Alla scoperta dei testi T1 Federico De Roberto Un’amara lezione di storia Tratto da , 1894 I Viceré romanzo L’autore Federico De Roberto nasce a Napoli nel 1861, ma ben presto si trasferisce con la famiglia a Catania, dove frequenta un istituto tecnico e, a soli 15 anni, esordisce nel giornalismo. Dopo il diploma intraprende studi scientifici, ma li abbandona preferendo dedicarsi ai classici da autodidatta. Negli anni Ottanta traduce opere di narrativa, collabora con la stampa periodica, scrive poesie e pubblica le prime raccolte di racconti ( , 1887; , 1888). Subito emerge la cifra personale della sua scrittura: una solida attenzione alla realtà combinata a un talento particolare nella resa psicologica dei personaggi. Non a caso De Roberto diventa amico di Giovanni Verga, scrittore siciliano considerato il padre del Verismo, un movimento letterario che intende rappresentare la società nel modo più fedele e impersonale possibile. Tra i suoi libri più importanti figurano (1891) e (1894). De Roberto muore a Catania nel 1927. La sorte Documenti umani L’illusione I Viceré è un romanzo storico dedicato alle vicende degli Uzeda di Francalanza, un’antica famiglia di aristocratici catanesi. La narrazione si apre alla metà dell’Ottocento, con la morte della vecchia Teresa, moglie del principe Consalvo. Tra gli eredi inizia una violenta guerra di successione, che si conclude con l’affermazione di Giacomo, il figlio primogenito. Nel frattempo la Sicilia viene conquistata da Garibaldi, che la cede a Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Gli Uzeda cavalcano, dove possibile, la nuova condizione storico-sociale, continuando a comportarsi con immoralità e spregiudicatezza. Dopo una giovinezza incurante e smodata, il figlio di Giacomo, Consalvo, intraprende una rampante carriera politica. Qui ci troviamo nella scena conclusiva del romanzo. Donna Ferdinanda, anziana esponente degli Uzeda, giace su un lettino di ferro, provata da un acuto raffreddore. Il nipote Consalvo va a farle visita. Ferdinanda è fortemente indignata per le posizioni progressiste di Consalvo, che è riuscito a farsi eleggere deputato al parlamento italiano. Ma il nipote la convince che, in realtà, nulla è cambiato e adattarsi alle mutate circostanze è solo un modo per rinnovare la cinica supremazia degli Uzeda. I Viceré Un nuovo scoppio di tosse fece soffiare la vecchia come un mantice. Quando calmossi, ella disse con voce affannata, ma con accento di amaro disprezzo: «Tempi obbrobriosi!… Razza degenere!». La botta era diretta anche a lui. Consalvo tacque un poco, a capo chino, ma con un sorriso di beffa sulle labbra, poiché la vecchia  1 2 3 4 5 6       non poteva vederlo. Poi, fiocamente, con tono d’umiltà, riprese: 5 7 «Forse Vostra Eccellenza l’ha anche con me… Se ho fatto qualcosa che le è dispiaciuta, gliene chiedo perdono… Ma la mia coscienza non mi rimprovera nulla… che uno del suo nome sia di nuovo tra i primi del paese… Forse le duole il mezzo 8 col quale questo risultato s’è raggiunto… Creda che duole a me prima che a lei…      Ma noi non scegliamo il tempo nel quale veniamo al mondo; lo troviamo com’è, e com’è dobbiamo accettarlo. Del resto, se è vero che oggi non si sta molto bene, forse che prima si stava d’incanto?». 10 9    zia Ferdinanda, che riceve in casa il nipote Consalvo. 1. la vecchia:    dispositivo che produce un soffio d’aria, usato per la lavorazione dei metalli e per alimentare il fuoco del camino. Qui sta a indicare una forma di respirazione concitata o convulsa. 2. mantice:    si calmò, forma arcaica del passato remoto. 3. calmossi:    infami, disonorevoli. 