la sintesi La poesia barocca La poesia barocca meraviglia ingegno marinismo fantasia La poesia barocca è l espressione forse più emblematica dei canoni estetici di un periodo storico segnato da una rapida trasformazione sociale e culturale e da molte contraddizioni. Se il Seicento è il secolo delle guerre e delle epidemie, della crisi demografica e del ristagno dell agricoltura, dell oscurantismo religioso controriformistico, è anche il secolo dello sviluppo del commercio mondiale, della rivoluzione scientifica, di Bacone, Cartesio, Galileo, Newton, della scoperta di nuovi mondi, del crollo delle gerarchie e dell emancipazione dall autorità. L armonia rinascimentale e la letteratura cinquecentesca ancorata alla tradizione e al Petrarchismo, pur già incrinate dal Manierismo, sono ormai inadeguate a esprimere il fascino del nuovo, la volontà di rinnovamento, il desiderio di stupire ed essere stupiti. Con atteggiamento enciclopedico e disimpegnato, i poeti valorizzano la fantasia e l ingegno, alla ricerca di concetti, temi e soggetti originali, singolari, bizzarri, che rappresentino la mutevolezza, l inganno, l illusorietà, la deformità del reale. Le loro scelte estetiche sono solo apparentemente frivole o vacue, perché l armamentario retorico che mettono in atto è dei più ricchi e raffinati. Il loro fine è depistare, spostare lo sguardo e il pensiero da un centro che non ha più potere di attrazione. « del poeta il fin la meraviglia dichiara Marino, esprimendo l essenza della poetica barocca. GIOVAN BATTISTA MARINO Nato a Napoli nel 1569, in una famiglia benestante, inizia gli studi di giurisprudenza ma li abbandona presto per dedicarsi alla poesia. Personalità eccentrica e sregolata, il suo straordinario talento lo porta a ingraziarsi da subito i favori e la protezione di mecenati e principi. Dopo diverse vicissitudini che lo portano ripetutamente in carcere, si trasferisce a Ro- ma, poi a Ravenna e infine a Torino, presso il duca Carlo Emanuele di Savoia che gli conferisce il titolo cavalleresco dell Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Dal 1616 al 1623 vive a Parigi, alla corte della regina Maria de Medici, dove pubblica il suo capolavoro, il poema mitologico L Adone, la storia dell amore tra Venere e il bellissimo pastore Adone già narrata da Ovidio nelle sue Metamorfosi. Nel 1624 rientra a Napoli, accolto trionfalmente, e nella città natale muore nel 1625. CIRO DI PERS Nato nel 1599 da nobile famiglia nel castello di Pers (frazione dell attuale Majano, in Friuli), si sposta a Bologna per studiare filosofia morale, ma torna nelle terre natali per non abbandonarle più fino alla morte, avvenuta nel 1663, se non una volta, per partecipare tra il 1626 e il 1627 a una spedizione contro i turchi. autore di una tragedia (L umiltà esaltata, ovvero Ester regina), di scritti politici e morali e di poesie in cui è evidente l influenza del marinismo e in cui predominano i temi dello scorrere del tempo e della morte. GIUSEPPE ARTALE Nato a Mazzarino (Caltanissetta) nel 1628 in una nobile famiglia, il suo temperamento focoso e rissoso lo porta a ricercare la fama attraverso gesti e imprese spettacolari. Abile spadaccino, non disdegna i duelli; cavaliere dell Ordine Costantiniano di San Giorgio, si distingue in combattimenti contro i turchi. Affianca costantemente alle avventure cavalleresche l attività letteraria, misurandosi con generi diversi: dalla tragedia al melodramma al romanzo, anche se la sua notorietà presso le corti principesche è legata soprattutto alle liriche (raccolte postume in Enciclopedia poetica). Il suo marinismo è esasperato attraverso un uso sovrabbondante e astruso di iperboli e metafore. Muore a Napoli nel 1679. 67