3 L’EUROPA E L’UNIONE EUROPEA 3.4 L’Unione europea Le terribili distruzioni che i due conflitti mondiali avevano provocato, con gravissime conseguenze per la maggior parte della popolazione, diffusero nell’opinione pubblica europea l’aspirazione a nuove relazioni tra le nazioni, improntate alla pace e all’integrazione economica e culturale. Per questo i principali Stati dell’Europa inaugurarono una collaborazione durata decenni che è culminata nella formazione dell’Unione europea (Ue), a cui attualmente aderiscono . Il 23 giugno 2016 la Gran Bretagna ha votato tramite un referendum l’uscita dalla Ue. Questo risultato potrebbe portare nei prossimi anni all’uscita dei Paesi del Regno Unito dalla Ue. L’Ue è un’entità politica dalla natura particolare, in quanto si trova a metà strada tra una (un’associazione di Stati che collaborano conservando però la piena sovranità sui loro rispettivi territori) e una (un’entità politica in cui i singoli Stati cedono completamente al governo centrale la loro sovranità e le loro competenze riguardo a determinati aspetti, come la politica estera o le politiche economiche). Con l’adozione da parte degli Stati dell’Ue di trattati sempre più vincolanti e improntati a una sempre più stretta collaborazione reciproca, come il trattato di Lisbona del 2009, i Paesi europei si stanno progressivamente avvicinando al modello politico della federazione, ed è possibile che in un prossimo futuro essi giungano effettivamente a unirsi in un’unica entità politica pienamente sovrana, una sorta di . 28 Stati confederazione federazione Stati Uniti d’Europa Dalla Cee all’Ue  Mossi da questi ideali di pace e integrazione, nel secondo dopoguerra i principali Stati dell’Europa centroccidentale si impegnarono per stabilire i primi accordi economici, premessa per una futura unità politica. In questa fase si distinsero, per la loro instancabile opera nel promuovere una maggiore cooperazione tra gli Stati europei, Robert Schuman (ministro degli Esteri del governo francese), Konrad Adenauer (cancelliere della Germania occidentale) e Alcide De Gasperi (presidente del Consiglio del governo italiano), oggi considerati i “padri fondatori” dell’Unione europea. Nel fu fondata la (Comunità europea del carbone e dell’acciaio), che stabilì il primo mercato comune, all’interno del quale i prodotti delle industrie siderurgiche potevano essere commerciati liberamente tra gli Stati membri senza il pagamento di dazi alle frontiere. Vi aderirono Francia, Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Con i del i sei Stati della Ceca diedero poi vita alla (Comunità economica europea), che prevedeva l’istituzione di un’ , cioè l’abolizione di tutte le tasse che gravavano sull’importazione e l’esportazioni delle merci da un Paese membro all’altro. Si trattava di un importante passo avanti verso l’integrazione economica delle nazioni europee, che avrebbe favorito la libera circolazione delle merci e dunque lo sviluppo economico degli Stati appartenenti alla Comunità. Contemporaneamente fu fondato l’ (la Comunità europea dell’energia atomica), per coordinare la ricerca nel settore dell’energia nucleare. Nel Ceca, Cee ed Euratom si riunirono in un organismo chiamato semplicemente . La Comunità europea raggiunse ottimi risultati nel campo della cooperazione economica e si allargò progressivamente: nel 1973 vi aderirono la Gran Bretagna, l’Irlanda e la Danimarca, seguite dalla Grecia (1981), e da Spagna e Portogallo (1986). Un passo importante verso l’integrazione politica si ebbe nel , quando per la prima volta i cittadini degli Stati aderenti elessero i loro rappresentanti al . Nel 1986 la Comunità europea cominciò a usare la bandiera europea con dodici stelle gialle in campo blu che è ancora oggi lo stemma dell’Ue. Dal 1° gennaio , la Cee mutò la propria denominazione in , in accordo con il (Paesi Bassi) firmato l’anno precedente. Fin dal 1990, con la firma del (Lussemburgo), era stata raggiunta