L'autore – Giacomo Leopardi LABORATORIO verso l'esame TIPOLOGIA A analisi del testo All’Italia , 1 Canti Questa canzone, composta nel settembre 1818, apre i . Appartiene alle e come altri componimenti di tale sezione ( , ) affronta tematiche patriottiche. In questo caso Leopardi deplora la situazione dell’Italia del suo tempo, per poi passare, nella seconda parte della poesia, a parlare dell’antica Grecia e dell’eroico sacrificio delle Termopili, dando voce al poeta lirico Simonide di Ceo. Canti Canzoni civili Sopra il monumento di Dante Ad Angelo Mai O patria mia, vedo le mura e gli archi e le colonne e i simulacri e l’erme torri degli avi nostri, ma la gloria non vedo, non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi i nostri padri antichi. Or fatta inerme, nuda la fronte e nudo il petto mostri. Oimè quante ferite, che lividor, che sangue! oh qual ti veggio, formosissima donna! Io chiedo al cielo e al mondo: dite dite; chi la ridusse a tale? E questo è peggio, che di catene ha carche ambe le braccia; sì che sparte le chiome e senza velo siede in terra negletta e sconsolata, nascondendo la faccia tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, le genti a vincer nata e nella fausta sorte e nella ria. Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, mai non potrebbe il pianto adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; che fosti donna, or sei povera ancella. Chi di te parla o scrive, che, rimembrando il tuo passato vanto, non dica: già fu grande, or non è quella? Perché, perché? dov’è la forza antica, dove l’armi e il valore e la costanza? chi ti discinse il brando? chi ti tradì? qual arte o qual fatica o qual tanta possanza valse a spogliarti il manto e l’auree bende? come cadesti o quando da tanta altezza in così basso loco? nessun pugna per te? non ti difende nessun de’ tuoi? L’armi, qua l’armi: io solo combatterò, procomberò sol io. Dammi, o ciel, che sia foco agl’italici petti il sangue mio. Dove sono i tuoi figli? Odo suon d’armi e di carri e di voci e di timballi: in estranie contrade pugnano i tuoi figliuoli. Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi, un fluttuar di fanti e di cavalli, e fumo e polve, e luccicar di spade come tra nebbia lampi. 5 10 15 20 25 30 35 40 45 le statue e le torri solitarie dei nostri antenati, cioè dei romani. l’alloro e le armi dei quali erano carichi. indifesa. lividi. bellissima. chi l’ha ridotta in questo stato? E quel che è peggio. ha entrambe le braccia incatenate. priva di ogni distinzione regale. abbandonata. hai ragione (di piangere). nella buona e nella cattiva sorte. pareggiare la tua sciagura e il danno. padrona (latinismo). schiava. ricordando il tuo passato splendore. un tempo è stata grande, ora non lo è più? determinazione. ti strappò la spada dal fianco. inganno, astuzia. sforzo bellico. grande potenza. poté spogliarti del manto e del diadema regale? combatte. cadrò a terra, come un valoroso guerriero. concedimi. in senso metaforico, fuoco che infiamma di entusiasmo. tamburi di guerra. terre straniere; Leopardi si riferisce ai soldati italiani impegnati in Russia nelle battaglie napoleoniche. stai attenta. vedo, o mi sembra di vedere, un ondeggiare. polvere. 2-3 simulacri... avi nostri: 5 il lauro... carchi: 6 inerme: 9 lividor: 10 formosissima: 12 chi... tale?: E... peggio: 13 di catene.... le braccia: 14 senza velo: 15 negletta: 18 ben hai donde: 20 nella fausta… ria: 23 adeguarsi... scorno: 24 donna: ancella: 26 rimembrando... vanto: 27 già... quella?: 29 costanza: 30 ti discinse il brando: 31 arte: fatica: 32 tanta possanza: 33 valse... bende?: 36 pugna: 38 procomberò: 39 Dammi: foco: 42 timballi: 43 estranie contrade: 45 Attendi: 45-46 Io... fluttuar: 47 polve: >> pag. 164 Né ti conforti? e i tremebondi lumi piegar non soffri al dubitoso evento? A che pugna in quei campi l’itala gioventude? O numi, o numi: pugnan per altra terra itali acciari. Oh misero colui che in guerra è spento, non per li patrii lidi e per la pia consorte e i figli cari, ma da nemici altrui, per altra gente, e non può dir