L’ARTE GRECA Prassitele Prassitele, scultore vissuto nel IV secolo a.C., è chiamato anche il “ ” perché preferisce ritrarre che, rispetto ai corpi maschili degli atleti, permettono di realizzare statue dalle curve più sinuose e dalle forme più tondeggianti. Per questo Prassitele usa spesso il , più adatto del bronzo a rendere la morbidezza della figura (mentre il bronzo è più efficace per dare risalto ai dettagli della muscolatura). Il grande scultore ritrae i suoi soggetti in ; sia i gesti sia le espressioni dei volti esprimono dolcezza e serenità. Per esempio, Apollo è rappresentato ancora adolescente ( ) mentre, appoggiato a un albero, mostra l’intenzione di schiacciare la lucertola che vi si sta arrampicando ( significa infatti “che uccide una lucertola”); non appare come un dio maestoso e distaccato, ma molto , anche grazie alla scelta del momento in cui è colto: quello di un gioco infantile. maestro della grazia figure di donne o di adolescenti marmo situazioni quotidiane, semplici 1 Sauroctòno umano CONCETTO CHIAVE La e la delle pose caratterizzano le raffinate opere di Prassitele. grazia naturalezza , copia romana da originale in bronzo del 360 a.C. ca., marmo, h 149 cm. Parigi, Museo del Louvre. 1 Apollo Sauroctòno L’Afrodite più copiata Anche l’ (cioè della città di Cnido) è colta in un momento di intimità: sta per fare il bagno e appoggia l’abito su un vaso con la mano sinistra mentre porta avanti la destra per coprirsi in un gesto di ( ). La veste e il vaso fanno da supporto esterno alla statua, che è leggermente sbilanciata in avanti: Prassitele così sposta il baricentro della figura, rendendola flessuosa e realistica. Si tratta dell’opera più citata dalle fonti antiche e più riprodotta, tanto che ne possediamo oggi numerose copie. Afrodite Cnìdia spontaneo pudore 2 , copia romana da originale del 360 a.C. ca., marmo, h 215 cm. Città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Pio-Clementino. 2 Afrodite Cnìdia