la cooperazione economica, con la libera circolazione delle merci, delle persone, dei capitali finanziari e dei servizi; l’organismo comunitario europeo era dunque sempre più indirizzato all’unificazione amministrativa, politica e sociale degli Stati aderenti, cioè alla definizione di un’Europa dei cittadini, e non più solo dei mercati economici. Da allora molti altri Stati europei hanno aderito all’Ue: nel sono entrate Austria, Svezia e Finlandia; nel 2004 si sono aggiunti Malta, Cipro e 8 Paesi precedentemente appartenenti al blocco comunista: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Altri ingressi si sono avuti nel , con l’adesione di Bulgaria e Romania, e nel , con l’ingresso della Croazia. 1951 Ceca trattati di Roma 1957 Cee unione doganale Euratom 1967 Comunità europea 1979 Parlamento europeo 1993 Unione europea (Ue) trattato di Maastricht trattato di Schengen 1995 2007 2013 Le tappe dell’unificazione monetaria  Il del 1992 prevedeva anche l’ degli Stati aderenti, con l’adozione di una moneta comune, l’ , che entrò in vigore il 1° gennaio 1999 per le transazioni finanziarie e il 1° gennaio 2002 per gli scambi con monete e banconote. Le forti differenze tra le economie dei Paesi dell’Ue, soprattutto tra quelli di recente adesione e quelli dell’Europa centroccidentale, hanno fatto sì che l’euro non venisse adottato subito da tutti gli Stati membri. Per entrare a far parte dell’ , come è chiamato il gruppo dei Paesi che usano l’euro, è infatti necessario attuare politiche rigorose per assicurare la stabilità economica del proprio Paese. Attualmente la moneta unica è adottata solo in 19 dei 28 Paesi comunitari ( ). Ai Paesi che non hanno ancora adottato l’euro perché le loro economie non sono giudicate sufficientemente solide si aggiungono poi gli Stati, come la Danimarca, che hanno scelto di non adottarlo ancora per timore che esso possa essere controproducente per le loro economie. Un altro passaggio previsto dal trattato di Maastricht era l’istituzione della , entrata in funzione nel 1999, che si occupa di gestire l’emissione della moneta unica. trattato di Maastricht unione monetaria euro Eurozona ▶ CARTA Banca centrale europea I Paesi dell’Eurozona.   Euro: storia e obiettivi   › pagina 357    Verso la Costituzione europea  Se l’unificazione economica degli Stati membri dell’Ue è ormai una realtà, la piena unificazione politica non è stata ancora raggiunta. Le resistenze alla creazione di un’Europa unita anche dal punto di vista politico derivano soprattutto dalle differenti organizzazioni statali tra le nazioni fondatrici e quelle che vi hanno aderito di recente. A questi problemi si aggiungono i dubbi di vaste fasce delle popolazioni dei Paesi dell’Ue riguardo alla possibilità che la sovranità nazionale dei singoli Stati venga affidata a un organismo sovranazionale. Sono questi i motivi che hanno ostacolato la stesura e la ratifica di una , cioè una carta che fissi definitivamente la forma politica e le competenze dell’Ue, sebbene fin dal il , che non è mai entrato in vigore per il rifiuto di alcuni Paesi, prevedesse la sua adozione. Un importante passo in avanti per l’unificazione politica è stato compiuto nel 2007 con la firma del , entrato in vigore nel . Il trattato istituisce formalmente un nuovo organo dell’Ue, il Consiglio europeo, e stabilisce che, nelle votazioni a cui partecipano i Paesi per definire determinati aspetti delle politiche dell’Ue, per fare approvare una deliberazione sia sufficiente la maggioranza qualificata dei voti e non più l’unanimità. Con questa riforma gli Stati membri cedono di fatto una parte della loro sovranità a un altro organismo politico, l’Ue. Costituzione europea 2004 trattato di Roma trattato di Lisbona 2009 GUIDA ALLO STUDIO Quali sono le origini dell’Europa? Quali furono le tappe fondamentali dell’affermazione del primato europeo nel mondo? Quali cambiamenti hanno provocato la fine della centralità europea nel XX secolo?