IL QUATTROCENTO Città ideale e città reale Nel secondo Quattrocento, oltre a costruire nuovi edifici e nuove strutture, gli architetti si dedicano anche a riflessioni teoriche, immaginando . Nonostante le differenze dei vari progetti, tutti hanno in comune l’idea di creare un centro urbano disegnandolo con , ampie strade, palazzi dall’architettura regolare. Nella maggior parte dei casi, questi progetti ideali rimangono pure utopie: sono infatti difficilmente realizzabili nelle città italiane, in cui i restauri e le nuove costruzioni rinascimentali si sovrapporrebbero a una struttura cittadina medievale, fatta di strade curve e strette. città ideali criteri di razionalità e simmetria CONCETTO CHIAVE I della città ideale trovano un’eco nelle architetture dei . progetti palazzi privati La città progettata Rientra in questo momento di riflessioni teoriche sul tema della città ideale anche un misterioso dipinto su tavola di Urbino ( ), che probabilmente faceva parte di una serie di tre e doveva decorare un mobile o un elemento di arredo. Il dipinto raffigura una veduta cittadina in cui due serie di palazzi decorati da elementi classici formano le quinte di una piazza su cui si affaccia un edificio a pianta centrale, una chiesa, come indica la croce sul tetto. Nella raffigurazione della città non compaiono figure umane: i veri , inseriti in una rigida sottolineata dal pavimento a scacchiera. 1 protagonisti sono gli elementi architettonici griglia prospettica , , 1480-1490 ca., tempera su tavola, 67,7x239,4 cm. Urbino, Galleria Nazionale delle Marche. 1 Pittore dell’Italia centrale Città ideale Un’utopia divenuta realtà: la città ideale del papa In molti casi era difficile per un signore stravolgere radicalmente la forma e l’architettura della città: le cosiddette città ideali, immaginate da artisti e architetti rinascimentali, rimanevano così sulla carta. Per questo motivo è eccezionale la “costruzione” di , nella campagna senese, progettata da Bernardo Rossellino nel 1459 per papa Pio II Piccolomini. Il papa vuole ristrutturare profondamente il suo paese natale, Corsignano, e renderlo splendido ispirandosi all’architettura rinascimentale fiorentina. Nasce così Pienza – la “città di Pio”, nuovo nome dell’abitato –, completamente ricostruita, che costituisce l’unico esempio concreto delle teorie sulla città ideale. L’architetto fiorentino immagina e realizza il centro della cittadina come una ( ), dominata dalla facciata della cattedrale e chiusa, come un teatro, da due quinte: il Palazzo Piccolomini e il Palazzo Vescovile. In questo suggestivo spazio gli edifici sono concepiti secondo precise regole di ; anche i grandi riquadri del pavimento sottolineano l’architettura perfetta, come se si trattasse di un dipinto rinascimentale realizzato secondo i princìpi della prospettiva centrale. La cattedrale ricorda le architetture di Leon Battista Alberti; in particolare rielabora il modello del Tempio Malatestiano a Rimini. Pienza piazza a forma di trapezio 2 simmetria , Piazza Pio II con la cattedrale, Palazzo Piccolomini e il Palazzo Vescovile, 1459-1462. Pienza (Siena). 2 Bernardo Rossellino >> pagina 199 Il più bel palazzo rinascimentale Nel corso del Quattrocento Firenze conosce una grande stagione di rinnovamento urbano: diventa, secondo la definizione di un cronista dell’epoca, “una città di palazzi”. Il palazzo è l’espressione della potenza e della ricchezza della famiglia: per costruirlo, spesso vengono abbattute preesistenti costruzioni medievali dall’aspetto irregolare. Un perfetto esempio di questa tipologia è ( ): un cubo rivestito di pietra, che presenta una decorazione chiamata “ ”. Le pietre che decorano l’esterno sono infatti lavorate in modo da apparire in parte irregolari, secondo un procedimento decorativo che nell’antichità era tipico di edifici romani, e a Firenze, nel Medioevo, era stato usato per decorare il palazzo del governo cittadino, Palazzo della Signoria (p. 163). Palazzo Strozzi 3 bugnato , Palazzo Strozzi, esterno, dopo il 1489. Firenze. 3 Benedetto da Maiano