Il primo Novecento to Ribbentrop-Molotov, agosto 1939), Hitler invade anche la Polonia (1° settembre). Gran Bretagna e Francia non possono più temporeggiare, e il 3 settembre 1939 dichiarano guerra alla Germania: è l inizio della Seconda guerra mondiale (1939-1945). Qualche mese dopo, nel giugno del 1940, anche l Italia entra nel conflitto. Il paese è impreparato dal punto di vista militare, ma Mussolini confida in una rapida vittoria dell alleato tedesco. Le cose andranno molto diversamente da come egli ha immaginato. 2 La cultura La crisi dell oggettività L età dell incertezza Le grandi certezze e la fiducia nel progresso che avevano caratterizzato la cultura europea ottocentesca si erano già incrinate alla fine del secolo. Ora, nei primi decenni del Novecento, proprio mentre la scienza e la tecnologia modificano la vita dell individuo e della collettività in una misura mai vista prima, si afferma la convinzione che la realtà non sia oggettivamente conoscibile e inquadrabile entro rigide categorie. La relatività del tempo secondo Bergson Le categorie di spazio e tempo tra le questioni più dibattute nella storia della filosofia vengono messe nuovamente in discussione. Già il filosofo francese Henri Bergson (1859-1941) aveva formulato un concetto di tempo non riconducibile alla nozione fisico-matematica, che lo interpretava come una serie di istanti uguali e separati l uno dall altro. Questa, dice Bergson, è un idea spaziale del tempo, immaginato appunto come una lancetta che si sposta sul quadrante di un orologio, percorrendo una distanza ben definita. Tutt altra cosa è il tempo percepito dalla coscienza individuale: esso non è successione di istanti uguali, ma un flusso continuo, una «durata in cui i diversi momenti si sovrappongono e si compenetrano. La conoscenza del tempo, insomma, non è qualcosa di oggettivo, ma è relativa all esperienza individuale. La precarietà della conoscenza: la meccanica quantistica Non è solo la filosofia a mettere in discussione la conoscenza oggettiva della realtà. L interpretazione meccanicistica della natura e gli stessi tradizionali fondamenti della fisica vengono ridiscussi proprio dai protagonisti del pensiero scientifico dell epoca. Le ricerche condotte dal tedesco Max Planck (1858-1947) sono in questo senso rivoluzionarie. La fisica classica riteneva che la materia fosse costituita da particelle discontinue, microscopici corpuscoli a sé stanti e non ulteriormente divisibili; l energia era invece interpretata come un onda, un flusso continuo infinitamente divisibile. La teoria dei quanti elaborata da Planck e applicata ai fenomeni luminosi dallo scienziato tedesco Albert Einstein (1879-1955) fin dal 1905 afferma invece che anche l energia è formata da quantità discrete (cioè separate, non continue) di materia, dette appunto quanti . Il danese Niels Bohr (1885-1962) si accorge poi che la luce si presenta talvolta come fenomeno corpuscolare e talvolta come fenomeno ondulatorio (principio di complementarità): a Albert Einstein all inizio degli anni Trenta nel seconda dello strumento impiegato nell osser- corso di una lezione al CalTech di Pasadena, vazione, è visibile l uno o l altro aspetto. Infi- California. 30