4. obbrobriosi:    deviata, che abbandona e tradisce i suoi passati valori. 5. degenere:    l’offesa verbale appena pronunciata. 6. La botta:    debolmente. 7. fiocamente:    ce l’ha con me. 8. l’ha anche con me:    benissimo, in modo eccellente. 9. si stava d’incanto: Non una sillaba di risposta. «Vostra Eccellenza giudica obbrobriosa l’età nostra, né io le dirò che tutto vada      per il meglio; ma è certo che il passato par molte volte bello solo perché è passato… L’importante è non lasciarsi sopraffare… Io mi rammento che nel Sessantuno, quando lo zio duca fu eletto la prima volta deputato, mio padre mi disse: “Vedi? Quando c’erano i Viceré, gli Uzeda erano Viceré; ora che abbiamo i deputati, lo zio siede in Parlamento”. Vostra Eccellenza sa che io non andai molto d’accordo con la  15 10     felice memoria; ma egli disse allora una cosa che m’è parsa e mi pare molto giusta… Un tempo la potenza della nostra famiglia veniva dai Re; ora viene dal popolo… La differenza è più di nome che di fatto… Certo, dipendere dalla canaglia non è piacevole; ma neppure molti di quei sovrani erano stinchi di santo. E un uomo solo che tiene nelle proprie mani le redini del mondo e si considera investito d’un  20 11 12 13     potere divino e d’ogni suo capriccio fa legge è più difficile da guadagnare e da serbar propizio che non il gregge umano, numeroso ma per natura servile… E poi, e poi il mutamento è più apparente che reale. […] 25 14 In verità, aveva ragione Salomone quando diceva che non c’è niente di nuovo sotto il sole! Tutti si lagnano della corruzione presente e negano fiducia al sistema  15     elettorale, perché i voti si comprano. Ma sa Vostra Eccellenza che cosa narra Svetonio, celebre scrittore dell’antichità? Narra che Augusto, nei giorni dei comizi, distribuiva mille sesterzi a testa alle tribù di cui faceva parte, perché non prendessero nulla dai candidati!…». Egli diceva queste cose anche per se stesso, per affermarsi nella giustezza delle proprie vedute; ma, poiché la vecchia non si muoveva, pensò  30 16 17 18     che forse s’era assopita e che egli parlava al muro. S’alzò, quindi, per vedere: donna Ferdinanda aveva gli occhi spalancati. Egli continuò, passeggiando per la camera: 35 «La storia è una monotona ripetizione; gli uomini sono stati, sono e saranno sempre gli stessi. Le condizioni esteriori mutano; certo, tra la Sicilia di prima del Sessanta, ancora quasi feudale, e questa d’oggi pare ci sia un abisso; ma la differenza è  19     tutta esteriore. Il primo eletto col suffragio quasi universale non è né un popolano, né un borghese, né un democratico: sono io, perché mi chiamo principe di Francalanza. Il prestigio della nobiltà non è e non può essere spento. Ora che tutti parlano di democrazia, sa qual è il libro più cercato alla biblioteca dell’Università, dove io mi reco qualche volta per i miei studi? L’ dello zio don Eugenio, felice memoria. 40 20 Araldo sicolo 21     Dal tanto maneggiarlo, ne hanno sciupato tre volte la legatura! E consideri un poco: prima, ad esser nobile, uno godeva grandi prerogative, privilegi, immunità, esenzioni di molta importanza. Adesso, se tutto ciò è finito, se la nobiltà è una cosa puramente ideale e nondimeno tutti la cercano, non vuol forse dire che il suo valore e il suo prestigio sono cresciuti?… In politica, Vostra Eccellenza ha serbato 45 22 23     ai Borboni, e questo suo sentimento è certo rispettabilissimo, considerandoli come i sovrani legittimi… Ma la legittimità loro da che dipende? Dal fatto che sono stati sul trono per più di cento anni… Di qui a ottant’anni Vostra Eccellenza riconoscerebbe dunque come legittimi anche i Savoia… Certo, la monarchia assoluta tutelava meglio gl’interessi della nostra casta; ma una forza superiore, una corrente  50 24 25 26     irresistibile l’ha travolta… Dobbiamo farci mettere il piede sul collo anche noi? il nostro dovere, invece di sprezzare le nuove leggi, mi pare quello di servircene!