, Martini si trasferisce in molte città italiane, tra cui Roma e Venezia; nel 1933 si sposta definitivamente a Milano, dove realizza molti dei suoi capolavori e dove morirà nel 1947. La sua produzione spazia dalle piccole sculture in terracotta alle statue in legno o in bronzo, alle grandi figure monumentali scolpite nella pietra. Le sue opere mostrano uno stile del tutto originale e carico di inventiva. Martini modella , ritratti in atteggiamenti spontanei o in posizioni insolite. I volti dei suoi personaggi sono spesso soltanto accennati e le figure sembrano quasi elementari, ma la sua scultura è . corpi tesi e allungati umana e vitale UNA SETE PRIMORDIALE Un ragazzo beve accostando la bocca a una ciotola; il suo corpo è nudo e la sua posa molto spontanea, con la testa spinta all’indietro e i gomiti rivolti all’esterno. La figura modellata nella terracotta è semplice ed essenziale e ricorda le : l’atto del dissetarsi assume il valore di un gesto antico quanto il genere umano. sculture primitive (1926), terracotta, h 150,5 cm. Milano, Pinacoteca di Brera. Il bevitore IL VOLO DELL’ANGELO In questa grande scultura di pietra Martini reinterpreta in modo innovativo il tema tradizionale dell’Annunciazione. Anziché riproporre il consueto dialogo tra l’arcangelo Gabriele e la Madonna, fermi l’uno di fronte all’altra, l’artista crea una composizione verticale molto : l’angelo scende dall’alto passando davanti alla Vergine, che è colta di sorpresa con le braccia alzate e il capo ricoperto da un velo gonfiato dal vento. dinamica (1933), pietra, h 275 cm. Milano, Museo del Novecento. Annunciazione