Unità 3 L’antico Egitto Le coordinate dell’arte Le origini  Attorno alle rive del , le cui periodiche inondazioni rendono fertili i terreni depositandovi ingenti quantità di , nascono nel corso del IV millennio a.C. fiorenti insediamenti rurali che presto si trasformano in vere e proprie città, dapprima autonome poi raccolte nei due regni dell’Alto e del Basso Egitto. Attorno al volgere del millennio si compie l’unificazione territoriale (con capitale a Menfi) e si consolida la struttura sociale rigidamente suddivisa in caste (sacerdoti, nobili-guerrieri, commercianti e artigiani, contadini e operai) al cui vertice sta il , il sovrano divinizzato che accentra su di sé i poteri legislativo, militare e religioso. Nilo limo faraone La valle del Nilo con i principali centri urbani dell’antico Egitto. Sviluppo cronologico della civiltà egizia  Nel 2682 a.C., con l’ascesa al potere di Nebka, il primo faraone della III dinastia, si può collocare l’inizio dell’ (2682-2191 a.C.) il primo periodo di grande sviluppo della civiltà egizia definito anche “ ” perché trova il proprio emblema nel gigantesco monumento funerario che celava e difendeva la salma del faraone. Dopo una fase di lotte per la successione al potere ( ) durante la quale l’Alto e il Basso Egitto tornano a dividersi, si apre, con la riunificazione territoriale operata da Mentuhotep I, il cosiddetto (2119-1793 a.C.). Tebe, che si sostituisce a Menfi nel ruolo di capitale, diviene ora il centro propulsore del rinnovamento dei modelli architettonici: scomparso l’uso della piramide, si afferma quello della (direttamente scavata nella roccia) mentre acquista sempre maggior rilevanza la tipologia del tempio del quale, in questo periodo, vengono sviluppati i modelli costruttivi. Tra il 1793 e il 1550 a.C. si situa un nuovo periodo di decadenza politica e militare ( ) che spiana la strada alla , popolo nomade d’origine asiatica. La cacciata degli Hyksos e la nuova unificazione portata a termine da Thutmosi I segnano l’inizio del (1550-1069 a.C.) periodo di massima espansione territoriale, potenza militare e magnificenza artistica della civiltà egizia. Al Nuovo regno risalgono infatti le sontuose tombe della e della oltre a magnifici templi, tra i quali quelli di Luxor (antica Tebe) e Abu Simbel, che fanno parlare di questa epoca come “ ”. Ad una terza crisi politica ed istituzionale ( 1069-664 a.C.) segue l’ (664-332 a.C.) durante la quale la capitale viene spostata a Sais, sul delta del Nilo, con l’intento di riorganizzare il potere delle dinastie indigene contro le invasioni degli (671 a.C.) e dei (525 a.C.). Il definitivo assoggettamento dell’Egitto alle potenze straniere è segnato dalla del 332 a.C. al quale segue il (dal suo fondatore Tolomeo, uno dei generali di Alessandro) che si conclude con la trasformazione dell’Egitto in (30 a.C.). Antico regno età delle piramidi Primo periodo intermedio Medio regno tomba rupestre Secondo periodo intermedio dominazione degli Hyksos Nuovo regno Valle dei Re Valle delle Regine età dei templi Terzo periodo intermedio epoca tarda Assiri Persiani conquista di Alessandro Magno governo della dinastia Tolemaica provincia romana , pasta silicea egizia. Il Cairo, Museo Egizio. Ippopotamo con piante acquatiche e uccellino , 3100 a.C. ca., incisione su grovacca, 64x42 cm. Il Cairo, Museo Egizio. Tavoletta di Narmer  › pagina 45  IL TEMPO LE OPERE 3007-2682 a.C. Epoca arcaica o protodinastica 3000 a.C. 2682-2191 a.C.  – Capitale Menfi Antico regno ? -2566 a.C. Regno di Cheope     2512-2508 a.C. Regno di Micerino     2500 a.C.   Sfinge di Giza   2479-2322 a.C.   Statua di Kaaper 2250 a.C.   Piramide di Cheope 2191-2119 a.C. Primo periodo intermedio 2119-1793 a.C. – Capitale Tebe Espansione del territorio con annessione della Nubia, della Palestina e della Fenicia Medio regno 2000 a.C. 1793-1550 a.C. ca. Secondo periodo intermedio 1648-1539 a.C. Invasione da parte degli Hyksos     1550-1069 a.C. – Capitale Tebe Nuovo regno 1550-1292 a.C.   Tomba di Nebamon 1479-1425 a.C.   Statua di Thutmosi III 1352-1335 a.C. Regno di Amenofi IV/Akhenaton (epoca amarniana)   1351 a.C.   Busto della regina Nefertiti 1333-1323 a.C. ca   Maschera funeraria di Tutankhamon   1292-1185 a.C.   Libro dei Morti di Hunefer   1279-1212 a.C. Regno di Ramesse II Massima espansione del territorio egiziano: conquista della Siria e della Mesopotamia     1250 a.C.   