…». 55 27    nel 1861, anno del­l’u­nificazione, entrava a far parte dell’Italia anche la Sicilia, liberata dalla dominazione borbonica l’anno precedente, grazie alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. 10. nel Sessantuno:    espressione rispettosa per indicare un defunto, in questo caso il padre di Consalvo. 11. la felice memoria:    nome collettivo per indicare la plebe, con valore fortemente spregiativo. 12. canaglia:    “non essere uno stinco di santo” è espressione colorita e informale per indicare una persona molto lontana dalla santità, sotto il profilo pratico e morale. 13. neppure molti di quei sovrani erano stinchi di santo:    farselo amico e conservarlo come tale. 14. guadagnare… propizio:    è una citazione dal Qoelet, libro sapienziale dell’Antico Testamento il cui autore pare sia stato Salomone, re di Israele noto per la sua saggezza. 15. Salomone… sotto il sole:    scrittore latino (69 ca-140 d.C.) famoso per le sue  , in cui racconta le biografie degli imperatori romani. 16. Svetonio: Vite dei Cesari    persino Augusto, il primo imperatore romano, otteneva i voti con la corruzione. 17. Narra che Augusto… non prendessero nulla dai candidati:    per convincersi egli stesso delle proprie posizioni. 18. per affermarsi nella giustezza delle proprie vedute:    in condizioni sociopolitiche arretrate, simili a quelle del Medioevo. 19. feudale:    con suffragio universale si indica l’estensione del diritto di voto a tutta la popolazione maggiorenne. Le elezioni del 1882 - in cui Consalvo trionfa diventando deputato nel parlamento italiano - si svolsero in base alla nuova legge elettorale, che estendeva il suffragio a tutti i maschi di almeno 21 anni, che sapessero leggere e scrivere o, in alternativa, che fossero dotati di un determinato reddito. Il suffragio, definito paradossalmente da Consalvo  , era in realtà estremamente limitato: gli aventi diritto di voto, infatti, erano pari al 7% circa della popolazione. 20. suffragio quasi universale: quasi universale    un libro immaginario che, nella finzione del romanzo, è stato scritto dal fratello di Ferdinanda; raccoglie storie e tradizioni del ceto nobiliare siciliano. 21. Araldo…  Eugenio:    rilegatura. 22. legatura:    dispense dal sottostare a un obbligo comune. 23. esenzioni:    i Borbone, sovrani del Regno di Napoli, la cui sconfitta, a opera dei garibaldini, ha portato all’annessione del Sud Italia, Sicilia compresa, al nuovo stato unitario. 24. Borboni:    casa reale del Regno di Sardegna, divenuta, con il processo di unificazione, la dinastia regnante dell’intera Italia. 25. Savoia:    stato monarchico in cui il sovrano accentra in sé ogni potere. Al contrario del vecchio regno borbonico, l’Italia unita era una monarchia parlamentare, in cui il potere del sovrano veniva arginato dall’azione del parlamento. 26. monarchia assoluta:    il   si riferisce alle   appena citate. 27. servircene: ne nuove leggi Travolto dalla foga oratoria, nel tripudio del recente trionfo, col bisogno di giustificarsi agli occhi propri, di rimettersi nelle buone grazie della vecchia, egli improvvisava un altro discorso, il vero, la confutazione di quello tenuto dinanzi alla canaglia,      e la vecchia stava ad ascoltarlo, senza più tossire, soggiogata all’eloquenza del nipote, divertita e quasi cullata da quella recitazione enfatica e teatrale. 