morendo: alma terra natia, la vita che mi desti ecco ti rendo. Oh venturose e care e benedette l’antiche età, che a morte per la patria correan le genti a squadre; e voi sempre onorate e gloriose, o tessaliche strette, dove la Persia e il fato assai men forte fu di poch’alme franche e generose! Io credo che le piante e i sassi e l’onda e le montagne vostre al passeggere con indistinta voce narrin siccome tutta quella sponda coprìr le invitte schiere de’ corpi ch’alla Grecia eran devoti. Allor, vile e feroce, Serse per l’Ellesponto si fuggia, fatto ludibrio agli ultimi nepoti; e sul colle d’Antela, ove morendo si sottrasse da morte il santo stuolo, Simonide salia, guardando l’etra e la marina e il suolo. E di lacrime sparso ambe le guance, e il petto ansante, e vacillante il piede, toglieasi in man la lira: beatissimi voi, ch’offriste il petto alle nemiche lance per amor di costei ch’al Sol vi diede; voi che la Grecia cole, e il mondo ammira. Nell’armi e ne’ perigli qual tanto amor le giovanette menti, qual nell’acerbo fato amor vi trasse? Come sì lieta, o figli, l’ora estrema vi parve, onde ridenti correste al passo lacrimoso e duro? Parea ch’a danza e non a morte andasse ciascun de’ vostri, o a splendido convito: ma v’attendea lo scuro Tartaro, e l’onda morta; né le spose vi foro o i figli accanto quando su l’aspro lito senza baci moriste e senza pianto. Ma non senza de’ Persi orrida pena ed immortale angoscia. Come lion di tori entro una mandra or salta a quello in tergo e sì gli scava con le zanne la schiena, or questo fianco addenta or quella coscia; tal fra le Perse torme infuriava 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 105 Non ti conforta? e non hai coraggio di volgere gli occhi spaventati all’evento incerto? a che scopo. dèi. armi (sineddoche). muore. la propria terra, la patria. di altri popoli. dolce terra natale. ti restituisco. fortunate, beate. i tempi antichi, quando. le Termopili, in Tessaglia, dove nel 480 a.C. il re spartano Leonida insieme a un manipolo di trecento uomini arrestò l’avanzata dei persiani in Grecia. il destino dei persiani (endiadi). favorevole. anime senza paura. viaggiatore, chi passa per quei luoghi. come. distesa di terra. sono i corpi dei soldati spartani caduti alle Termopili. il re persiano. oggetto di scherno fino ai discendenti più lontani. borgo vicino alle Termopili. morendo la nobile schiera dei soldati si sottrasse alla morte, cioè sacrificando la propria vita conquistò la gloria eterna. Simonide di Ceo, poeta lirico (ca 556 a.C. – 467 a.C.) che cantò la battaglia delle Termopili. saliva. etere, aria. prendeva in mano. la patria. simbolo di vita. onora. morte immatura. quanto. passo doloroso e difficile, cioè la morte. banchetto. il regno dei morti secondo la mitologia greca. i fiumi infernali. furono. terreno crudele, in quanto campo di battaglia. grandi sofferenze da parte dei persiani. immensa, sovrumana. in mezzo a una mandria di tori. schiena. così. schiere dei persiani. 49-50 Né... evento?: 51 A che: 52 numi: 53 acciari: 54 è spento: 55 li patrii lidi: 57 altrui: 59 alma... natia: 60 ti rendo: 61 venturose: 62 l’antiche... che: 65 tessaliche strette: 66 la Persia e il fato: forte: 67 alme franche: 69 passeggere: 71 siccome: sponda: 72-73 invitte... corpi: 75 Serse: 76 ludibrio... nepoti: 77 Antela: 77-78 morendo... stuolo: 79 Simonide: salia: 80 etra: 83 toglieasi in man: 86 costei: Sol: 87 cole: 90 acerbo fato: 91 Come: 93 passo lacrimoso e duro: 95 convito: 97 Tartaro: l’onda morta: 98 foro: 99 aspro lito: 101 de’ Persi... pena: 102 immortale: 103 di tori... mandra: 104 tergo: 107 tal: Perse torme: >> pag. 165 l’ira de’ greci petti e la virtute. Ve’ cavalli supini e cavalieri; vedi intralciare ai vinti la fuga i carri e le tende cadute, e correr fra’ primieri pallido e scapigliato esso tiranno; ve’ come infusi e tinti del barbarico sangue i greci eroi, cagione ai Persi d’infinito affanno, a poco a poco vinti dalle piaghe, l’un sopra l’altro cade. Oh viva, oh viva: beatissimi voi mentre nel mondo si favelli o scriva. Prima divelte, in