La poesia romantica in Italia 4 L «arcadia romantica Sentimentalismo e stereotipi Nella fase centrale dell Ottocento sono pochi i poeti italiani in grado di elevarsi su una produzione vasta che resta però complessivamente di modesto livello. Tra loro si segnala il dalmata Niccolò Tommaseo (1802-1874), scrittore dai molteplici e vari interessi, autore con Bernardo Bellini di un importante dizionario italiano (pubblicato tra il 1861 e il 1879), che nei suoi versi così come nel romanzo Fede e bellezza (1840, f p. 441) lascia traccia di una tormentata sensibilità cattolica, in cui vibranti professioni di fede si alternano agli invincibili richiami della sensualità, che suscitarono tra l altro la perplessità di Manzoni. L autore dei Promessi sposi lamentava in Tommaseo una spregiudicatezza che invano si ricercherebbe in altri poeti dell epoca, intenti per lo più a cantare esili fanciulle appassionate, amanti ingiustamente divisi, languidi sospiri al balcone, paggi, menestrelli, sullo sfondo di un Medioevo di cartapesta che viene fatto oggetto di numerose parodie (la più celebre resta La partenza del crociato, di Giovanni Visconti Venosta, 1856). Giosuè Carducci a sua volta si scaglia a più riprese contro il patetico compiaciuto, lo «sguaiato sentimentalismo , il «tenerume , le «rimembranze feudali e monastiche a cui si riduce progressivamente la poesia romantica. Prati e Aleardi Emblemi di questa nuova «arcadia (come la definiscono prima Carducci e poi Francesco De Sanctis) sono da tempo considerati due poeti veneti, Giovanni Prati (1814-1884) e Aleardo Aleardi (1812-1878), che hanno avuto un percorso per molti versi parallelo: pressoché coetanei, studiano Legge a Padova (come già Tommaseo), sostengono le lotte del Risorgimento da posizioni filosabaude, e nella nuova Italia ricevono onori e fama. Entrambi prendono nettamente posizione a favore dell espressione dei sentimenti in poesia (all appello «Dal cor si favelli! di Prati corrisponde l ammissione di Aleardi «Ho scritto più col cuore che con la mente ), il che guadagna loro l ammirazione del pubblico femminile e dei più giovani. In realtà Prati e Aleardi innestano sul tronco della tradizione italiana, sia pure edulcorandoli, temi e motivi del Romanticismo europeo in precedenza poco frequentati. La novella in versi Edmenegarda Da questo punto di vista la parabola più interessante è quella di Prati, che nella novella in versi Edmenegarda (1841) raggiunge picchi di morbosità che fanno scandalo. Protagonista è una madre di famiglia, che sullo sfondo di una Venezia ambigua tra caffè, gite al Lido, serate a teatro fugge con l amante, il quale in seguito si rovina al gioco e la abbandona. Il poeta non condanna l adulterio, ma invita i lettori alla compassione su un soggetto non troppo diverso da quello di Madame Bovary (1857), per il quale nel decennio seguente lo scrittore francese Gustave Flaubert sarà processato per oscenità. Una ricca produzione poetica In seguito Prati si cimenta un po in tutti i generi poetici, dalla lirica patriottica alle fantasticherie amorose, ergendosi dopo l Unità a sdegnato tutore dei valori perduti da una società corrotta, che lo indurrà a guardare alla natura, al passato o a vagheggiare meraviglie esotiche. Le preziose visioni e le labirintiche fantasticherie delle ultime raccolte (Psiche, 1876; Iside, 1878), giocate su un registro più intimo, preludono alla stagione successiva, nella quale salirà alla ribalta il talento poetico di Gabriele d Annunzio. 207