L’OTTOCENTO          VISITA GUIDATA >> analisi d’opera Théodore Géricault La zattera della Medusa 1818-1819 olio su tela 491x716 cm Parigi, Datazione  Tecnica  Dimensioni  Collocazione  Museo del Louvre LA STORIA Nel luglio del 1816 la nave francese affonda. Quasi tutte le persone a bordo muoiono. Solo 15 vengono tratte in salvo dalla nave Argo, dopo aver trascorso 12 giorni in balia delle onde a bordo di una zattera di fortuna, senza cibo né acqua. Géricault, che all’epoca ha 27 anni, rimane molto colpito dall’evento, tanto da realizzare un dipinto di – in genere riservate a importanti soggetti storici – che espone al del 1919. Medusa grandissime dimensioni Salon di Parigi IL SOGGETTO Il pittore rappresenta il momento più drammatico e nello stesso tempo più emozionante della vicenda: quello in cui i naufraghi, animati dall’ultimo filo di speranza, raccolgono tutte le loro forze per riuscire a farsi avvistare dalla nave , che scorgono in lontananza. Argo L’opera racconta La scena si svolge nel mare in tempesta, che rappresenta simbolicamente la , mentre il cielo scuro e minaccioso è squarciato a tratti da spazi azzurri e luminosi, che rappresentano invece la . potenza della Natura luce della speranza  Asset ID: 328 ( )  sta-vidrac-la-zattera-della-medus300.mp4 1 In il dipinto è occupato dalla improvvisata con assi recuperate, tenute insieme da corde che in più punti si stanno allentando. un corpo sdraiato, livido, privo di vita, del quale non vediamo le braccia e la testa, è in parte riverso nell’acqua, imprigionato dall’incastro delle assi. un altro giovane uomo è immerso in mare fino al busto, mentre un altro ancora è trattenuto sulla zattera da un uomo più anziano, disperato. primissimo piano zattera A destra Sulla sinistra 2 c’è un groviglio di persone, alcune sdraiate, prive di forze, altre inginocchiate, aggrappate le une alle altre nel tentativo di rialzarsi. Il è caratterizzato da un doppio impianto piramidale: il primo , nel quale la è formata da uomini in piedi e di spalle, culmina con il naufrago issatosi su una botte di legno che, animato dalla speranza, sventola un lembo di stoffa per farsi avvistare dalla nave Argo, un piccolo punto in lontananza. Sulla zattera secondo piano sulla destra piramide 3 , a bilanciamento del primo, si trova il , culminante nella vela più esterna: il vento la rigonfia, spingendo la zattera non verso la salvezza ma in direzione della grande onda scura, pronta a travolgerla. Sulla sinistra secondo impianto piramidale I gesti e le espressioni esprimono tutta l’angoscia e l’emozione del momento, e la composizione sembra oscillare tra due spinte contrapposte – l’onda minacciosa e la nave lontana – a simboleggiare il , sospesa tra la disperazione e la speranza della salvezza. La forte , di chiara ispirazione caravaggesca, accentua la drammaticità della scena: la luce illumina i corpi rappresentati con crudo realismo, e ne mette in evidenza la perfetta , tipica della pittura di Michelangelo. dramma della condizione umana contrapposizione di luci e ombre resa anatomica