la sintesi La narrativa italiana del primo Novecento La narrativa italiana del primo Novecento inettitudine realismo psicologico realtà sociale realismo magico L ESAURIRSI DEL DECADENTISMO La ripresa delle esperienze del Decadentismo europeo è una delle tendenze letterarie del primo Novecento italiano, che le rielabora con accenti originali pur se con moduli narrativi e scelte espressive ottocenteschi. La prima fase della produzione della sarda Grazia Deledda (1871-1936) è di sapore verista: su uno sfondo regionale e folclorico, storie di passioni elementari animano un mondo segnato dal peccato e dal male; l autrice rappresenta tale universo con accenti fatalisti e cupi, senza la speranza di un riscatto. Una seconda fase si colloca invece nel solco di d Annunzio e di Fogazzaro. Per la scrittrice la notorietà arriva solo nei primi decenni del Novecento, e nel 1926 riceve il premio Nobel per la letteratura. IL ROMANZO DELLA CRISI Tra le due guerre mondiali emerge il realismo psicologico di autori i quali, richiamandosi a temi, strutture e forme del romanzo europeo d inizio secolo, esplorano le angosce e le nevrosi che destabilizzano l uomo moderno. Rubè (1921) di Giuseppe Antonio Borgese (1882-1952) ritrae un personaggio inetto e inquieto, e critica le mitologie dannunziane dell estetismo e del superomismo. Il tema dell inettitudine è presente anche nelle opere del senese Federigo Tozzi (1883-1920): i suoi personaggi sono caratterizzati dall ansia di analisi e di indagine della propria realtà interiore. Inappagati dalle certezze del senso comune, essi subiscono la casualità degli eventi e sono incapaci di determinare il proprio destino, e perciò condannati al disagio e al fallimento esistenziale. Romano Bilenchi (1909-1989) è autore di Conservatorio di Santa Teresa (1940), romanzo incentrato sull interiorità del protagonista, un bambino, e sulla sua scoperta del mondo. Lo stile di Bilenchi è originale, con un periodare lento e rarefatto ma senza i vezzi di certa prosa d arte del tempo. Attento ai problemi esistenziali e al disagio interiore è Alberto Moravia (1907-1990), che con Gli indifferenti (1929) anticipa le tematiche dell Esistenzialismo europeo. Qui e in romanzi successivi Moravia ritrae la borghesia mostrandone l opportunismo, il cinismo e la decadenza morale. Egli imprime una svolta in senso realista alla letteratura italiana: la sua narrativa rifiuta qualsiasi elemento fantastico, e la sua lingua è priva di ornamenti o astrazioni. L EVASIONE FANTASTICA Dagli anni Trenta si sviluppa il genere fantastico, ispirato in particolare da Kafka. L immaginazione sostituisce la razionalità, dando vita a mondi alternativi in cui si proiettano angosce visionarie. Massimo Bontempelli (1878-1960) propone una narrativa in cui la realtà si trasfigura in mito, favola, magia. La sua poetica è definita realismo magico , un realismo che evade in un mondo irrazionale e surreale. Dino Buzzati (1906-1972) è autore di alcuni romanzi e di moltissimi racconti dove i motivi dell ansia e dell angoscia esistenziale assumono figurazioni fantastiche e inquietanti. Per Tommaso Landolfi (1908-1979) il fantastico è lo strumento ideale per una riflessione critica sulla realtà e per demistificare il mondo borghese. un autore dall inventività bizzarra, e la sua produzione è connotata dalla complessità e dalla stratificazione di temi e forme: da una prima fase di scrittura narrativa passa al romanzo di fantascienza e poi a opere diaristiche. VERSO IL NEOREALISMO Dagli anni Trenta emerge anche l esigenza di confrontarsi con la realtà sociale italiana. La rivista Solaria (1926-1936) propugna un ritorno a narrazioni più solide per struttura e contenuti, e contribuisce alla diffusione di autori come Proust, Kafka e Svevo. Molti scrittori di area solariana sono attenti alla realtà storica e sociale dell Italia centromeridionale. La narrativa del molisano Francesco Jovine (1902-1950) muove dalla tradizione verista verghiana e vi aggiunge il motivo della memoria personale e un alone lirico-favoloso. Il calabrese Corrado Alvaro (1895-1956) innesta i temi dell umanità, della libertà e della giustizia su un fondo al contempo verista e favoloso, filtrando la realtà attraverso il simbolo e la memoria. In romanzi come Fontamara (1933), l abruzzese Ignazio Silone (1900-1978) è sensibile ai limiti della giustizia umana e si richiama ai valori di un cristianesimo evangelico. Cristo si è fermato a Eboli (1945) del torinese Carlo Levi (1902-1975) è il racconto veridico e insieme favoloso del confino in Lucania cui l autore è stato condannato negli anni 1935-1936 per attività antifascista. L opera è il ritratto poetico, morale e sociale di un mondo contadino immerso nella miseria, erede di un passato arcaico e ancora legato a pratiche magiche e rituali. L esperienza del confino è vissuta da Levi anche come opportunità di conoscenza e di denuncia sociale del Sud più chiuso ed emarginato. Il napoletano Carlo Bernari (1909-1992) è autore di Tre operai (1934), una delle prime opere italiane a raccontare il mondo della fabbrica dal punto di vista dei lavoratori. Nel 1941 il siciliano Elio Vittorini (1907-1966) pubblica Conversazione in Sicilia, romanzo in cui i motivi del simbolo e della memoria prevalgono su quelli storico-sociali. 339