mar precipitando, spente nell’imo strideran le stelle, che la memoria e il vostro amor trascorra o scemi. La vostra tomba è un’ara; e qua mostrando verran le madri ai parvoli le belle orme del vostro sangue. Ecco io mi prostro, o benedetti, al suolo, e bacio questi sassi e queste zolle, che fien lodate e chiare eternamente dall’uno all’altro polo. Deh foss’io pur con voi qui sotto, e molle fosse del sangue mio quest’alma terra. Che se il fato è diverso, e non consente ch’io per la Grecia i moribondi lumi chiuda prostrato in guerra, così la vereconda fama del vostro vate appo i futuri possa, volendo i numi, tanto durar quanto la vostra duri. 110 115 120 125 130 135 140 vedi, ecco. tra i primi. il tiranno in persona, Serse. bagnati, coperti. ferite. finché nel mondo si parlerà. strappate (dalla volta celeste). le stelle si spegneranno stridendo nelle profondità del mare. amore per voi. venga meno. altare. ragazzini. le gloriose tracce del vostro sangue (versato combattendo). saranno. famose. da un polo all’altro, cioè per tutta la terra. Oh fossi io. bagnata, intrisa. gli occhi di chi sta per morire. vinto. modesta. è Simonide. presso i posteri. 109 Ve’: 112 fra’ primieri: 113 esso tiranno: 114 infusi: 117 piaghe: 120 mentre... favelli: 121 divelte: 122 spente nell’imo stridean le stelle: 123-124 vostro amor: 124 trascorra: 125 ara: 126 parvoli: 126-127 le belle... sangue: 130 fien: chiare: 131 dall’uno… polo: 132 Deh foss’io: molle: 135 i moribondi lumi: 136 prostrato: 137 vereconda: 138 vostro vate: appo i futuri: COMPRENSIONE Come viene raffigurata l’Italia? 1 Fai la parafrasi dei versi 41-80. 2 Chi parla dal v. 84? Esponi in sintesi il suo discorso. 3 ANALISI Descrivi la struttura metrica e rimica della lirica. 4 Nella seconda strofa Leopardi impiega numerose interrogative dirette. Qual è la loro funzione espressiva? 5 Quale figura retorica noti al v. 82? Quale effetto ottiene? 6 Descrivi brevemente il lessico della poesia con opportuni esempi. 7 INTERPRETAZIONE COMPLESSIVA E APPROFONDIMENTI Colloca il motivo patriottico all’interno della poetica e del pensiero leopardiani. È presente anche in altre poesie e opere di Leopardi? Analizza e commenta lo sviluppo di questa tematica. 8 Nel corso dei secoli numerosi poeti hanno scritto poesie dedicate all’Italia e alla difficile situazione italiana (per esempio Dante, Petrarca ecc.). Facendo opportuni riferimenti ai testi che conosci, illustra la fortuna e l’evoluzione di questo motivo nella letteratura italiana fino a Leopardi. 9 >> pag. 166 TIPOLOGIA A analisi del testo Il tramonto della luna , 33 Canti Come , questa lirica è stata composta probabilmente nella primavera del 1836, durante il soggiorno in una villa sulle falde del Vesuvio, presso Torre del Greco. Il poeta riprende uno dei motivi più frequenti della sua poesia, il compianto della giovinezza e delle sue speranze e illusioni, tracciando un paragone tra il tramonto della luna e la fine di questa età. La ginestra Quale in notte solinga, sovra campagne inargentate ed acque, là ’ve zefiro aleggia, e mille vaghi aspetti e ingannevoli obbietti fingon l’ombre lontane infra l’onde tranquille e rami e siepi e collinette e ville; giunta al confin del cielo, dietro Apennino od Alpe, o del Tirreno nell’infinito seno scende la luna; e si scolora il mondo; spariscon l’ombre, ed una oscurità la valle e il monte imbruna; orba la notte resta, e cantando, con mesta melodia, l’estremo albor della fuggente luce, che dianzi gli fu duce, saluta il carrettier dalla sua via; tal si dilegua, e tale lascia l’età mortale la giovinezza. In fuga van l’ombre e le sembianze dei dilettosi inganni; e vengon meno le lontane speranze, ove s’appoggia la mortal natura. Abbandonata, oscura resta la vita. In lei porgendo il guardo, cerca il confuso viatore invano del cammin lungo che avanzar si sente meta o ragione; e vede che a sé l’umana sede, esso a lei veramente è fatto estrano. Troppo felice e lieta nostra misera sorte parve lassù, se il giovanile stato, dove ogni ben di mille pene è frutto, durasse tutto della vita il corso. Troppo mite decreto quel che sentenzia ogni animale a morte, s’anco mezza la via lor non si desse in pria della terribil morte assai più dura. D’intelletti immortali degno trovato, estremo di tutti i mali, ritrovàr gli eterni la vecchiezza, ove fosse incolume il desio, la speme estinta, secche le fonti del piacer, le pene maggiori sempre, e non più dato il bene. 