Glossario A Accumulazione L elencazione ordinata e coerente, o anche caotica e casuale, di più parole, immagini o aggettivi con lo scopo di trasmettere un idea o un immagine complessiva. Aforisma Proposizione che riassume in brevi e sentenziose parole il risultato di precedenti osservazioni o che, più genericamente, afferma una verità, una regola o una massima di vita pratica. Originariamente, Aforismi era il titolo di un opera che raccoglieva i precetti medici di Ippocrate, e con questo termine si indicò nel Medioevo lo studio e la pratica della medicina. (cfr. Dante, Par. XI, 4: «Chi dietro a iura e chi ad aforismi [o, secondo altra lezione, amforismi] Sen giva... ). Allegoria Figura retorica, per la quale si affida a una scrittura (o in genere a un contesto, anche orale) un senso riposto e allusivo, diverso da quello che è il contenuto logico delle parole. Diversamente dalla metafora f, la quale consiste in una parola, o tutt al più in una frase, trasferita dal concetto a cui solitamente e propriamente si applica ad altro che abbia qualche somiglianza col primo, l a. è il racconto di un azione che dev essere interpretata diversamente dal suo significato apparente. Esempio: l a. delle tre fiere nella Divina Commedia. Allitterazione Ripetizione, esatta o approssimativa, spontanea o ricercata, di lettere o sillabe, di solito iniziali, di due o più vocaboli successivi. Anafora Figura retorica che consiste nel ripetere, in principio di verso o di proposizione, una o più parole con cui ha inizio il verso o la proposizione precedente. Esempio: «Che fai tu luna in ciel, dimmi, che fai (G. Leopardi, Canto notturno, v. 1). Analogia Procedimento di cui si valgono tendenze poetiche moderne, come l ermetismo e la poesia pura che, per esigenza di una maggiore intensità lirica, cercano di rinnovare il linguaggio poetico fuori d ogni comune nesso logico e sintattico, sostituendo al rapporto tradizionale della comparazione il rapporto di identità. Effetto primo del procedimento analogico è la soppressione del come . Esempi affini si riscontrano in ogni 174 epoca, soprattutto nella letteratura secentesca, in rapporto con l uso e il gusto barocco della metafora f. Anticlimax Figura retorica, detta anche gradazione discendente, che consiste nel disporre una serie di concetti o di vocaboli in ordine a mano a mano decrescente di forza e d intensità, per lo più in opposizione stilistica a una gradazione ascendente (o climax f). Antifrasi Figura retorica che consiste nell esprimersi con termini di significato opposto a ciò che si pensa, o per ironia o per eufemismo. Antitesi Figura retorica consistente in un accostamento di parole o concetti contrapposti che acquistano maggior rilievo dalla vicinanza e dalla disposizione per lo più simmetrica. Si può ottenere sia affermando una cosa e negando insieme la sua contraria, sia mettendo a contrasto due fatti opposti e ambedue reali. Apostrofe Figura retorica per la quale chi parla interrompe la forma espositiva del suo discorso per rivolgere direttamente la parola a concetti personificati, a soggetti assenti o scomparsi, o anche al lettore. Quando è accompagnata da toni violenti, ironia o sarcasmo, è detta invettiva. Esempio: «O natura, o natura, / perché non rendi poi / quel che prometti allor? (G. Leopardi, A Silvia, vv. 36-38). Assonanza Forma di rima f imperfetta, consistente nel chiudere due o più versi successivi con parole contenenti le stesse vocali a cominciare da quella accentata fino alla fine, mentre le consonanti sono diverse (ma per lo più di suono simile). Esempi: fame e pane, agosto e conosco, lento e tempo. Si ha invece un a. atona quando è identica solo la sillaba (o le sillabe) dopo la vocale accentata, che è però diversa. Esempi: amare e dolore, umile e simile. B Ballata La b. italiana antica è un componimento poetico di origine popolare, collegato con il canto e la danza (detto anche canzone a ballo ) e perciò costruito metricamente in modo che le sue parti corrispondano ai movimenti di questa e ai motivi di quello. Lo schema tipico della b. è costituito di versi o tutti endecasillabi f o endecasillabi misti con settenari f, così: XY YX // AB AB BC CX + ritornello. In questo schema i primi 4 versi rappresentano il ritornello (detto anche ripresa f); gli altri 8, che formano la stanza f, sono distribuiti in 3 parti, ossia 1° (A B) e 2° (A B) piede f e volta f. La volta si allaccia dunque ai piedi per mezzo della rima del primo verso e ha la stessa struttura del ritornello cui è legata con la rima dell ultimo verso. A una stanza segue il ritornello, poi un altra stanza e così via. Le stanze sono generalmente 4, ma può esservene anche una sola. In base al numero di versi che costituiscono la ripresa, sono stati individuati differenti tipi di ballata: se la ripresa è di un solo verso (monostica) si parla di ballata minima (o piccola qualora il verso sia endecasillabo); con una ripresa di 2 versi si ha una ballata minore ; 3 versi, una ballata mezzana . La ballata di riferimento, con una ripresa di 4 versi, è detta anche ballata grande . C Canzone La più antica forma metrica della lirica d arte nella letteratura italiana. Trasse origine dalla cans provenzale e subì nel tempo varie modifiche fino agli Stilnovisti e a Petrarca, che fu il modello fondamentale. Era accompagnata dalla musica. Dante la definì la più alta forma della poesia volgare, e per primo ne espose le leggi. La c. che, da Petrarca, è detta anche petrarchesca è composta di un numero indeterminato di strofe o stanze f (in genere, tra 5 e 7); la stanza di un numero indeterminato di endecasillabi f o endecasillabi e settenari f, variamente disposti e rimati tra loro. Le stanze successive seguono lo schema della prima. Nel suo pieno sviluppo la stanza si compone di 2 parti, fronte f e sirma f (o sirima, coda): la fronte è costituita di 2 parti uguali metricamente, dette piedi f; anche la sirma può essere composta di 2 parti uguali, dette volte f. Il passaggio dalla fronte alla sirma si chiama chiave f o diesi. La serie delle stanze si chiude su un commiato o congedo f, nel quale il poeta si rivolge alla c. per darle qualche ammonimento o inviarla a qualcuno. Esempio: Chiare, fresche et dolci acque (F. Petrarca, Canzoniere, 126, 1). Cesura Nella metrica classica, pausa nel corso del verso, coincidente con la fi-