3.1 GLI ALBORI DELLA CIVILTÀ EUROPEA L’AMBIENTE E LE RISORSE La diffusione dell’agricoltura in Europa I concetti chiave Differente sviluppo tra le regioni europee costiere e quelle dell’interno L’età del bronzo e quella del ferro in Europa Le civiltà megalitiche Nel periodo in cui nella mezzaluna fertile si sviluppavano fiorenti civiltà urbane, le comunità umane stanziate nel cuore del continente europeo continuavano a vivere come i loro predecessori paleolitici, traendo sostentamento dalla pastorizia nomade, dalla caccia, dalla pesca e dalla raccolta dei vegetali. Anche dopo la diffusione dell'agricoltura, lo sviluppo delle aree europee fu più lento e difficile e non raggiunse il livello delle civiltà orientali. Accanto al divario tra Vicino Oriente ed Europa, inoltre, ne esisteva uno interno all'Europa stessa: le popolazioni stanziate lungo le coste e sulle isole furono infatti presto coinvolte nei traffici marittimi del Mediterraneo; l’entroterra europeo, invece, restò a lungo ai margini di questa rete di contatti economici e culturali. I menhir del sito archeologico di Carnac, in Bretagna, Francia. L’entroterra e le coste Le ragioni di queste differenze di sviluppo dipendevano in buona parte dalle . In Europa non esistevano valli fluviali con condizioni climatiche e ambientali paragonabili a quelle dell’Egitto o della Mesopotamia, dove la coltivazione di cereali aveva avuto vasta diffusione. Gran parte del continente europeo era ricoperta da foreste e il clima era di tipo continentale; anche lungo le coste meridionali, dove il clima era più mite, le aree pianeggianti erano poco estese e scarsamente irrigate, e le coste erano caratterizzate da ripidi pendii e da terreni aridi, in gran parte brulli e rocciosi. Di conseguenza, gli insediamenti neolitici erano sorti presso le rive dei fiumi o dei laghi, organizzati in villaggi di capanne di legno. Le abitazioni erano circondate da fossati e palizzate o sospese sull'acqua tramite strutture formate da pali di legno, le palafitte, che consentivano di popolare anche zone molto umide e di tenere lontani predatori e nemici. caratteristiche fisiche dei territori L’agricoltura europea La diffusione delle tecniche nel continente europeo avvenne intorno alla metà del VII millennio a.C., grazie ai contatti con il Vicino Oriente. La prima area a entrare in contatto con i popoli del Vicino Oriente fu quella dei Balcani, grazie ai rapporti con la penisola Anatolica. Qui, a partire dall'VIII millennio a.C., si affermarono le prime forme di e di . Dalla penisola Balcanica, l'agricoltura si diffuse poi, tra l'VIII e il V millennio a.C., lungo le zone costiere dell'Europa meridionale; in seguito, tra il V e il IV millennio a.C., arrivò a interessare la valle del Danubio e l’Europa centrale. In questo periodo, lungo le coste affacciate sul Mediterraneo si iniziarono a coltivare l’ e la , che crescevano bene sui pendii e non avevano bisogno di grandi risorse idriche per ri­sultare redditizie. L’olio e il vino permisero così ai popoli medi­terranei di intrattenere scambi con le aree in cui la produzione di cereali, ancora scarsa in Europa, era più fiorente. agricole coltivazione dei cereali allevamento ulivo vite IN SINTESI L’AGRICOLTURA IN EUROPA ritardo nello sviluppo rispetto alle civiltà orientali dovuto al clima continentale e alle scarsità di pianure  VIII millennio a.C.: prime forme di coltivazione di cereali e di allevamento nella penisola Balcanica  VIII-V millennio a.C.: diffusione dell’agricoltura in Europa meridionale  V-IV millennio a.C.: diffusione dell’agricoltura in Europa continentale e inizio della coltivazione di vite e ulivo sulle coste mediterranee   › pagina 155    Lo sviluppo dei commerci Le popolazioni costiere potevano contare sulle risorse economiche derivanti dalle attività legate al mare: la  , in primo luogo, ma anche i  , i quali si intensificarono nel corso del II millennio a.C. (   ).  