Il primo Ottocento – L'opera Dei Sepolcri L’illusione del sepolcro (Prima parte, vv. 1-90) Le «urne de’ forti» (Terza parte, vv. 151-212) Poesia e civiltà (Quarta parte, vv. 213-295)  T11 T12 T13 Il fluire ininterrotto del tempo, la nostalgia per la Grecia, la venerazione dei grandi personaggi del passato, la funzione consolatrice e civilizzatrice della bellezza e delle arti, gli affetti familiari sono i temi fondamentali della poetica di Ugo Foscolo, che trovano espressione nei sonetti e vengono poi diversamente rielaborati nei , il capolavoro dell'autore. Scritto nel 1806 e pubblicato l'anno successivo, in esso si celebra il particolare valore del , sia per l'individuo sia per la società. Nella del poeta, che nega la possibilità di una sopravvivenza dell'anima dopo la morte, la rappresenta l'unico luogo in cui può ancora avvenire un . L'importanza data al sepolcro non deve essere intesa come un atteggiamento di sterile nostalgia verso chi non c'è più: la memoria dei morti, infatti, soprattutto se hanno condotto una vita eroica, deve spingere gli uomini all'azione, spronando i virtuosi alla virtù morale e civile. Allo stesso tempo, le grandi personalità della Storia, che non erano state riconosciute come tali durante la vita, possono ottenere, attraverso il ricordo, la gloria meritata. A questo contribuisce anche la , assumendo il compito di degli eroi una volta che le loro tombe siano state distrutte dal passare del tempo, rendendo quindi "eterno" il loro ricordo. Sepolcri culto dei morti concezione materialistica tomba colloquio tra vivi e defunti poesia conservare la memoria 1 L'occasione e la composizione  Nella primavera del 1806 Foscolo, di ritorno dalla Francia, soggiorna in Veneto, dove ritrova alcuni amici fra cui Ippolito Pindemonte. Con loro il poeta discute, nel salotto veneziano di Isabella Teotochi Albrizzi, di un decreto francese di imminente estensione all'Italia, l'editto di Saint-Cloud, emanato da Napoleone Bonaparte nel 1804. Esso deliberava che, per motivi igienici, i e, allo stesso tempo, al fine di evitare tra i defunti differenze per motivi di censo, stabiliva l' e istituiva un controllo governativo sul contenuto delle iscrizioni sulle lapidi. morti dovessero essere seppelliti fuori dalle mura cittadine abolizione dei monumenti funebri L’editto di Saint-Cloud   >> pag. 513  L'editto suscita immediatamente numerosi dibattiti e aspre polemiche, che d'altra parte intercettano un interesse, assai diffuso all'epoca presso l'opinione pubblica, per i culti funebri e per le eterne domande sulla morte e sull'immortalità dell'anima: basti pensare alla voga letteraria, prettamente inglese ma rapidamente estesasi a tutta l'Europa, della ( p. 546), praticata tra i primi dai poeti inglesi Edward Young (1683-1765) e Thomas Gray (1716-1771), autori, rispettivamente, dei (1742-1745) e dell' (1750). poesia notturna e sepolcrale ►  Pensieri notturni Elegia scritta in un cimitero di campagna Tra Francia e Inghilterra: un tema europeo  La discussione sull'editto pone inizialmente . Il primo, cattolico, crede nel valore spirituale e religioso della sepoltura, mentre il secondo, in base alle sue convinzioni materialistiche, nega il significato delle tombe: se la morte annulla completamente l'essere umano, nessun conforto può venirgli dalla sepoltura. Qualche mese dopo, però, Foscolo rivede profondamente il proprio punto di vista e riflette ulteriormente sul tema, scrivendo i versi che saranno rielaborati alla fine del 1806 e infine pubblicati nell'aprile dell'anno successivo. Pindemonte e Foscolo su posizioni opposte Due poeti a confronto  «Io aveva già», scrive Foscolo alla contessa Teotochi Albrizzi in una lettera del 6 settembre del 1806, «una da stamparsi lindamente: io la intitolo al Cavaliere ricordandomi de' suoi lamenti e de' vostri; e per fare ammenda del mio sdegno un po' troppo politico». Il «Cavaliere» con cui Foscolo vorrebbe scusarsi è proprio Ippolito Pindemonte che, nella primavera del 1806, stava portando a termine un poemetto in ottave intitolato Pindemonte però, saputa l'intenzione dell'amico di scrivere sullo stesso tema, rinuncia all'impresa e interrompe la stesura della propria opera: «Compiuto quasi io avea il primo canto dei annoterà più tardi, «quando seppi che uno scrittore non ordinario, Ugo Foscolo, stava per pubblicare alcuni suoi versi a me indirizzati sopra i L'argomento mio, che nuovo più non pareami, cominciò allora a spiacermi; ed io abbandonai il mio lavoro». Epistola sui Sepolcri I cimiteri. Cimiteri», Sepolcri. Un’opera finita e una incompiuta  2 Un componimento civile  poema in (l'autore lo definisce