la sintesi Il Neorealismo Il Neorealismo guerra impegno ricostruzione Shoah Coniato per il cinema, il termine Neorealismo designa un atmosfera culturale che influenza tutte le arti. Nella narrativa la sua esperienza va dalla fine della guerra alla metà degli anni Cinquanta. In un epoca in cui nella cultura gli indirizzi legati al marxismo assumono un rilievo di primo piano, il Neorealismo trae linfa dal pensiero di Antonio Gramsci, che nei Quaderni del carcere ha ragionato sui concetti di intellettuale organico e di un arte nazional-popolare . Gli intellettuali contribuiscono al rinnovamento sociale con un impegno morale e politico non privo talvolta di un certo populismo. Diretta da Elio Vittorini, la rivista Il Politecnico (1945-1947) è tra i principali centri propulsori del Neorealismo: espressione del fermento culturale dell immediato dopoguerra, vuole rinnovare la cultura immergendola nella realtà storica e sociale del suo tempo. Il Politecnico è autonomo dalla politica culturale del Pci: sostiene un realismo non aderente ai canoni del realismo socialista e dà risalto a voci sconosciute in Italia. I TEMI Il Neorealismo tratta innanzitutto l esperienza della guerra, della lotta partigiana e della Shoah, ponendo il problema della funzione della letteratura. Nasce un dibattito sulla scrittura dopo Auschwitz , cioè sul contrasto tra un impossibile arte della Shoah e la necessità di raccontare il genocidio. Il Neorealismo affronta poi il presente e i problemi della ricostruzione. Oltre a occuparsi della realtà urbana, si dedica alle misere condizioni delle masse contadine italiane, specie meridionali: si contesta uno Stato incapace di soddisfare le attese nate dall esperienza della Resistenza. Pur riallacciandosi al Verismo, i Neorealisti sostituiscono il pessimismo con la speranza di realizzare gli ideali di giustizia e uguaglianza. LE FORME LETTERARIE L urgenza di offrire una testimonianza storica spinge molti protagonisti della Resistenza a ricostruire accuratamente gli eventi vissuti. Le forme più usate sono il racconto o il libro di memorie, genere privilegiato rispetto al romanzo. La narrativa proposta è popolare, impegnata e positiva , per accompagnare il processo rivoluzionario di cui è protagonista il proletariato. I motivi intimi e personali devono lasciare spazio a temi concreti, oggettivi e inerenti alla collettività. Da qui l opzione per il realismo, temperato dalle inquietudini tipiche della narrativa della crisi d inizio secolo. I Neorealisti tendono a privilegiare uno stile antiletterario e un linguaggio semplice e diretto, per portare al centro della rappresentazione l universo psicologico popolare. testimonianza lotta partigiana ELIO VITTORINI Nato a Siracusa nel 1908, si trasferisce nel 1938 a Milano dove pubblica Americana (1941), antologia di testi di scrittori statunitensi. Nel dopoguerra ha un ruolo centrale di organizzatore culturale attraverso le riviste (dal Politecnico al Menabò di letteratura ) e l attività editoriale (per Einaudi e Mondadori). Nel 1945 pubblica Uomini e no, ispirato alla Resistenza (da lui vissuta come partigiano), in cui l immediatezza documentaristica del contenuto porta lo scrittore a una netta crudezza verbale, mai disgiunta però da una tensione epica e lirica. Con il racconto Il Sempione strizza l occhio al Fréjus (1947) affronta il ricostituirsi dei rapporti sociali dopo la guerra. Nel romanzo Le donne di Messina (1949) tratta la ricostruzione di un Italia migliore, in un utopia collettivistica capace di superare i condizionamenti della società industriale. Muore a Milano nel 1966. PRIMO LEVI Nato a Torino nel 1919, si laurea in chimica nel 1941 e lavora nell industria farmaceutica. Dopo l 8 settembre 1943 si unisce ai partigiani; arrestato dai fascisti, è deportato ad Auschwitz. Sopravvissuto al lager, documenta l esperienza in Se questo è un uomo (1947), opera dallo stile sobrio e dal linguaggio chiaro e distinto che s impone all attenzione solo nel 1958. Con La tregua (1963) narra i nove mesi di viaggio per tornare a Torino dopo la liberazione del campo. Nel 1986 pubblica il saggio I sommersi e i salvati, dedicato a illustrare il funzionamento dei campi di sterminio. Muore suicida a Torino nel 1987. VASCO PRATOLINI Nato a Firenze (che sarà lo scenario di quasi tutti i suoi romanzi) nel 1913, studia da autodidatta e inizia a scrivere su varie riviste. Nel 1939 si trasferisce a Roma, dove, durante la guerra, partecipa alla Resistenza. In seguito si dedica alla scrittura, anche come giornalista e sceneggiatore. I temi cardine della sua narrativa sono una memoria di tipo lirico e un realismo disincantato. L intreccio del piano lirico-soggettivo con quello storico-sociale è assai efficace nel romanzo Il Quartiere (1944), ambientato nella Firenze popolare del ventennio, in cui l autore ritrae una collettività unita nell antifascismo. Nel 1955 esce Metello, storia della presa di coscienza di classe da parte di un giovane muratore di fine Ottocento; il romanzo è contestato per il peso degli aspetti privati e sentimentali rispetto alla dimensione sociopolitica. Tale dibattito segna l apice e il punto di declino del Neorealismo. Muore a Roma nel 1991. 723