La Scapigliatura 1 I luoghi e i protagonisti Milano capitale della cultura Il centro propulsore della Scapigliatura è Milano. Il capoluogo lombardo, già in epoca illuministica aperto agli scambi culturali anche con l estero, vive a partire dalla metà dell Ottocento profondi mutamenti nell assetto dei rapporti sociali, dovuti al rapido processo di industrializzazione; inoltre nel primo decennio postunitario Milano è la capitale italiana dell editoria e del giornalismo, e gli scrittori vi possono trovare occasioni di lavoro attraverso le collaborazioni con quotidiani e periodici. La nuova pubblicistica Gli autori della Scapigliatura trovano proprio nella pubblicistica di quegli anni una fonte di sostentamento materiale; anzi, si può dire che la loro sia la prima generazione di letterati che riesce a vivere del proprio lavoro di scrittura, nell ambito della nascente industria editoriale. Scrivere su riviste e giornali consente inoltre di raggiungere un pubblico più ampio di quello che, tradizionalmente, si limitava alla lettura dei libri. Gli autori A Milano sono attivi, tra gli altri, il precursore della Scapigliatura Giuseppe Rovani e poi Cletto Arrighi, Emilio Praga, i fratelli Arrigo e Camillo Boito, il piemontese Igino Ugo Tarchetti, Antonio Ghislanzoni e Giulio Pinchetti. Di Pavia ma vivrà spesso all estero seguendo la carriera diplomatica è Carlo Dossi. La Scapigliatura oltre Milano «Senza Milano , ha scritto il critico Giuseppe Farinelli, «non ci sarebbe stata la Scapigliatura . Infatti, se ci sarà una Scapigliatura piemontese, una ligure, una veneta, una emiliano-romagnola, fino a una campana e a una siciliana, non verrà mai messo in discussione il ruolo di casa madre attribuito a Milano. Intensi, in particolare, sono i rapporti tra la Scapigliatura milanese e quella piemontese, anche se la prima, a contatto con la realtà industriale e con il tessuto urbano della metropoli, sviluppa un forte impegno contestatario, mentre la seconda conserva una specificità provinciale, che si traduce in una maggiore cautela ideologica. 2 Nascita di un termine per vite ai margini Scapigliatura come bohème Il termine scapigliatura , con l aggettivo derivato, scapigliato , si trova già, sia pure con diverse accezioni, in Dante, Boccaccio, Ariosto, Machiavelli, Parini, fino ad arrivare a Manzoni (che lo utilizza nell edizione dei Promessi sposi del 1827). Dal Cinquecento in poi prevale il significato di vita spensierata e moralmente equivoca . L uso della parola in riferimento al movimento dei giovani scrittori e intellettuali milanesi compare per la prima volta in un articolo pubblicato da Cletto Arrighi nel 1857 (che verrà ripreso come prefazione all edizione del 1862 del suo romanzo La scapigliatura e il 6 febbraio). Lo scrittore collega il vocabolo italiano a quello francese bohème, letteralmente vita zingaresca (all epoca gli zingari giungevano in Francia per lo più dalla Boemia). A Parigi, verso la metà dell Ottocento, si definivano bohémien quei giovani artisti, scrittori e poeti che rifiutavano le norme e le convenzioni della società borghese, praticando invece stili di vita meno convenzionali e regolari. Sarà un opera lirica, La bohème (1896) di Giacomo Puccini, a diffondere presso il grande pubblico la conoscenza di questo eccentrico modo di vivere, attribuendogli una patina di fascino romantico. 85