Tempio di Ramesse II 1069-664 a.C. Terzo periodo intermedio 1000 a.C. 671 a.C. Invasione assira     664-332 a.C. – Capitale Sais Epoca tarda 525 a.C. Invasione persiana     332 a.C. Alessandro Magno conquista l’Egitto     332-30 a.C. Periodo tolemaico 30 a.C. L’Egitto diviene provincia romana      › pagina 42  Dalle immagini al linguaggio scritto  Analogamente a quanto avviene in area mesopotamica, anche in Egitto si inizia a mettere a punto un linguaggio scritto, basato dapprima sugli ideogrammi e successivamente su segni fonetici: la . È la definizione stessa del linguaggio scritto dell’antico Egitto ad introdurci a quello che per questa civiltà è il significato più profondo dell’utilizzo delle immagini. Il termine “geroglifico” (dal greco , “sacro”, e , “incidere”) si traduce infatti come “incisione sacra” ed è proprio nel valore religioso delle immagini che possiamo comprendere l’essenza del linguaggio figurativo di questa civiltà. Anche nel caso della scrittura, alle immagini è dunque assegnata la funzione di “spiegare” la realtà piuttosto che “mostrarla”. scrittura geroglifica hieròs glýphein Sebbene l’arte egizia presenti un carattere prevalentemente astratto e idealizzato non è del tutto assente una certa attenzione al , soprattutto in relazione a racconti o figure non direttamente connesse con la persona del faraone. In pittura sono soprattutto alcuni dettagli delle scene di vita quotidiana a essere trattati con fresca vivacità e acuto spirito d’osservazione, come nel caso della decorazione della tomba di Nebamon, mentre in scultura il caso più evidente è quello dei cosiddetti “servi della tomba”, piccole raffigurazioni in legno o terracotta di uomini e donne intenti nei lavori quotidiani che vengono introdotti come parte del corredo funerario a partire dalla V dinastia (2420-2340 a.C.). Caso del tutto particolare è infine rappresentato dal cosiddetto , un radicale mutamento di stile che risponde a profonde riforme religiose e politiche promosse dal faraone stesso. (1352-1335 a.C. circa), con l’intento di ridimensionare il potere assunto dai sacerdoti, introduce un culto solare monoteistico incentrato sulla divinità solare Aton, mutando il proprio nome in Akhenaton (letteralmente “utile ad Aton”) e fondando una nuova capitale battezzata col proprio nome (l’attuale Tell el-Amarna). L’arte prodotta in questo periodo rompe bruscamente con la tradizione per approdare ad un energico , non privo di tratti quasi espressionistici, che coinvolge anche le rappresentazioni del faraone e dei membri della sua famiglia, come possiamo osservare nel torso femminile, forse ritraente la stessa consorte di Akhenaton, la regina Nefertiti, caratterizzato da una intensa ricerca della bellezza del corpo umano nella sua reale fisicità. Le innovazioni stilistiche del periodo amarniano vengono tuttavia rapidamente cancellate insieme alla memoria del “faraone eretico” per un già evidente nella maschera funeraria del suo successore Tutankhamon. I caratteri dell’arte egizia presentano dunque una attraverso i millenni. Da notare infine l’ degli artisti: l’opera d’arte è sempre il risultato di un lavoro collettivo che è impossibile attribuire a una singola personalità. Forma, funzioni e idee La religione egizia è di tipo . Le numerose divinità hanno in genere caratteristiche zoomorfe, sono cioè rappresentate con testa di animale e corpo umano. Assoluta centralità è occupata dal . Secondo la credenza l’anima, per poter accedere al mondo dell’aldilà, doveva presentarsi di fronte al tribunale di Osiride: la descrizione delle gesta compiute in vita dal defunto, narrate nella decorazione pittorica e scultorea delle tombe, serviva appunto a superare il giudizio divino, così come l’applicazione quanto mai rigorosa degli attributi iconografici serviva al suo riconoscimento presso la corte celeste. È proprio l’importanza del ruolo assegnato all’arte per il buon esito del viaggio ultraterreno a far sì che venissero codificati, spesso sotto lo stretto e diretto controllo dei sacerdoti, degli schemi figurativi rigidamente canonizzati. L’arte egizia dunque, dovendo assolvere a funzioni magiche e rituali, adotta un che preferisce, rispetto alla riproduzione visibile della realtà, procedimenti della rappresentazione simili a quelli già osservati nell’arte delle civiltà mesopotamiche: politeistico culto dei morti linguaggio di natura fortemente simbolica una generale semplificazione geometrica; l’assenza di resa della profondità spaziale; l’utilizzo dello “schema a montaggio”. dato naturalistico “realismo” d’epoca amarniana Amenofi IV realismo ritorno alla tradizione straordinaria continuità assoluta anonimia , metà del XIV sec. a.C., quarzite rosa. Parigi, Louvre (dal palazzo di Akhenaton a Tell el-Amarna). Torso femminile (regina Nefertiti?) , 1333-1323 a.C. ca, oro, smalti e pietre dure, h 62 cm. Il Cairo, Museo Egizio. Maschera funeraria di Tutankhamon GUIDA ALLO STUDIO I concetti chiave la civiltà egizia si sviluppa tra la fine del IV millennio a.C. e il 30 a.C. quando il suo territorio diviene provincia dell’impero romano. Quando: il potere assoluto è riservato al faraone, il sovrano divinizzato, al di sotto del quale stanno le classi dei sacerdoti, dei nobili-guerrieri, dei commercianti e degli artigiani e infine dei contadini e degli operai. Struttura sociale: è di tipo politeistico, le sue divinità sono rappresentazioni antropomorfiche e zoomorfe delle forze naturali. La religione egizia: l’arte egizia è chiamata, in via quasi esclusiva, ad assolvere alle funzioni magico-religiose relative al culto dei morti. Funzioni dell’arte: è di natura fortemente simbolica, astratta e idealizzata. La tendenza è alla formulazione di schemi figurativi canonizzati che si ripetono per lunghi archi temporali. Il linguaggio figurativo dell’antico Egitto: