la sintesi La Scapigliatura La Scapigliatura polemica antiborghese arte totale dualismo Corrente letteraria che aspira a un arte totale capace di legare in maniera inedita letteratura, pittura, scultura, musica e teatro, la Scapigliatura si sviluppa in particolare a Milano tra il 1860 e il 1880. A indicare questa corrente, il termine viene utilizzato per la prima volta in un articolo di Cletto Arrighi del 1857 e si collega al francese bohème. La Scapigliatura si caratterizza per la polemica antiborghese, la ribellione all ordine costituito, la protesta sociale (attuata secondo un generico umanitarismo) e per molti versi si configura anche come un fenomeno di costume. I TEMI Momento di transizione tra il vecchio e il nuovo, in ambito letterario la Scapigliatura riprende e rielabora tematiche del Romanticismo, oltre ad anticipare motivi e forme del Decadentismo. Gli scrittori scapigliati ricercano in modo programmatico lo scandalo e rifiutano il bello, prediligendo un repertorio che si nutre di temi orridi, mortuari e sepolcrali. L accento posto su questi aspetti ripugnanti dell esistenza umana è anche indice di disperazione interiore. In tale contesto la figura femminile cessa di essere una presenza salvifica e assume tratti vampireschi e satanici. Nei confronti del Positivismo gli Scapigliati nutrono sentimenti ambivalenti: attratti per un verso dalla scienza e dal progresso in quanto forze in grado di dissipare l ignoranza e l oscurantismo della religione, ne sono per un altro spaventati in ragione della mortificazione che esso impone al loro bisogno di assoluto. Questa scissione tra passato e futuro, tra spirito e materia, si traduce per gli Scapigliati, vittime di angosce e frustrazioni, nell incapacità di vivere nel presente. Sul piano della lingua e dello stile si avverte nelle opere scapigliate una moderata innovazione: l apertura verso il lessico dei mestieri, degli oggetti d uso e della scienza rimane infatti limitata e circoscritta all interno dei modelli letterari della tradizione. EMILIO PRAGA Di famiglia benestante, Emilio Praga (1839-1875) compie studi pittorici e letterari. La sua breve vita, segnata dalle difficoltà economiche e dall alcolismo, trova rispondenza in opere in cui la provocazione sociale e l esaltazione dei sensi si alternano a slanci idealistici e al richiamo alla purezza infantile. Tavolozza (1862) è la sua prima raccolta poetica, cui seguono Penombre (1864), Fiabe e leggende (1867) e Trasparenze (uscita postuma ribellione nel 1878), titoli rivelatori dell importanza del rapporto tra pittura e poesia nella sua poetica. ARRIGO BOITO Nato a Padova, Arrigo Boito (18421918) studia a Venezia prima di trasferirsi a Milano, dove si diploma in composizione al conservatorio nel 1861. Amico di Emilio Praga, con cui partecipa alla Terza guerra d indipendenza, è nominato senatore nel 1912. Noto per i libretti scritti sia per opere da lui stesso musicate (Mefistofele, Nerone) sia per altre di Giuseppe Verdi (Otello e Falstaff), Boito è anche autore di racconti (L alfier nero e Iberia, 1867; Il pugno chiuso, 1870; La musica in piazza, 1870-1871; Il trapezio, 1873-1874) e poesie (Il libro dei versi, 1877). La sua produzione è dominata dal dualismo e dal contrasto, tanto a livello di contenuti quanto sul piano formale, ma anche percorsa da una forte componente ironica e sarcastica antiromantica. IGINO UGO TARCHETTI Iniziato alla carriera militare dopo gli studi liceali, Tarchetti (1839-1869) mostra subito insofferenza verso la vita del soldato. Ottenuto un periodo di aspettativa dall esercito, lo abbandona definitivamente nel 1864 e si stabilisce a Milano. Entrato in contatto con gli ambienti scapigliati, conduce un esistenza turbolenta, contraddistinta da un intensa attività letteraria. Malato di tisi, muore a trent anni, ospite dell inseparabile amico Salvatore Farina. Autore di scritti teorici, racconti e poesie, Tarchetti è ricordato in particolare per i romanzi Una nobile follia. Drammi della vita militare (1866-1867), opera antimilitarista, e Fosca (1869), entrambi attraversati dai temi della morte e della pazzia. CARLO DOSSI Nato nell Oltrepò pavese, Carlo Dossi (1849-1910) dopo gli studi in legge intraprende una fortunata carriera diplomatica. L altrieri (1868) è il suo primo libro, cui segue Vita di Alberto Pisani (1870), continuazione del precedente. La desinenza in A (1878) e Amori (1887) sono riflessioni sul mondo femminile condotte su un piano ironico e surreale. Goccie d inchiostro (1881) è una raccolta di racconti brevi, mentre Note azzurre (pubblicato postumo nel 1912) si presenta come uno zibaldone in cui Dossi annota pensieri, incontri e letture. Sperimentalismo e plurilinguismo caratterizzano la sua scrittura, rivelando non solo un accentuato antimanzonismo ma anche insofferenza ideologica verso le ipocrisie della società borghese. 123