Lo sviluppo degli scambi fu favorito anche dalla presenza di   nell'Europa continentale. Questa ricchezza di risorse naturali diede vita a un mercato che collegava l'entroterra con il Mediterraneo e grazie al quale i prodotti agricoli e i manufatti provenienti dalle regioni meridionali venivano scambiati con le materie prime dei territori del Nord: per esempio lo , necessario alla produzione del bronzo, e l' , una resina ricavata dai resti fossili delle conifere, con cui si fabbricavano preziosi ornamenti. Un'altra merce molto ricercata, soprattutto perché legata a uno dei pochi metodi conosciuti per conservare i cibi, era il  . Esso proveniva in buona parte dall'area in cui oggi sorge la città di Hallstatt, in Austria, che grazie alle sue  divenne un importante centro per l'estrazione e la lavorazione del sale (   ). Dalle isole – la Sicilia, Malta, l'arcipelago delle Cìcladi, nel mar Egeo – proveniva l' , una pietra di origine vulcanica, molto richiesta perché permetteva di fabbricare strumenti più resistenti del rame e altrettanto taglienti. Ad avvantaggiarsi dei commerci marittimi fu soprattutto  , che, grazie alla sua posizione al centro del Mediterraneo, alla presenza di numerosi porti naturali e ai venti favorevoli, poteva controllare le rotte marittime e scambiare i propri prodotti (vino, olio, metalli preziosi, ceramiche e manufatti in rame e bronzo) con i preziosi tessuti di porpora e gli oggetti in vetro provenienti dalle città fenicie ( ).  pesca commerci marittimi ► CARTA giacimenti di minerali stagno ambra sale miniere ► DOSSIER, p. 156 ossidiana Creta ►  FOCUS I commerci in Europa tra l'VIII e il II millennio a.C.   I commerci in Europa tra l'VIII e il II millennio a.C.: carta interattiva   › pagina 156    Il centro più importante per la sua produzione era situato nella regione corrispondente all'odierna (Repubblica Ceca). Utilizzando il rame proveniente dalla penisola Balcanica e lo stagno delle coste meridionali dell'Inghilterra, gli artigiani locali fabbricavano oggetti di uso quotidiano che venivano esportati anche in Oriente. La distanza fra i luoghi di origine delle materie prime, quelli di produzione dei manufatti e di destinazione finale dei prodotti dimostra che in quell'epoca si erano ormai affermati . Lo sviluppo della avrebbe presto rivoluzionato l'assetto economico e politico del continente europeo. In questo caso la grande trasformazione avvenne pressoché in contemporanea con la mezzaluna fertile, essendo legata alle vaste migrazioni dei popoli indoeuropei che interessarono sia il continente asiatico sia quello europeo. Come accadde nel Vicino Oriente, anche in Europa la metallurgia del ferro fu uno strumento di affermazione di nuove e fiorenti civiltà. L'età del bronzo e del ferro in Europa Come era accaduto per il rame, diffusosi in Europa intorno al 2600 a.C., cioè più di un millennio dopo l'inizio della sua lavorazione nella mezzaluna fertile, anche la diffusione del   avvenne con notevole ritardo. Mentre a Creta e nelle altre isole del Mediterraneo questo metallo era già conosciuto dal III millennio a.C., nell'Europa continentale comparve solo a partire dal 1300 a.C., quando ormai nel Vicino Oriente si andava affermando la metallurgia del ferro. La lavorazione del bronzo stimolò gli scambi delle materie prime necessarie alla sua realizzazione (rame e stagno) e la nascita, in molti villaggi, di fiorenti attività artigianali.  bronzo Boemia commerci di lunga distanza metallurgia del ferro Una parte di una corazza risalente all'età del bronzo.  Brocca di produzione fenicia proveniente da Malta.     DOSSIER TECNOLOGIA L’estrazione del sale Stagni per l'evaporazione del sale sull'isola di Gozo. Per estrarre il sale, gli antichi abitanti di Hallstatt utilizzavano procedimenti in gran parte simili a quelli ancora oggi diffusi nelle miniere di salgemma. I minatori dovevano scavare il terreno in profondità o creare gallerie all'interno delle montagne, fino a trovare i banchi di roccia che inglobavano i minerali di salgemma. Formatisi in ere geologiche antichissime a causa dell'evaporazione di grandi masse d'acqua salata, i giacimenti si trovavano a notevoli profondità. Di conseguenza, il rischio di frane era elevatissimo e rendeva molto pericolosa l'estrazione del sale. Per limitare i crolli, i minatori tentavano di contenere i soffitti e le pareti delle