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 come. Va unito a del v. 12. solitaria. là dove zefiro soffia e dove le ombre lontane creano mille forme indefinite e oggetti irreali, tra le onde calme e tra rami, siepi, collinette e ville, giunta (la luna) all’orizzonte ( ), dietro l’Appennino o dietro le Alpi, o nell’ampio golfo ( ) del Tirreno. perde colore e luminosità. un buio totale ( è latinismo). priva di luce. triste. l’ultimo chiarore della luce che se ne va, che fino a poco prima gli aveva fatto da guida. così, allo stesso modo; si riferisce al soggetto la del v. 22. si riferisce invece al complemento oggetto l’ del v. 21, cioè in questa condizione, priva di luce come la notte. sono le false immagini, piacevoli ma ingannevoli, già ricordate ai vv. 4-5. su cui la natura umana si appoggia. il viaggiatore, disorientato, cerca invano, nella vecchiaia, il termine o lo scopo del suo lungo cammino; e si accorge che la terra, durante la vecchiaia, gli si fa estranea e lui diventa estraneo alla terra. agli dèi. il decreto che sentenzia che ogni animale è destinato a morire (sarebbe parso) troppo mite (agli dèi), se essi, durante la vita degli uomini, non avessero dato loro un’età che è più terribile della morte stessa. Gli dèi escogitarono la vecchiaia, che è una degna invenzione di intelletti immortali e il peggiore di tutti i mali, nella quale il desiderio è ancora immutato, le speranze sono sparite, le fonti del piacere si sono esaurite, le pene sono sempre maggiori e il bene non è più dato. 1 Quale: scende la luna solinga: 3-11 là ’ve... seno: confin del cielo infinito seno 12 si scolora: 13-14 una oscurità: una 15 orba: 16 mesta: 17-18 l’estremo albor… che dianzi gli fu duce: 20 Tal: giovinezza tale: età mortale 23-24 le sembianze... inganni: 26 ove... natura: 28-33 In lei... estrano: 36 lassù: 39-50 Troppo... il bene: >> pag. 167 Voi, collinette e piagge, caduto lo splendor che all’occidente inargentava della notte il velo, orfane ancor gran tempo non resterete; che dall’altra parte tosto vedrete il cielo imbiancar novamente, e sorger l’alba: alla qual poscia seguitando il sole, e folgorando intorno con sue fiamme possenti, di lucidi torrenti inonderà con voi gli eterei campi. Ma la vita mortal, poi che la bella giovinezza sparì, non si colora d’altra luce giammai, nè d’altra aurora. Vedova è insino al fine; ed alla notte che l’altre etadi oscura, segno poser gli Dei la sepoltura. 55 60 65 spiagge. prive di luce. a oriente. ben presto. all’alba seguendo il sole. si riferisce alle del v. 51. il cielo. dopo che. la vita rimane triste fino alla fine; e gli dèi posero fine alla vecchiaia ( ), che oscura tutte le altre età precedenti, con la morte ( ). 51 piagge: 54 orfane: 55 dall’altra parte: 56 tosto: 58 alla quale... sole: 62 voi: collinette e piagge eterei campi: 63 poi che: 66-68 Vedova... sepoltura: notte sepoltura COMPRENSIONE Riassumi la poesia. 1 Come viene descritta l’esistenza degli esseri umani? 2 In che cosa sono simili e in che cosa differiscono la natura e la vita dell’uomo? 3 ANALISI Quali tipi di versi prevalgono? 4 Rintraccia le figure retoriche di suono della prima strofa. 5 Nella seconda strofa sono presenti ? Se sì, dove? Quale funzione espressiva svolgono? 6 enjambement Individua i vocaboli di registro più basso e spiegane la funzione stilistica. 7 INTERPRETAZIONE COMPLESSIVA E APPROFONDIMENTI Confronta questa lirica con ( T15, p. 110), evidenziando somiglianze e differenze sul piano tematico e stilistico. 8 Alla luna ► Il motivo della natura è presente anche in altre poesie di Leopardi. Analizza e commenta l’importanza di questa poesia confrontandola con altri testi del poeta sul medesimo motivo. 9