60 28 […] «Fisicamente, sì; il nostro sangue è impoverito; eppure ciò non impedisce a molti dei nostri di arrivare sani e vegeti all’invidiabile età di Vostra Eccellenza!… Al morale, essi sono spesso cocciuti, stravaganti, bislacchi, talvolta…» voleva aggiungere  29 30     «pazzi» ma passò oltre. «Non stanno in pace tra loro, si dilaniano continuamente. Ma Vostra Eccellenza pensi al passato! Si rammenti quel Blasco Uzeda, “cognominato nella lingua siciliana , che nel tosco idioma diremmo”; si rammenti di quell’altro Artale Uzeda, cognominato , cioè !… Io e mio padre non siamo andati d’accordo, ed egli mi diseredò; ma il Viceré Ximenes imprigionò  65 31 Sciarra 32 Rissa Sconza Guasta     suo figlio, lo fece condannare a morte… Vostra Eccellenza vede che sotto qualche aspetto è bene che i tempi siano mutati!… E rammenti la fellonia dei figli di Artale; rammenti tutte le liti tra parenti, pei beni confiscati, per le doti delle femmine… Con questo, non intendo giustificare ciò che accade ora. Noi siamo troppo volubili e troppo cocciuti ad un tempo. Guardiamo la zia Chiara, prima capace di morire piuttosto  70 33 34     che di sposare il marchese, poi un’anima in due corpi con lui, poi in guerra ad oltranza. Guardiamo la zia Lucrezia che, viceversa, fece pazzie per sposare Giulente, poi lo disprezzò come un servo, e adesso è tutta una cosa con lui, fino al punto di far la guerra a me e di spingerlo al ridicolo del fiasco elettorale! Guardiamo, in un altro senso, la stessa Teresa. Per obbedienza filiale, per farsi dar della santa, sposò 75 35     chi non amava, affrettò la pazzia ed il suicidio del povero Giovannino; e adesso va ad inginocchiarsi tutti i giorni nella cappella della Beata Ximena, dove arde la lampada accesa per la salute del povero cugino! E la Beata Ximena che cosa fu se non una divina cocciuta? Io stesso, il giorno che mi proposi di mutar vita, non vissi se non per prepararmi alla nuova. Ma la storia della nostra famiglia è piena di simili  80 36 37 38     conversioni repentine, di simili ostinazioni nel bene e nel male… Io farei veramente divertire Vostra Eccellenza, scrivendole tutta la cronaca contemporanea con lo stile degli antichi autori: Vostra Eccellenza riconoscerebbe subito che il suo giudizio non è esatto. No, la nostra razza non è degenerata: è sempre la stessa». 85 Federico De Roberto, , Mondadori, Milano 1991 I Viceré    sopraffatta, sottomessa. 28. soggiogata:    vigorosi, in salute. 29. vegeti:    strambi. 30. bislacchi:    soprannominato. 31. cognominato:    in italiano. 32. nel tosco idioma:    tradimento, malvagità. 33. fellonia:    per i. 34. pei:    pesante insuccesso. 35. fiasco:    Teresa, sorella di Consalvo, innamorata del cugino Giovannino di Radalì, fu costretta dalla famiglia a sposarne il fratello maggiore. Giovannino, distrutto dal dolore, si suicidò. 36. Teresa… Giovannino:    un’antenata degli Uzeda, beatificata per aver convertito grazie alla preghiera il turpe marito Guagliardetto, oltre che per vari altri miracoli. 37. Beata Ximena:    il suicida Giovannino. 38. povero cugino:  >> pagina 469  con il testo a TU per TU Facciamo finta di indossare i panni di Consalvo Uzeda. Entriamo nei suoi pensieri, rivelandone – senza ipocrisie e mascheramenti – la vera natura: «Io discendente dei principi di Francalanza ed ora deputato del Regno, non possiedo rimorso alcuno, e dormo sonni tranquilli. Diseredato da mio padre per la mia vita passata, arrogante e dissoluta, non posso tuttavia scampare al destino che porto nel sangue: detenere il potere. Credete forse che il principe sia colui che si fa carico della pubblica utilità? La plebe non comprende e non