gallerie con l'uso di puntelli e travi di legno. Raggiunti i giacimenti, i minatori usavano l'acqua per staccare il sale dalle rocce, ottenendo una soluzione che, una volta portata in superficie, veniva fatta bollire in grandi vasche. Grazie a questa tecnica, che riproduceva il processo naturale di formazione dei minerali, l'acqua evaporava, lasciando sul fondo delle vasche un deposito di cristalli di sale. Oltre che nei giacimenti sotterranei di salgemma, piuttosto rari in Europa, il sale poteva essere recuperato anche dalle situate lungo i territori costieri (ancora oggi se ne trovano in vari luoghi dell'Italia meridionale); l'evaporazione delle acque marine favorisce infatti la formazione di depositi naturali. Tuttavia, la quantità di sale che si poteva ottenere dalle saline era nettamente inferiore a quella delle miniere; sufficiente solo per il fabbisogno delle popolazioni locali, la produzione delle saline non poteva alimentare commerci di lunga distanza come quelli legati alle miniere di Hallstatt. saline   › pagina 157    FOCUS •  IERI OGGI MERCATO MEDITERRANEO Come nel Vicino Oriente, anche in Europa lo sviluppo della navigazione permise di trasformare il mare in una via di comunicazione fondamentale per l'evoluzione della civiltà. Già nel VI millennio a.C. alcune popolazioni costiere utilizzavano imbarcazioni rudimentali per attraversare brevi tratti di mare. Gli spostamenti marittimi si rivelarono presto molto più vantaggiosi rispetto a quelli terrestri, poiché permettevano di coprire grandi distanze senza dover attraversare le zone montuose del continente, caratterizzate da passaggi impervi e piuttosto pericolose per la presenza di tribù bellicose. Le relazioni commerciali che collegavano le regioni costiere dell'Europa meridionale con i territori africani e mediorientali affacciati sul mar Mediterraneo divennero molto intense tra il II e il I millennio a.C., quando le tecniche di navigazione in mare aperto perfezionate dai Fenici si diffusero tra le popolazioni con cui erano entrati in contatto. Si crearono così le premesse per la nascita di un fittissimo intreccio di scambi, che trasformò il bacino mediterraneo in una sorta di grande mercato comune. Le popolazioni che vi partecipavano potevano trovare uno sbocco commerciale per le produzioni che caratterizzavano le proprie economie e allo stesso tempo reperire materie prime e manufatti di cui erano carenti. Le relazioni commerciali marittime, inoltre, non rappresentavano un'opportunità soltanto per le popolazioni costiere. Le conseguenze dei traffici ebbero riflessi positivi, sia pure in misura minore, anche per l'entroterra europeo, da cui provenivano importanti materie prime che i mercanti delle coste esportavano poi in tutto il Mediterraneo. L'importanza commerciale del Mediterraneo era destinata a crescere nei millenni successivi, prima con la grande fioritura della civiltà greca, poi con l'affermazione della potenza di Roma (non a caso i Romani chiamavano il Mediterraneo ). La sua centralità venne meno solo nella prima età moderna, quando la scoperta dell'America (1492) e i nuovi rapporti commerciali che ne derivarono spostarono l'asse dei traffici marittimi verso l'oceano Atlantico, determinando la fortuna degli Stati che vi si affacciavano (Spagna, Portogallo, Francia, Olanda e Inghilterra). Oggi il Mediterraneo è tornato a costituire un mercato fiorente. Sulle sue coste vivono oltre 130 milioni di persone e sono attivi quasi 300 porti commerciali. Le sue acque vengono attraversate ogni giorno da migliaia di navi mercantili che trasportano materie prime (per esempio il gas naturale proveniente dal Nordafrica) e manufatti.  mare nostrum GUIDA ALLO STUDIO Quali aspetti fisici differenziavano il continente europeo dai territori del Vicino Oriente? Quando si diffuse l'agricoltura in Europa?  Quale isola del Mediterraneo sviluppò maggiormente i commerci marittimi?  Grazie a quali risorse l'entroterra europeo venne coinvolto nei commerci di lunga distanza?     IN SINTESI GLI SCAMBI COMMERCIALI IN EUROPA EUROPA CONTINENTALE stagno rame ambra sale COSTE E ISOLE prodotti agricoli prodotti artigianali