la sintesi Ermetismo e dintorni Ermetismo e dintorni poesia pura parola assoluta agnosticismo Movimento poetico e critico fiorito a Firenze negli anni Trenta del Novecento intorno alle riviste Il Frontespizio e Campo di Marte , l Ermetismo prende le mosse dalla cosiddetta poesia pura di Ungaretti e Montale. Sull onda della poetica simbolista, i due poeti si erano infatti affrancati dalla retorica dannunziana e da ogni condizionamento ideologico e politico, e questo loro agnosticismo nei confronti della realtà esterna si ritrova come carattere comune in tutti gli autori che in vario modo possono essere ricondotti all Ermetismo. Con la pubblicazione delle raccolte Acque e terre (1930) e Oboe sommerso (1932) emerge una terza figura emblematica, quella di Salvatore Quasimodo, di pochi anni più giovane di Ungaretti e Montale, considerato il caposcuola del movimento. La nuova poetica afferma l idea della «letteratura come vita , intendendo per vita la realtà più intima dell individuo, la coscienza di sé stessi. Dunque la poesia è considerata una palestra formativa dell uomo, un punto di riferimento filosofico e spirituale, e al poeta è affidata la responsabilità di ricercare la verità attraverso il simbolo. L orientamento degli autori che fanno capo all Ermetismo è per lo più uno spiritualismo di matrice cattolica e un pensiero filosofico riconducibile all Esistenzialismo; i tratti stilistici che li accomunano sono l essenzialità e l estrema elaborazione formale, che si traducono spesso in una difficile leggibilità dei testi, quando non in una vera e propria oscurità. Gli Ermetici adottano il verso libero, usano parole allusive ed evocative, riducono i nessi grammaticali e logici, concentrando il dettato, e impiegano diffusamente l analogia. Per tali ragioni la loro poesia può sembrare priva di immediatezza, intellettualistica, incapace di uscire da un angusta area di iniziati. In ciò risiede il limite oggettivo di questo movimento, che ne spiega il precoce esaurirsi nell arco di due decenni. Ma l inclinazione a intendere la poesia come un esercizio sul linguaggio, ad affermare la parola assoluta, libera da condizionamenti esterni, resta una cospicua eredità, da cui attingeranno molti poeti successivi. SALVATORE QUASIMODO Nato a Modica (Ragusa) nel 1901, Salvatore Quasimodo trascorre l infanzia in Sicilia, dove frequenta scuole tecniche (apprenderà poi da sé le lingue classiche). Dopo vari lavori e un lungo periodo trascorso come dipendente del Genio civile a Reggio Calabria, si stabilisce infine a Milano, dove, nominato analogia oscurità professore per chiara fama , dal 1941 insegna Letteratura italiana al conservatorio Giuseppe Verdi. Nella sua poesia i temi del dolore, della solitudine esistenziale, della nostalgia per la terra d origine, dell infanzia e degli affetti familiari sono resi con un linguaggio aspro e spesso oscuro. Dopo una fase decisamente ermetica , espressa nelle raccolte Oboe sommerso ed Erato e Apòllion, il suo lavoro poetico trova una voce più chiara nel volume Ed è subito sera, pubblicato nel 1942, due anni dopo le magistrali traduzioni di versi di poeti classici riunite nell antologia Lirici greci. Questa esperienza di traduttore indirizza la sua opera verso uno stile più limpido e una maggiore aderenza alla realtà sociale e storica. Nel 1959 riceve il premio Nobel per la letteratura. Muore improvvisamente a Napoli nel 1968. VITTORIO SERENI Nato a Luino (Varese) nel 1913, Vittorio Sereni si trasferisce a Milano a vent anni. Qui si laurea in Estetica, insegna poi nei licei, lavora all ufficio stampa e propaganda della Pirelli e infine entra nella direzione editoriale della casa editrice Mondadori. La sua formazione poetica avviene nell ambito della rivista milanese Corrente e delle riviste fiorentine Il Frontespizio e Campo di Marte . Pur prendendo le mosse dall Ermetismo la sua poesia se ne distingue fin dalla raccolta d esordio Frontiera (1941) per un inclinazione elegiaca. Il suo stile tende all essenzialità e a una dimensione narrativa, come dimostrano anche le successive raccolte: Diario d Algeria, Gli strumenti umani, Stella variabile. Muore a Milano nel 1983. SANDRO PENNA Nato a Perugia nel 1906, Sandro Penna compie studi irregolari diplomandosi infine in ragioneria. Si trasferisce presto a Roma dove vivrà per il resto della vita senza un lavoro stabile e dove morirà nel 1977 in una condizione di estrema povertà. Nel 1939 pubblica la sua prima raccolta, Poesie, cui ne seguono altre, riunite nel 1970 in Tutte le poesie. Il tono delle sue liriche è basso, dimesso, quotidiano, conforme alle ambientazioni (piazze, strade, bar, cinematografi, stazioni ferroviarie...) e ai temi (impressioni, sensazioni, emozioni erotiche, amori omosessuali). Figura appartata e isolata, si distingue per la trasparenza semantica e la grazia epigrammatica della sua poesia dai coevi poeti ermetici, con cui pure condivide l essenzialità della parola, tanto che per lui si è parlato di «ermetismo debole . 657