IL GOTICO Giotto Abbiamo pochissime notizie sulla giovinezza e sulla formazione di , nato a Colle di Vespignano (vicino a Firenze) intorno al 1267 e morto a Firenze nel 1337. Secondo la leggenda, Cimabue si accorse della sua abilità vedendolo disegnare su un sasso una delle pecore che portava al pascolo: la notizia è probabilmente falsa, ma suggerisce che Giotto non proveniva da una famiglia di artisti. Nel corso della sua vita attraversò l’Italia: fu a Roma, Milano, Napoli, Bologna, facendo così conoscere le novità della sua arte in tutta la Penisola. Con lui cambiò il modo di raffigurare l’uomo e lo spazio, grazie a una nuova attenzione alla e alla resa dei . Giotto di Bondone realtà sentimenti CONCETTO CHIAVE Giotto dipinge il corpo umano con e dà allo spazio. realismo profondità La raffigurazione del corpo umano Nel ( ) della chiesa fiorentina Santa Maria Novella Giotto studia il corpo umano nelle sue forme reali. I suoi personaggi, infatti, non sono più manichini senza vita dall’anatomia schematica, come nel periodo precedente, ma cercano di avvicinarsi alla rappresentazione di un corpo vero, con le sue espressioni e i suoi sentimenti. Per questo motivo Cristo non è più dipinto vivo e “trionfante” sulla morte, come avveniva nel Duecento, ma con gli e il . Mentre la Vergine (a sinistra) è più composta, san Giovanni (a destra) ha il volto contratto dal pianto: la resa dei sentimenti è molto realistica, cosa del tutto nuova per l’arte medievale. Per la prima volta poi Cristo è raffigurato con i piedi sovrapposti, fermati da un unico chiodo: in questo modo le gambe si piegano, come se si staccassero dalla Croce, e si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un , inserito in modo coerente nello spazio. La luce arriva dalla sinistra dell’osservatore e determina un gioco di luci e ombre che contribuisce a creare l’illusione della . Crocifisso 1 occhi chiusi volto sofferente corpo vero, pesante tridimensionalità , 1290 ca., tempera e oro su tavola, 578x406 cm. Firenze, Chiesa di Santa Maria Novella. 1 Crocifisso Il volto sofferente di san Giovanni che piange è un esempio della di Giotto. “rivoluzione” espressiva La resa dello spazio Nel grande cantiere della , Giotto, probabilmente con l’aiuto di una bottega, raffigura in 28 riquadri le . Il santo è rappresentato per la prima volta come un uomo, fra la gente, in mezzo alla natura, dentro spazi architettonici, in luoghi riconoscibili e concreti. L’ svolge un ruolo fondamentale in questo ciclo di affreschi e Giotto dà allo spettatore l’impressione della profondità di uno : nelle scene si riconoscono gli edifici della città di Assisi, e gli interni sono come scatole tridimensionali in cui si muovono veri personaggi. Nella scena del ( ), in cui si racconta l’allestimento del primo presepe, lo spettatore si trova insieme ai personaggi nel presbiterio, al di là del tramezzo, ossia della struttura che divideva la zona dell’altare destinata ai frati dal resto della navata. Dal presbiterio si vede il retro di una grande Croce dipinta, appesa al tramezzo, con la struttura delle assi di legno inchiodate tra loro: il lato anteriore, con la raffigurazione di Cristo in Croce, è rivolto verso la navata, dove sono raccolti i fedeli. Gli arredi sono resi con grande accuratezza: si tratta di “veri” oggetti tridimensionali, che occupano uno spazio fisico e sembrano fatti di materiali “reali”. basilica francescana di Assisi Scene della vita di san Francesco architettura dipinta spazio vero e realistico Presepe di Greccio 2 , 1290-1292 ca., affresco. Assisi, Basilica di San Francesco, chiesa superiore. 2 Il presepe di Greccio  >> pagina 169  Una Madonna in trono Tutti questi elementi tornano in una grande tavola che raffigura la Vergine in trono, con il Bambino in braccio e una folla di santi intorno: si tratta di una Maestà ( ). Come il Crocifisso raffigurato nella scena del , queste grandi tavole di solito venivano appese al tramezzo e dovevano essere chiare e ben visibili a tutti i fedeli. Lo spazio è realistico: che contiene la grande figura della Vergine e ha uno scalino che imita un pavimento marmoreo. Ai lati del trono, i santi si dispongono come : le figure in prima fila coprono con il loro corpo e le loro aureole i santi che si trovano dietro, dando allo spettatore l’impressione di un spazio realistico. Dall’apertura del trono sbucano i volti di due santi: un espediente che ci fa percepire il trono come una vera struttura. Anche gli angeli in primo piano sono simili a sculture tridimensionali e reggono in mano due vasi, simbolo della purezza della Vergine. 3 Presepe di Greccio il trono è un’edicola di marmo una vera folla , 1310 ca., tempera su tavola, 325x204 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi. 3 Madonna di Ognissanti