comprenderà mai: il potere logora, ma chi non ce l’ha, o chi non ha le spalle per portarne il peso. Per tollerare la miseria del mondo, gli uomini e le donne del popolino hanno bisogno di sentire il vecchio adagio, le solite parole di miele: “Ecco, finalmente tornerete sovrani di voi stessi, dopo secoli di schiavitù sarete liberi”. Doppiamente sciocchi: non sanno che l’unica libertà che forse li attende è quella di scegliere a quale giogo legarsi, e su quale suolo spargere il loro sudore». Anche se non avesse detto apertamente queste parole, un politico reazionario di più di cent’anni fa avrebbe ragionato così. O almeno questa è la convinzione di De Roberto. E oggi, come stanno le cose? Telemaco Signorini,  , 1864. L’alzaia Analisi Il dialogo tra Ferdinanda e Consalvo, posto come epilogo dei , funziona come una potente ricapitolazione dell’intero romanzo. Le vicende del libro, infatti, iniziano a metà dell’Ottocento, quando ancora la Sicilia fa parte del Regno di Napoli, governato dalla dinastia d’origine francese dei Borbone. La conclusione del romanzo, invece, è collocata nel 1882, più di vent’anni dopo che l’Italia ha conseguito l’unità politica. Nella stanza di donna Ferdinanda si confrontano, così, due generazioni diverse. e decrepita , figlia di una cultura rigida, gerarchica e molto conservatrice. Al contrario, , pronto a dismettere gli antichi costumi per cavalcare le nuove forme del potere. Esaminando la struttura della conversazione tra i due personaggi, balza all’occhio un fatto significativo di ordine linguistico-retorico: l’incontro non è un vero dialogo, bensì un di Consalvo, in cui la vecchia Ferdinanda pronuncia poche battute, per poi ascoltare la lunga tirata del suo interlocutore, finendo per rimanerne persuasa. Viceré L’austera signora rappresenta la vecchia nobiltà borbonica Consalvo è un giovane rampollo, assetato e arrivista monologo a senso unico Due generazioni a confronto  >> pagina 470  Nell’anatema biascicato da Ferdinanda ( , rr. 2-3) si riassumono gli argomenti su cui è fondata la sua posizione ideologica: il disprezzo per il presente e l’idea che il sangue degli Uzeda, un tempo integro e degno di rispetto, sia ora inevitabilmente compromesso. Seguendo un’abile strategia retorica, Consalvo parafrasa l’argomento di Fernanda, e lo confuta appellandosi a una precisa convinzione: molte volte, il passato viene idealizzato come una mitica età dell’oro, soltanto perché è perduto e non può più tornare. È molto più comodo credere in una grandezza originaria – decaduta in un secondo momento – che affrontare la complessità del nuovo e le sfide del presente. (rr. 15-16): Consalvo oppone al rimpianto nostalgico della zia un argomento pratico. , e le mutate condizioni si rivelano addirittura più favorevoli delle vecchie. I sovrani di un tempo non sono migliori del popolo (r. 22), e quest’ultimo è molto più facile da imbonire e controllare. Tempi obbrobriosi!… Razza degenere! Ma è certo che il passato par molte volte bello solo perché è passato… L’importante è non lasciarsi sopraffare… Ciò che conta veramente è stare a galla canaglia Il mito dell’età dell’oro Il discorso di Consalvo è costruito retoricamente con la consumata abilità del politico, che sa come parlare al suo pubblico, persuadendolo. Egli oppone al chiuso conservatorismo di Ferdinanda un’analisi lucidissima, che spiega la storia molto meglio di un tradizionale atteggiamento reazionario e che può essere così sintetizzata: nobili e potenti riescono a trionfare anche senza il diritto divino, e in un paese (r. 39) come la Sicilia la giovane Italia non ha saputo pianificare adeguatamente un programma di