Unità 4 L’Impressionismo Le coordinate dell’arte L’Europa nella seconda metà dell’Ottocento All’indomani dei moti rivoluzionari, la scena europea è caratterizzata dalla contrapposizione di due figure politiche di primo piano: da un lato e dall’altro il che, già durante il Congresso di Vienna (1815), si era imposto come guida, in funzione antifrancese, nel processo di restaurazione. Le due potenze mostrano ben presto interessi espansionistici tra loro inconciliabili che portano a crescenti tensioni: lo scontro armato che ne scaturisce si conclude solo nel 1870 con la sconfitta della Francia nella , che segna la fine del periodo imperiale e l’avvio della Terza Repubblica (1872). Sul fronte tedesco lo scontro porta invece a un’accelerazione del processo di unificazione nazionale, di cui si fa promotore il Regno di Prussia: nel 1871 nasce l’ (con l’esclusione dell’Austria) sotto la guida di Guglielmo I. Anche in Italia ha fine la frammentazione geografica che aveva caratterizzato per secoli il profilo della Penisola: il 17 marzo viene proclamato il Regno d’Italia. Il processo potrà però dirsi concluso solo nel con l’annessione anche di Roma che, l’anno successivo, diviene la capitale del nuovo regno. Napoleone III cancelliere prussiano Bismark battaglia di Sedan impero tedesco 1861 1870 L’Europa del 1871. La nascita della modernità In questo periodo si assiste alla nascita e alla definizione di che ha come centro di elaborazione e irradiazione e che segna un ulteriore e decisivo passo verso l’emancipazione dell’arte da un’estetica fortemente condizionata dai princìpi accademici. Questo processo era già iniziato con il Romanticismo: nel 1827, infatti, lo scrittore francese Victor Hugo (1802-1885), nella prefazione del suo , considerato il manifesto del Romanticismo letterario, osservava che nella Creazione il brutto esiste accanto al bello, e che l’arte deve dare conto di questa complessità, abbandonando ogni principio idealizzante; la stessa idea è portata avanti dal poeta francese Charles Baudelaire, che si fa cantore della “modernità”, la cui essenza a suo parere deve essere riconosciuta in tutto ciò che è transitorio e fugace. Baudelaire indica al pittore la necessità di cogliere questa modernità attraverso ( , 1863); leggendo le sue parole è inevitabile pensare alla rapidità di tocco, all’immediatezza che la pittura impressionista intende restituire. Il processo di , le cui radici, come si è detto, vanno rintracciate nella prima metà dell’Ottocento, riguarderà tutto il “sistema Accademia”, dai princìpi estetici, ai metodi di insegnamento, fino al suo modello espositivo per eccellenza, il . Quando, nel 1863, la giuria incaricata di selezionare le opere che avrebbero dovuto comporre il di quell’anno stabilisce l’esclusione di più di 3000 lavori, Napoleone III, nel tentativo di arginare il diffuso e sentito malcontento, cerca una soluzione di compromesso istituendo un’esposizione parallela, il . Si tratta di un ulteriore segnale di cambiamento: l’iniziativa dell’imperatore di fatto mette in discussione l’autorità accademica, dando spazio e visibilità ad artisti che portano avanti una ricerca alternativa. Il suo successo getta le basi per la creazione del cosiddetto (1884), organizzato dalla , che sancisce la nascita di un modello espositivo totalmente slegato dalle istituzioni ufficiali, senza premi né selezione da parte di una giuria. un nuovo linguaggio artistico Parigi Cromwell un’esecuzione che sia altrettanto pronta e rapida Il pittore della vita moderna critica verso la “tradizione” Salon Salon Salon des Refusés Salon des Indépendants Société des artistes indépendants , , particolare, 1874, olio su tela, 81x100 cm. Monaco, Neue Pinakothek. Édouard Manet Claude Monet con la moglie nel suo studio galleggiante › pagina 121 IL TEMPO LE OPERE 1852 Napoleone III è incoronato imperatore di Francia 1855 Gustave Courbet realizza il Padiglione del Realismo 1860 1861 Proclamazione dell’Unità d’Italia 1863 Salon des Refusés Édouard Manet, La colazione sull’erba Édouard Manet, Olympia 1866 Terza guerra d’indipendenza in Italia 1868-1869 Claude Monet, La gazza 1870 1870 Battaglia di Sedan, cade l’impero di Napoleone III: in Francia si costituisce la Repubblica; Breccia di Porta Pia: Roma è annessa al Regno d’Italia 1871 Nasce l’impero tedesco con Guglielmo I 1872 Claude Monet, Impressione, sole nascente 1873 Edgar Degas, L’assenzio 1873-1876 Edgar Degas, La lezione di