Il primo Novecento 5 Gli autori e i testi Grazia Deledda La vita Grazia Deledda nasce a Nuoro nel 1871. Di famiglia discretamente abbiente, compie pochi studi regolari, formandosi sostanzialmente da autodidatta. Esordisce giovanissima con novelle e romanzi pubblicati su giornali e riviste. Nel 1900 sposa un impiegato di Roma, Palmiro Madesani, da cui avrà due figli. Grazie al matrimonio può lasciare quel mondo provinciale che sentiva sempre più stretto; trasferitasi nella capitale, allaccia contatti e relazioni che le permettono di ottenere visibilità e apprezzamenti critici. La sua fortuna culmina nel 1926 con l attribuzione del premio Nobel per la letteratura. Muore a Roma nel 1936. Le opere La prima fase Dopo l esordio del 1892 con il romanzo Fior di Sardegna, la prima notorietà viene alla Deledda dal romanzo Anime oneste (1895), cui seguono, tra gli altri, La giustizia (1898), Elias Portolu (1903), Cenere (1904), L edera (1908), Canne al vento (1913). In questa prima fase della sua opera, di sapore veristico, si trova il motivo dell ansia di riscatto dal male un riscatto in realtà impossibile inserito in una visione religiosa e a tratti cupa della vita e sullo sfondo di una rappresentazione, più lirica che realistica, della natura e del paesaggio della sua Sardegna. La seconda fase Con le novelle della raccolta Chiaroscuro (1912) e con i romanzi successivi tra i quali Il segreto dell uomo solitario (1921), Il Dio dei viventi (1922), Annalena Bilsini (1927), La vigna sul mare (1932), Cosima (uscito postumo nel 1937) si delineano i tratti distintivi del secondo periodo della scrittrice. Affrancatasi ormai da ogni regionalismo, Grazia Deledda fa suoi certi aspetti della sensibilità e del gusto propri del Decadentismo. Fra gli autori da lei prediletti, del resto, non vi sono soltanto Verga e i romanzieri russi, ma anche Gabriele d Annunzio. La problematica definizione critica Ponendosi a cavallo tra Verismo e Decadentismo, l arte della scrittrice è difficile da collocare in modo univoco nel panorama letterario italiano. Le stesse definizioni di autrice verista o decadente sono problematiche; da una parte, infatti, l interesse per il folclore e il regionalismo sembra essere l espressione, più che di un approccio verista, di un romanticismo di fondo, che mira a una rappresentazione lirica di ambienti, paesaggi e personaggi, raffigurati in modo pittoresco e stilizzato come parte di un mondo primitivo e favoloso; sull altro versante, il suo lirismo è «ingenuo, e non decadentistico (Sapegno), derivando da una concezione della vita intrisa di superstizione, religione e senso della magia. I temi e i toni drammatici della narrativa deleddiana letti un tempo come la reazione di una sensibilità verista di fronte alla crisi socioeconomica che, sul finire dell Ottocento, dà inizio alla dissoluzione della società tradizionale sarda sotto i colpi dell avanzante industrializzazione vanno piuttosto attribuiti a una visione esistenziale tragica e religiosa. Se l autrice ha insistito tanto a lungo su modi solo in apparenza veristi, è perché in quella direzione si attardava la moda letteraria del tempo. Nel corso del Novecento, la stessa scrittrice avvertirà le mutate esigenze del gusto, cercando di adattarvisi. 302