Il primo Novecento – L'autore: Eugenio Montale la mappa (1896–1981) Eugenio Montale Poetica il poeta non può fare altro che registrare la «condizione umana» la parola poetica è tanto più cristallina quanto più lo sguardo del poeta è distaccato e presbite, quanto più è vicino alla «divina Indifferenza» oggetti, situazioni ed eventi sono correlativi oggettivi dello stato d’animo del poeta a tratti, e senza portare illusioni durature, una verità si rivela nel caos indecifrabile del reale, improvvisa e insperata come un «miracolo» alla figura femminile è attribuito il ruolo salvifico di angelo o di guida nell’oscurità dell’esistenza individuale e della Storia la concentrazione semantica del linguaggio poetico, lo stile alto e le scelte lessicali precise e stranianti insieme contribuiscono a trasmettere una visione astratta e disincantata del mondo Ossi di seppia il «male di vivere» l’aridità del paesaggio ligure rispecchia la condizione esistenziale del poeta la rinuncia alle emozioni, la «divina Indifferenza» come rimedio al dolore un «miracolo» a volte interrompe il corso delle cose dando un senso alla realtà Le occasioni le figure femminili e la pluralità di scenari l’amaro pessimismo e il rifugio nella letteratura la donna assente invocata come un angelo redentore a cui affidarsi l’estrema asciuttezza e cripticità, la complessità di lessico e sintassi La bufera e altro gli scenari funebri: orrori della guerra e lutti personali Clizia come « », nuova Beatrice che può portare luce nelle tenebre visiting angel la fiducia nella sopravvivenza della poesia i simboli di difficile codificazione, il plurilinguismo tendente ai toni alti Satura la molteplicità e varietà di temi le poesie dedicate alla moglie, la Mosca, nelle due serie di Xenia l’abbassamento del tono, più prosastico i termini del linguaggio quotidiano, la semplificazione della sintassi Ultime raccolte Diario del ’71 e del ’72 Quaderno di quattro anni L’opera in versi