danza 1874 Prima mostra impressionista presso lo studio di Nadar 1875 Gustave Caillebotte, I raschiatori di parquet 1876 Pierre-Auguste Renoir, Ballo al Moulin de la Galette 1877 Camille Pissarro, I tetti rossi 1880 1880-1881 ca. Edgar Degas, Piccola danzatrice di quattordici anni 1880-1881 Pierre-Auguste Renoir, Colazione dei canottieri a Bougival 1881 Giuseppe De Nittis, Le corse al Bois de Boulogne 1881-1882 Édouard Manet, Bar delle Folies-Bergère 1884 Salon des Indépendents 1885 Invenzione dell’automobile 1886 Ultima mostra impressionista 1888 Giovanni Boldini, Il ritratto di Emiliana Concha de Ossa 1889 Quarta Esposizione Universale a Parigi John Singer Sargent, Paul Helleu dipinge con la moglie accanto 1890 Medardo Rosso, Ritratto di Henri Rouart 1892 Claude Monet, La Cattedrale di Rouen effetto sole, tramonto 1895 Invenzione del cinematografo 1914-1926 Claude Monet, Le ninfee (Riflessi verdi) › pagina 122 La Prima mostra impressionista La data di nascita dell’Impressionismo è convenzionalmente fissata nel 1874, quando il fotografo Felix Nadar (1820-1910) ospita nel proprio studio la di un gruppo di artisti che, legati da interessi comuni, aveva fondato la . Claude Monet espone proprio in quell’occasione la tela che ha dato il nome al gruppo, : è infatti dal titolo di quest’opera che il critico Louis Leroy ha coniato il termine per indicare, in senso dispregiativo, la tecnica pittorica messa a punto dal gruppo. La tela, che descrive il porto di Le Havre all’alba, mostra in modo efficace l’intento e le caratteristiche della nuova poetica, ovvero il tentativo di . Questa è raccontata attraverso un linguaggio originale, anticonvenzionale, che individua nella rapidità di tocco e nella stesura fluida la chiave per comunicare l’immediatezza della sensazione. Il paesaggio e gli elementi che lo compongono sono appena accennati perché la vera : sono le condizioni di luce a determinare il paesaggio, o meglio la percezione, l’impressione, che il soggetto riceve osservandolo. Si tratta di un’opera che intende “raccontare” un’atmosfera, riproducendo gli effetti della luce mediante il colore, e che quindi si concentra sul , prima che sul , riconoscendo alla forma una priorità sul contenuto. In questo aspetto risiede la grande novità della pittura impressionista, che aprirà la strada alle ricerche delle Avanguardie artistiche di inizio Novecento. La mostra del 1874 non segna però l’avvio della nuova poetica, perché il gruppo – composto, tra gli altri, da Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Paul Cézanne, Alfred Sisley, Camille Pissarro e dalla pittrice Berthe Morisot – aveva iniziato a realizzare le proprie opere circa un decennio prima. Colpiti dalle novità della , si ritrovano assiduamente al Caffè Guerbois, un luogo volutamente informale, per discutere insieme di arte, interrogandosi sul concetto di modernità, senza peraltro voler elaborare alcuna teoria condivisa o redigere alcun manifesto. mostra Société anonyme des artistes peintres, sculpteurs, graveurs Impressione, sole nascente restituire l’impressione che l’occhio riceve osservando la realtà protagonista dell’opera è la luce come che cosa pittura realista di Courbet , , 1872, olio su tela, 48x63 cm. Parigi Musée Marmottan Monet. Claude Monet Impressione, sole nascente Forma, funzioni e idee Impressionismo e Realismo possono essere considerate due facce della stessa medaglia: pur condividendo lo stesso orizzonte culturale (si tratta di esperienze cronologicamente molto vicine), lo – l’ (che non significherà per tutti esecuzione ) – e la stessa volontà di raccontare la realtà contemporanea, arriveranno a . In un’epoca caratterizzata da continui cambiamenti, da un’accelerazione che appare inarrestabile in termini di sviluppo economico e scientifico, che avrà ripercussioni evidenti anche a livello politico e sociale, i pittori impressionisti non scelgono la fedeltà della rappresentazione, ma decidono di , la fugacità, in altre parole, come si è detto, la modernità. A questo si aggiunge la presa di coscienza che ciò che chiamiamo realtà è il frutto di una personale esperienza visiva, ovvero della . Da qui il , che invece imponevano una descrizione attenta del soggetto, una definizione puntuale, una stesura curata, con l’impiego di strumenti come il chiaroscuro e la costruzione prospettica, per giungere a una totale ridefinizione della “grammatica della figurazione” e a un nuovo lessico figurativo (tanto in pittura quanto in scultura). Si tratta, infatti, di una ricerca che si interroga principalmente sul modo di dipingere e sui mezzi espressivi, ovvero sugli strumenti che il pittore ha a disposizione per descrivere la realtà. Questo si rispecchierà anche sulla scelta di soggetti che si prestino più di altri a descrivere la fugacità dell’impressione. nei quadri impressionisti sono per esempio l’ , che varia in continuazione il proprio aspetto in relazione alla luce e alle condizioni atmosferiche, ma anche la che, brulicante, anima i , i e i della Parigi dell’epoca. Il desiderio di restituire l’immediatezza della visione si esplicita spesso in una e soprattutto nella , resa possibile dall’invenzione e diffusione di colori prodotti industrialmente, contenuti in tubetti e dunque facilmente trasportabili e disponibili in una gamma di gradazioni cromatiche più chiare e brillanti rispetto a quelle tradizionali, un tempo realizzate dai pittori stessi. Un altro elemento che ha probabilmente influito sulla definizione del nuovo linguaggio è la conoscenza dell’ . L’apertura del Giappone alle relazioni commerciali con l’estero, proibite dal governo fino al 1858, ha portato delle conseguenze anche sul piano culturale: l’Occidente entra in contatto con una realtà figurativa completamente diversa che darà forma al fenomeno del cosiddetto . Gli impressionisti apprezzano e collezionano stampe e oggetti giapponesi, in cui ritrovano l’interesse per temi non convenzionali (dal paesaggio al racconto della società contemporanea, dei suoi passatempi e svaghi). Monet, in particolare, sarà attratto da questo tipo di arte e ne riprenderà il metodo della serie: uno stesso soggetto, una stessa veduta, ritratti più volte per documentare come al variare delle condizioni atmosferiche si modifichino anche i colori e la percezione delle cose. Si tratta di un’arte che non impiega il chiaroscuro né la prospettiva, che ama i colori contrastanti e le inquadrature particolari, dimostrando la validità di un linguaggio che non conosce i princìpi fondamentali su cui, per secoli, si è basato l’insegnamento accademico occidentale. stesso approccio osservazione diretta dal vero en plein air esiti molto diversi testimoniare la precarietà dei tempi soggettività della visione rifiuto delle convenzioni figurative tradizionali Elementi ricorrenti acqua folla boulevard caffè locali notturni pittura condotta en plein air rapidità di esecuzione arte giapponese japonisme , , 1906, cera, 43x66x25 cm. Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi. Medardo Rosso Ecce Puer , , 1897, olio su tela, 64,8x81,3 cm. New York, The Metropolitan Museum of Art. Camille Pissarro Boulevard Montmartre in un mattino d’inverno , (dalla ), 1830 ca., xilografia policroma, 25,7x37,9 cm. New York, The Metropolitan Museum of Art. Katsushika Hokusai La grande onda a Kanagawa Serie di trentasei vedute del monte Fuji GUIDA ALLO STUDIO I concetti chiave : secondo il poeta francese Charles Baudelaire, la modernità è presente in tutto ciò che è passeggero e fugace: compito del pittore è cercare di coglierla e “registrarla” attraverso una stesura che sia altrettanto rapida. La volontà di allontanarsi dalla “tradizione” non riguarderà solo il linguaggio dell’arte ma anche tutto ciò che vi ruota attorno: materiali e strumenti (colori e tele prodotti industrialmente), metodi didattici e modelli espositivi (l’Accademia e il ). Il concetto di modernità Salon : nel 1874, il fotografo Felix Nadar ospitò nel suo studio la mostra della . In quell’occasione Claude Monet espose , che darà il nome al gruppo. In realtà, il gruppo aveva iniziato a realizzare le proprie opere e a dare forma al nuovo linguaggio molti anni prima. La “nascita” di un movimento Société anonyme des artistes peintres, sculpteurs, graveurs Impressione, sole nascente : partendo dall’osservazione del vero, intende raccontare la realtà nei suoi aspetti più fugaci, attraverso una stesura, una composizione e una costruzione dell’immagine che riescano a dar conto di questa precarietà. Le loro opere mostrano in modo evidente il rifiuto delle convenzioni figurative tradizionali e la volontà di trovare nuovi mezzi espressivi. Nell’arte giapponese gli impressionisti ritrovano temi non convenzionali e apprezzano il metodo della serie. È per loro un linguaggio valido nonostante non abbia nulla a che vedere con i princìpi dell’arte accademica occidentale. La poetica impressionista