un "carme"), viene pubblicato a Brescia nell'aprile 1807 in forma di , come ideale continuazione delle conversazioni veneziane. Si può dire che si tratta, sotto molti aspetti, di una , cioè di una ritrattazione: Foscolo infatti sconfessa le posizioni precedenti, per sostenere la funzione positiva delle tombe come luoghi di memoria privata e personale, ma soprattutto civile e politica. Dei Sepolcri, endecasillabi sciolti epistola poetica indirizzata a Pindemonte palinodia La dedica a Ippolito Pindemonte  . Brescia, Museo Civico del Risorgimento. Ritratto di Ippolito Pindemonte  >> pag. 514  Le reazioni suscitate dalla pubblicazione sono tutt'altro che entusiastiche. Di «oscurità», sia stilistica sia concettuale, parlano due letterati di grande prestigio quali Saverio Bettinelli e Pietro Giordani: quest'ultimo bolla il carme come un «fumoso enigma», mentre lo stesso Pindemonte esprime qualche riserva. I commenti più negativi vengono espressi però dall'abate francese Aimé Guillon, che nel giugno del 1807 dalle colonne del "Giornale italiano" critica aspramente il linguaggio usato da Foscolo, l'eccesso di erudizione e le sue idee. L’accoglienza negativa da parte della critica  Rispondendo alle accuse del recensore francese in una (giugno 1807), Foscolo spiega l'intento della propria opera, le sue caratteristiche strutturali e i presupposti filosofici a cui si è mantenuto fedele. In primo luogo l'autore rivendica l' del suo lavoro all'interno del filone sepolcrale: mentre i poeti inglesi «meditarono sui sepolcri da cristiani» ed ebbero «per scopo la rassegnazione alla morte e il conforto di un'altra vita», egli ha voluto affrontare il tema della sepoltura prescindendo dagli aspetti religiosi e considerando unicamente quelli civili, con l'obiettivo di «animare l'emulazione politica degli italiani con gli esempi delle nazioni che onorano la memoria e i sepolcri degli uomini grandi». Lo scopo che egli si è prefissato è quello di «predicare non la resurrezione de' corpi, ma delle virtù». Proprio la complessità di tale proposito ha richiesto l'elaborazione di un percorso nello spazio e nel tempo per individuare l'origine delle leggi e delle tradizioni grazie alle quali è nata e si è sviluppata la civiltà. Lettera a Monsieur Guillon sulla sua incompetenza a giudicare i poeti italiani originalità L’originalità del testo  Da ciò deriva la particolare costruzione del discorso poetico, che si articola per , incentrati ciascuno su un diverso momento della civiltà umana e tenuti insieme da un' . Questa trama – che assembla e intreccia tra loro le singole unità conferendo coerenza alla struttura del carme – si fonda su ispirazioni e , che Foscolo chiama « »: vere e proprie «cerniere del ragionamento» (Palumbo), esse sono fulminee associazioni di idee che nascono dalle . Il transito da una sequenza all'altra del testo è affidato unicamente alle «particelle», ovvero alle congiunzioni, agli avverbi e alle locuzioni che scandiscono il progredire del discorso per stadi successivi, attraverso antitesi o parallelismi: in tal modo, grazie alla continua combinazione degli argomenti e alla mobilità dei diversi scenari, il lettore, nelle intenzioni di Foscolo, dovrebbe sfuggire alla noia, seguendo la ricchezza dei repentini spostamenti della trattazione nel tempo e nello spazio. blocchi logici e nuclei concettuali articolata "tessitura" suggestioni di tipo analogico transizioni immagini, accostate ad arte senza un necessario passaggio logico intermedio Un intreccio complesso  3 I temi  L'autore distingue in un apposito «sommario» , a loro volta articolate in una serie di sezioni minori. Foscolo definisce questo lo «scheletro» del componimento, entro il quale è possibile riconoscere i passaggi fondamentali dell'argomentazione: la prima parte si sofferma sul conflitto tra morte e vita e sull' , capace di offrire ai cari dell'estinto la concreta consolazione della memoria; la seconda illustra la e la differenziazione dei ; nella terza si parla della dei grandi uomini; nell'ultima parte si spiega come la porti nel mondo e come la possa rendere eterni i valori di una civiltà, per quanto questa sia destinata a scomparire. quattro parti illusione della tomba storia culti funebri funzione civile e culturale delle tombe morte giustizia poesia La struttura   >> pag. 515  Tutto l'edificio dell'opera poggia comunque sul significato simbolico e psicologico che la sepoltura assume per i vivi, i quali grazie alle tombe riescono a superare la disperazione provocata dal fatto che la morte sia una totale annientatrice. Ogni cosa si consuma con essa, ma la costruzione, la presenza, la