la sintesi La poesia italiana del primo Novecento arte pura espressionismo La poesia italiana La Ronda impressionismo del primo Novecento La Voce All inizio del Novecento si sviluppano sperimentazioni e indirizzi formali attorno alle riviste La Voce e La Ronda . La Voce , fondata a Firenze nel 1908 da Giuseppe Prezzolini, è pubblicata fino al 1916; tra il maggio e il dicembre del 1915 esce un edizione politica. Sul piano filosofico la rivista si schiera contro il tardo Positivismo, mentre su quello politico contro il moderatismo e il trasformismo di Giolitti. Tuttavia, in essa confluiscono idealismo crociano, spiritualismo laico e cattolico e tendenze irrazionalistiche, un eterogeneità che darà origine a contrasti ma anche a un fecondo lavoro collettivo. Allo scoppio della Prima guerra mondiale La Voce si trasforma in rivista esclusivamente letteraria. La poetica vociana accomuna poeti e prosatori: predilezione per i contenuti autobiografici, tendenza all abbandono emotivo, rifiuto delle strutture della poesia tradizionale, impressionismo soggettivistico ma anche, all opposto, un certo espressionismo. I vociani vagheggiano un arte pura e adottano il frammentismo come stile formale. Nel primo dopoguerra inizia a Roma la pubblicazione del mensile La Ronda , che uscirà tra il 1919 e il 1922, con un numero isolato nel dicembre 1923. Gli scrittori rondeschi esprimono interessi esclusivamente letterari. Dopo le sperimentazioni delle avanguardie, essi auspicano un ritorno all ordine e alla tradizione classica sul piano dello stile. I principali membri del gruppo sono soprattutto prosatori (Emilio Cecchi, Antonio Baldini, Riccardo Bacchelli) che si esercitano nella descrizione raffinata della realtà: è una scrittura che esaurisce gran parte della propria funzione nello stile più che nei contenuti. invece soprattutto un poeta, Vincenzo Cardarelli, l esponente di spicco della rivista (per un certo periodo anche suo direttore). CLEMENTE REBORA Nasce a Milano nel 1885. Insegnante di Lettere, la sua carriera è interrotta dalla chiamata alle armi, per essere ripresa dopo la fine della guerra. Collabora con le riviste La Voce e Riviera Ligure e traduce dal russo. Nel 1929 si converte al cattolicesimo e nel 1936 è ordinato sacerdote. Muore a Stresa nel 1957. Già nella raccolta poetica d esordio, Frammenti lirici (1913), è presente la ricerca di assoluto che torna in tutta la sua produzione, in particolare nei Canti anonimi (1922). Nelle liriche degli ultimi anni la poesia di Rebora è espressione di un profondo colloquio con Dio: Poesie (1947), Via Crucis e Curriculum vitae (1955), Gesù il fedele e Canti dell infermità (1956). Il suo stile è basato sulla pregnanza della parola e su un linguaggio aspro e dissonante che spesso collaborano verso esiti di forte violenza espressiva. Rebora è riconosciuto come il massimo esponente dell espressionismo vociano. frammentismo DINO CAMPANA Nato nel 1885 a Marradi (Firenze), dopo il liceo frequenta le Università di Bologna e di Firenze ma, incapace di adattarsi alla normalità borghese, preferisce viaggiare e svolge i mestieri più diversi. Fra il 1913 e il 1914 frequenta i circoli fiorentini della Voce e di Lacerba . Dopo un tentativo di arruolarsi e altri insuccessi, trascorre gli ultimi anni di vita nel manicomio di Castel Pulci (vicino a Firenze), dove muore nel 1932. Dopo l esordio su alcuni fogli goliardici bolognesi, negli anni fiorentini Campana presenta alla Voce un manoscritto che però viene smarrito; l autore è costretto a ricomporre i testi a memoria e li pubblica a sue spese nel volume Canti orfici (1914). Le liriche di Campana prendono spesso avvio da uno spunto realistico che viene trasfigurato in chiave visionaria. Il suo linguaggio si basa su intuizioni, immagini, folgorazioni improvvise e sulla rinuncia a ogni coerenza logico-razionale e discorsiva. CAMILLO SBARBARO Nasce a Santa Margherita Ligure (Genova) nel 1888. Collabora a varie riviste e durante la Prima guerra mondiale è ufficiale dell esercito. Nel dopoguerra, abbandonato l insegnamento del greco e del latino per evitare di giurare fedeltà al fascismo, si dedica alla raccolta di muschi e licheni e alle traduzioni dal greco e dal francese. Muore a Savona nel 1967. La prima raccolta di versi è Resine (1911), cui segue Pianissimo (1914). Nel 1955 dà alle stampe Rimanenze e nel 1958 Primizie. Volumi di prose liriche sono Trucioli (1920), Liquidazione (1928), Fuochi fatui (1956), Scampoli (1960), Gocce (1963), Quisquilie (1967). Partecipe del frammentismo, Sbarbaro vi rimane fedele anche oltre la fine della stagione vociana. Le sue liriche trasmettono un senso di smarrimento e di dolore esistenziale. Lo stile in realtà non disdegna i metri tradizionali: agli endecasillabi sciolti si alternano quaternari, settenari e novenari, con una scrittura sorprendentemente moderna. VINCENZO CARDARELLI Nasce a Corneto Tarquinia (Viterbo) nel 1887. Autodidatta, lavora a Roma dal 1906 al giornale Avanti! . Nel 1919 è tra i fondatori della rivista La Ronda e nel secondo dopoguerra è condirettore della Fiera letteraria . Muore a Roma nel 1959. La sua prima raccolta di poesie, prose liriche e frammenti, è Prologhi (1916, poi ripresa, con altri componimenti, nel volume Poesie del 1942), in cui si rivela il suo autobiografismo interiore; lo stile è caratterizzato da chiarezza espressiva e compostezza formale. Alla base della sua poetica, nonostante il fondo sensuale, ancora decadente, vi sono la restaurazione classica e il ritorno a Leopardi, intesi come freno al dannunzianesimo e all impressionismo dei vociani. Le prose (Favole e memorie, 1925; Il sole a picco, 1929; Il cielo sulle città,1939) seguono i canoni rondeschi, di cui egli è il principale teorico. 427