crescita, confermando o talvolta peggiorando la situazione preesistente. Il discorso di Consalvo riflette le idee dell’autore, convinto che, a dispetto del facile mito del progresso, la natura umana non cambi mai, basata com’è sull’ sulla ( , rr. 28-29; , rr. 37-38). feudale egoismo e lotta per ottenere potere e prestigio sociale In verità, aveva ragione Salomone quando diceva che non c’ è niente di nuovo sotto il sole ! La storia è una monotona ripetizione; gli uomini sono stati, sono e saranno sempre gli stessi Va aggiunto inoltre un altro elemento. Prima del suo incontro con Ferdinanda, Consalvo aveva tenuto un discorso al popolo completamente opposto, improntato agli ideali della sinistra liberale e del socialismo. Ora, di fronte alla vecchia nobildonna, “improvvisa” invece (r. 59), dicendo apertamente ciò che pensa. Per quanto sgradevole e meschino possa sembrare, egli manifesta in tal modo una grande lucidità nell’interpretare le dinamiche della storia e le , alimentate da false promesse elettorali o dall’opportunistica pratica del trasformismo. un altro discorso, il vero perverse logiche del potere La nuova politica tra immobilismo e opportunismo Dal tema più propriamente politico Consalvo – nell’ultima parte del monologo – passa a confutare la seconda esclamazione di Ferdinanda, (r. 3). Ancora una volta, gli argomenti usati sono quasi inoppugnabili: non c’è nessun recente “impoverimento” morale della stirpe, perché gli Uzeda sono sempre stati dei “degenerati” dal “sangue malato”. Avvezzi per lunga consuetudine a sposarsi tra loro – com’era costume di molte casate nobiliari, spinte dal proposito di preservare la purezza del sangue –, avevano fatalmente minato nel tempo il loro patrimonio genetico. Inoltre, la continua familiarità con il potere aveva corrotto e inquinato la loro statura morale. Così, fin dai vecchi antenati la nobile e altera stirpe degli Uzeda consisteva, in realtà, in una . Emergono, dunque, il il con cui De Roberto guarda alla natura umana: nemmeno le persone – al pari della storia – possono cambiare; possono sperare al massimo di prosperare sulla pelle dei loro simili. Razza degenere! genia di squilibrati, preda di passioni ingestibili e distruttive pessimismo e crudo realismo “Sangue malato”  >> pagina 471  Laboratorio sul testo Comprendere Il brano è ambientato 1.  all’epoca dell’Unità d’Italia (1861).       A   una ventina d’anni dopo l’Unità d’Italia.       B   prima dell’Unità d’Italia, durante le campagne di Garibaldi.       C   durante la Rivoluzione francese.       D  Quali sono le posizioni politiche di Consalvo Uzeda? 2.  È un sincero democratico.       A   È un sostenitore dei Borbone.       B   È un sostenitore dei Savoia.       C   Mira soltanto a mantenere il proprio pre­stigio.       D  Chi o che cosa viene definito da Consalvo la ? 3. canaglia  Il popolo.       A   Il re della dinastia dei Savoia.       B   Il parlamento.       C   La zia Ferdinanda.       D  Consalvo ricorda alla vecchia zia le vicende degli antenati Blasco e Artale Uzeda perché 4.  rimpiange i tempi in cui la nobiltà feudale aveva potere e privilegi.       A   vuole presentarsi come loro legittimo erede.       B   vuole dimostrare che la famiglia Uzeda non è degenerata solo negli ultimi tempi.       C   era legato a loro da un sincero affetto.       D  Che cosa hanno fatto le donne di casa Uzeda di Francalanza, cocciute e volubili al tempo stesso? 5. Analizzare e interpretare Individua i passi in cui Consalvo riflette sul mutare dei tempi: egli ritiene che ci sia un vero e proprio progresso? Che cosa bisogna fare, quando i tempi mutano? 6. Quale idea del popolo ha Consalvo? 