contemplazione della tomba garantiscono la , e l'illusione soggettiva che l'eredità morale degli esseri umani resista alla forza cieca e inarrestabile della natura. continuità degli affetti tra vivi e morti Il valore della sepoltura  D'altra parte Foscolo non rinuncia alla propria visione del mondo. La sua lo porta a negare ogni speranza religiosa: per lui la morte divora anche l'anima, e il tempo, mediante l'oblio che esso porta con sé, condanna ogni cosa vivente alla cancellazione e al nulla. Derivate dal pensiero dell'Illuminismo, tali convinzioni sono rafforzate dallo studio di pensatori greci come Democrito ed Epicuro, ma anche e soprattutto dalla lettura del poeta latino Lucrezio, autore del poema (La natura delle cose): secondo questi autori, e una forza meccanica indipendente da qualunque volontà superiore aggrega e disgrega atomi e corpi, in un processo continuo privo di finalità trascendenti. cultura materialistica e meccanicistica De rerum natura la realtà è fatta esclusivamente di materia Il materialismo foscoliano  Tuttavia, la trova in Foscolo un contrappeso ideale nella : concetto, quest'ultimo, tipicamente romantico. : alle motivazioni della scienza, valide nell'ambito naturale, è possibile contrapporre le ragioni del cuore, valide invece nell'ambito storico e umano. È in questo rapporto dialettico che si fa spazio la . Per "illusioni" Foscolo intende valori come gli , l' , la , l' , la stessa , ideali capaci di dare un senso profondo all'esistenza, superando di gran lunga la ristrettezza dei suoi limiti effettivi. Se l'essenza della vita umana si rivela mortale, fragile, votata a una rapida consunzione, l'uomo può salvarsi dal nichilismo confidando ancora nel sistema di tradizioni e norme collettive elaborate dall'uomo nel corso della Storia, che conferiscono all'esistenza significato e continuità. forza della ragione potenza del sentimento L'esigenza di eternità, insoddisfatta sul piano razionale, è appagabile su quello emotivo fede nelle illusioni affetti familiari amore patria eroismo poesia Oltre il materialismo: le illusioni  Veduta aerea del cimitero di San Michele, Venezia.  >> pag. 516  Se l'anima è destinata al «nulla eterno», qualcosa dell'essere umano e della sua individualità può tuttavia sopravvivere: il suo ricordo, il suo esempio, la sua immagine ideale alimentano la memoria nella dimensione privata e, allo stesso tempo, la estendono all'intera comunità su un . La può diventare un e un grazie al quale si trasmette l'insegnamento dei grandi uomini di ogni nazione, stimolo e ispirazione per i contemporanei e per i posteri a seguirne l'esempio e imitarne le gesta. piano etico e civile sepoltura simbolo modello La memoria privata e pubblica  La delusione e il pessimismo che avevano spinto Jacopo Ortis al suicidio vengono così temperati dalla prospettiva di un riscatto morale, per il singolo e per la nazione. La situazione politica è certo disperata, ma di un passato nobile ed eroico, trasmesso e vivificato dalle tombe dei grandi, un'ancora di salvezza e un . Se il culto della patria e il desiderio di redenzione politica e civile dall'oppressione possono contare sul sostegno di quelle memorie, a queste la , garantisce una vita perenne. Essa infatti ha ma, mentre questi possono essere distrutti dal tempo e non lasciare più traccia, la poesia «vince di mille secoli il silenzio», dando voce alla virtù del passato, rendendo eterni gli esempi e i princìpi su cui si fonda la società. il ricordo può rappresentare motivo di speranza poesia, custode e maestra di valori umani la stessa funzione educativa dei sepolcri La patria e la poesia  4 I testi  Temi e motivi dei brani antologizzati T11   Prima parte, vv. 1-90 L’illusione del sepolcro • iniziale approccio razionalistico al valore delle sepolture  • passaggio a una concezione sentimentale e positiva delle tombe  • le tombe conservano nei vivi l’illusione della presenza dei defunti  • critica all’editto di Saint-Cloud  • importanza di riconoscere le tombe dei grandi  T12 Terza parte, vv. 151-212  Le «urne de’ forti» • esempi di tombe dei "grandi"  • concezione aristocratica della Storia: sono i grandi a far muovere gli eventi  • ideale antitirannico e libertario  • richiamo ai caduti di Maratona T13   Quarta parte, vv. 213-295 Poesia e civiltà • valore ideale della poesia  • la poesia trascende i limiti temporali delle cose e rende immortali i luoghi e le persone  • Omero, Elettra, Cassandra come esempi dell’eternità creata dalla poesia  • la poesia dispensatrice di giustizia  Antonio Canova, , 1806-1810. Firenze, Basilica di Santa Croce. Monumento a Vittorio Alfieri