7. Nel suo discorso, Consalvo inserisce alcune citazioni: da quali testi? Perché? 8. Che cosa pensa Consalvo degli antichi sovrani? (sono possibili più risposte) 9.  Li rimpiange come fa la vecchia zia.       A   Li ritiene dei modelli di comportamento.       B   Pensa che molti di loro si comportassero in maniera riprovevole.       C   Pensa che fossero difficili da compiacere e da renderseli amici.       D   Pensa che fossero investiti di un potere divino.       E   Pensa che tutelassero meglio gli interessi dei nobili.       F   Pensa che anch’essi fossero corrotti.       G   Pensa che i Borbone fossero i sovrani legittimi.       H   Pensa che la loro legittimità dipenda dalla durata del regno.        I   Quale idea della politica ha Consalvo? Rispondi facendo riferimento ai passi del testo. 10.  >> pagina 472  competenze linguistiche Stabilisci, tra quelli proposti, il sinonimo più adatto. 11. Lessico. I sinonimi. a) ( / ) ella disse con voce affannata roca ansimante , ma con accento di amaro disprezzo b) ( / ) Vostra Eccellenza non può dolersi rimproverare addolorarsi che uno del suo nome sia di nuovo tra i primi del paese c) ( / ) L’importante è non lasciarsi sopraffare vincere sopraggiungere d) ( / ) poiché la vecchia non si muoveva, pensò che forse s’era assopita distratta addormentata e) ( / ) Certo, la monarchia assoluta tutelava meglio gl’interessi della nostra casta gruppo sociale famiglia f) ( / ) Travolto dalla foga entusiasmo ansia oratoria g) ( / ) Dove arde si trova brucia la lampada accesa per la salute del povero cugino h) ( / ) Ma la storia della nostra famiglia è piena di simili conversioni repentine immotivate improvvise Stabilisci, tra quelli proposti, il connettivo più adatto. 12. Coordinazione e subordinazione. a) ( / ) Vostra Eccellenza non può dolersi che affinché poiché uno del suo nome sia di nuovo tra i primi del paese b) ( / ) Del resto insomma quindi , se è vero che oggi non si sta molto bene, forse che prima si stava d’incanto? c) ( / ) In verità, aveva ragione Salomone quando poiché se diceva che non c’è niente di nuovo sotto il sole! d) (  / ) Augusto, nei giorni dei comizi, distribuiva mille sesterzi a testa alle tribù di cui faceva parte, perché poiché affinché non prendessero nulla dai candidati e) ( / ) Ora che mentre dove tutti parlano di democrazia, sa qual è il libro più cercato alla biblioteca dell’Università f) ( / ) se la nobiltà è una cosa puramente ideale e nondimeno però quindi tutti la cercano g) ( / ) Di qui a ottant’anni Vostra Eccellenza riconoscerebbe dunque senza dubbio forse come legittimi anche i Savoia h) ( / ) il nostro sangue è impoverito; eppure ma invece ciò non impedisce a molti dei nostri di arrivare sani e vegeti all’invidiabile età di Vostra Eccellenza PRODURRE Utilizzando gli elementi del discorso di Consalvo che si riferiscono alla visione del mondo della vecchia zia, prova a stendere un discorso parallelo in cui l’anziana nobildonna sostenga che davvero i tempi sono obbrobriosi. 13. Scrivere per argomentare. LETTERATURA E NON SOLO: SPUNTI DI RICERCA INTERDISCIPLINARE CITTADINANZA E COSTITUZIONE Consalvo definisce erroneamente a (r. 40) il sistema elettorale in vigore nel 1882. Fai una ricerca per comprendere come si è evoluto il sistema di voto in Italia dall’Unità a oggi e quali possono essere le differenti forme di suffragio. suffragio quasi universale SPUNTI PER DISCUTERE IN CLASSE Dal discorso di Consalvo emerge un’idea della politica come mezzo per garantire i privilegi di una ristretta classe sociale. Anche oggi molti ritengono (a torto o a ragione) che sia così, ma a che cosa dovrebbe servire, davvero, la politica?