Unità 8 L’arte tra le due guerre Le coordinate dell’arte All’indomani della Prima guerra mondiale  La aveva ridisegnato la geografia politica dell’Europa: cancellati i quattro imperi multinazionali – asburgico, tedesco, ottomano e russo – si assiste all’affermazione di realtà statali di tipo nazionale. I trattati di pace, definiti nella conferenza del 1919 a Parigi, non riescono tuttavia a stabilire un duraturo equilibrio; molte sono le (a poco più di vent’anni si verificherà infatti un nuovo e più violento scontro, la Seconda guerra mondiale). Le pesanti sanzioni economiche imposte alla Germania, riconosciuta come la principale responsabile del conflitto, la delusione dell’Italia, che aveva sperato di ricavare maggiore profitto in termini di acquisizioni territoriali, così come la rabbia e il risentimento dei ceti più deboli, che rivendicavano il ruolo svolto nel conflitto e a cui non era seguita alcuna ricompensa, sono solo alcuni degli aspetti che determinano una negli anni Venti. A ciò si aggiungono le difficoltà in campo economico: prima per il faticoso lavoro di riconversione dell’industria da una produzione di guerra a una produzione di pace, poi per far fronte alle conseguenze del (1929), che avrà importanti ripercussioni anche in Europa. Prima guerra mondiale tensioni ancora in atto situazione di instabilità crollo della Borsa di New York L’Europa tra le due guerre. Arte e regimi totalitari  La situazione di manifesta crisi economica e sociale è stata messa in stretta relazione con l’affermazione dei cosiddetti che, cavalcando il diffuso malcontento, si impongono sulla scena politica senza che i governi e le istituzioni democratiche riescano a evitarlo. In , nel , sale al governo (a seguito della marcia su Roma che segna l’inizio del potere fascista): nominato presidente del Consiglio dal re Vittorio Emanuele III – che spera di usare il nuovo partito per arginare l’ondata di proteste sociali di sindacati e movimento operaio – si adopera per eliminare ogni opposizione, intimidendo gli avversari e promulgando (cosiddette “fascistissime”) che limitano le libertà civili fondamentali e azzerano la dialettica politica. Parallelamente in si registra l’avanzata del , che viene nel 1933 dando vita a un regime dittatoriale. In , tra il 1936 e il 1939, si combatte la che vede contrapposti i nazionalisti del generale Franco, sostenuti dai governi di Italia e Germania, e le forze repubblicane (cui partecipano volontari di tutto il mondo), destinate a soccombere. In , dopo la morte di Lenin (1924), Stalin, già Segretario generale del partito comunista dal , dà avvio a una lotta interna al partito che lo porta ad accentrare nelle proprie mani tutto il potere. La dicitura “totalitario” usata per definire questi regimi intende esprimere alcuni aspetti comuni e fondanti: la volontà di , costretti al consenso da una politica di controllo fortemente repressiva; e la sistematica e continua, che sfrutta tutti i possibili canali di comunicazione e promuove il . Anche l’arte subisce questo meccanismo di controllo e celebrazione, divenendo strumento di potere; in Germania nel 1933 viene , perché ritenuta sovversiva, e nel 1937 viene organizzata a Monaco la cosiddetta esposizione di Arte degenerata, con l’intento di screditare l’intero filone delle ricerche d’Avanguardia. Nell’ampia categoria di rientra anche la , una corrente che porta avanti le ricerche di inizio Novecento, in particolare espressioniste, attraverso un linguaggio di che intende mostrare il . Insieme alla già citata mostra del 1937, ne viene organizzata un’altra in cui vengono esposte opere di stampo più tradizionalista e celebrativo. Anche in Unione Sovietica viene individuata un’arte gradita al regime, il , che si sostituisce alle ricerche più sperimentali che avevano caratterizzato i primi decenni del Novecento. In la situazione è diversa: manca un’aperta presa di posizione da parte del governo nel controllo dell’arte, sebbene non manchino un certo controllo della produzione artistica e un suo chiaro utilizzo in senso propagandistico. Le committenze sono concentrate in particolare verso forme di (come opere di pittura o scultura murale a decorazione e completamento di edifici pubblici), facilmente fruibili, che privilegiano un (alieno dalle astrazioni, semplificazioni, forzature e deformazioni sperimentate in ambito avanguardistico) ispirato alle . Queste caratteristiche di rigore formale e tono celebrativo sono accostabili alle ricerche del , che tuttavia non costituisce l’unica voce del panorama artistico italiano: accanto a pittori di stampo più tradizionalistico operano altre personalità che ricercano il dialogo con le realtà europee più aggiornate e intendono presentare la realtà in modo più problematico ( ). regimi totalitari Italia 1922 Benito Mussolini leggi Germania movimento nazionalsocialista di Adolf Hitler eletto cancelliere Spagna sanguinosa Guerra civile Unione Sovietica 1922 controllare in modo totale ogni aspetto della società e della vita degli individui propaganda culto della figura carismatica del leader chiusa la scuola del Bauhaus Arte degenerata Nuova Oggettività aspro realismo vero volto della società realismo sovietico Italia arte pubblica linguaggio “comprensibile” forme della tradizione gruppo del Novecento poetiche antinovecentiste , , 1937, marmo, 490x500 cm. Milano, Palazzo di Giustizia. Arturo Martini La Giustizia corporativa , , 1934, olio su tela. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna (GNAM). Gerardo Dottori Il duce , , 1919, olio su tela, 88x56 cm. Collezione privata. Amedeo Modigliani Jeanne Hébuterne con foulard IL TEMPO LE OPERE  1913   Giorgio de Chirico, L’incertezza del poeta 1914-1918 Prima guerra mondiale   1917-1918   Marc Chagall, La passeggiata 1917-1919   George Grosz, Germany, a Winter’s Tale 1918   Carlo Carrà, L’ovale delle apparizioni 1919 Mussolini fonda i Fasci italiani di combattimento; inaugurazione della scuola del Bauhaus a Weimar   1919 ca.   Amedeo Modigliani, Grande nudo disteso 1920 1920 Adolf Hitler si iscrive al Partito nazionalsocialista tedesco Giorgio Morandi, Fiori 1921   Max Ernst, L’eléphant Célèbes 1922 Marcia fascista su Roma: Mussolini prende il potere; Stalin diventa segretario generale del Partito comunista Felice Casorati, Ritratto di Silvana Cenni 1924   Marianne Brandt, Teiera MT49 1925-1926 Leggi fascistissime   1926   Chaïm Soutine, Mario Sironi, Bue squartato Solitudine 1929 Crollo della Borsa a New York   1929-1930   Scipione, Il Cardinal decano 1929-1931   Le Corbusier, Villa Savoye 1930 1931   Salvador Dalí, La persistenza della memoria 1933 Adolf Hitler viene eletto cancelliere; chiusura della scuola del Bauhaus   1934   Joan Miró, Hirondelle amour 1935 Leggi razziali in Germania   1936   René Magritte, La clef des champs 1936-1939 Guerra di Spagna Frank Lloyd Wright, Casa Kaufmann 1937 Bombardamento della città di Guernica da parte dell’esercito tedesco a sostegno dell’esercito franchista; Arte degenerata, mostra presso il Museo Archeologico di Monaco   1938   Henry Moore, Figura distesa 1939-1945 Seconda guerra mondiale    › pagina 329  Arte e impegno  La Prima guerra mondiale mise fine a quell’epoca di ottimismo e fiducia nel progresso che aveva caratterizzato gli anni che vanno dal 1750 al 1870. Anche il linguaggio delle prime Avanguardie, con il rifiuto della descrizione del reale e la critica al modello di vita borghese, ribadivano il cambiamento. L’artista, come si è detto, era ora più coinvolto e apertamente partecipe delle vicende politiche e sociali: oltre ai già menzionati “casi” della in Germania e delle poetiche antinovecentiste in Italia, va aggiunto il che considerava l’impegno artistico non disgiunto da quello politico (con la significativa eccezione di Salvador Dalí). Un altro e diverso esempio di coinvolgimento, inteso come , è rappresentato in ambito tedesco dalla scuola del Bauhaus. Fondata nel 1919 da Walter Gropius (1883- 1969), il Bauhaus si poneva come una realtà di formazione con l’intento, che era stato già del Modernismo e delle Arts & Crafts, di garantire la valenza estetica degli oggetti d’uso comune contro il rischio, tipico del processo di produzione in serie, di una perdita totale di ricerca formale. L’arte, andando oltre i confini che la separavano dall’artigianato e dalla produzione industriale, si confrontava con la dimensione del quotidiano, secondo una visione democratica che intendeva rendere accessibile a tutti un prodotto di qualità. Al si riconosceva un ruolo importante per . Naturalmente quest’ultimo aspetto fu guardato con sospetto dagli ambienti più conservatori e, con l’avanzata nazionalsocialista, si metterà fine all’esperienza del Bauhaus (1932). Nuova Oggettività Surrealismo incontro tra la ricerca artistica e la società valore estetico la qualità della vita delle classi meno abbienti , , pannello centrale, 1927-1928, olio su tavola, 181x201 cm. Stoccarda, Staatsgalerie. Otto Dix Trittico: La grande città Forma, funzioni e idee A partire dal , artisti di varia formazione abbandonano le ricerche d’Avanguardia per abbracciare una poetica che recuperi un – da intendersi, come vedremo, in senso ampio, dal riferimento al patrimonio culturale e letterario del proprio Paese, a una ricerca formale di tipo arcaizzante con richiami alla figurazione classica, etrusca o rinascimentale – l’interesse per il “buon mestiere” e per le tecniche antiche. Si tratta di una tendenza definita con l’espressione ( p. 370) e consiste nell’adozione di un linguaggio che, come che il conflitto aveva lasciato, trova “conforto” nel riferimento alla storia dell’arte. Il recupero delle iconografie classiche e di un linguaggio formale che, come si è detto, si riallaccia alla tradizione può essere letto come lo specchio del desiderio di dimenticare la terribile esperienza della guerra. Fatta eccezione per alcuni interpreti del Surrealismo (primo tra tutti Joan Miró) – che scelgono un linguaggio anticonvenzionale e tendente all’astrazione – e per gli esiti finali della ricerca astrattista (Kandinskij e Mondrian), ritroviamo questo allontanamento dallo sperimentalismo delle Avanguardie in tutti i gruppi e le correnti che caratterizzano questo periodo. Vedremo però come, al netto di una tecnica e di un linguaggio affini alla tradizione, i vari interpreti riescano a suggerire atmosfere complesse che portano l’osservatore ad allontanarsi dalla realtà conosciuta o a osservarla con occhi diversi. La Grande guerra aveva fortemente condizionato anche l’ , che conobbe, come è facile immaginare, un generale rallentamento. In questi anni l’attività edilizia riprende il suo corso ed è investita di un ruolo importante: , cioè individuare per le metropoli nascenti nuove forme e modalità di organizzazione spaziale, attraverso un’attenta pianificazione urbanistica. primo dopoguerra dialogo con la tradizione “Ritorno all’Ordine” ► reazione al clima di violenza e di profonda insicurezza architettura confrontarsi con le nuove esigenze della società di massa , , 1921, olio su tela, 99x90 cm. Bergamo, Collezione privata. Achille Funi La terra GUIDA ALLO STUDIO I concetti chiave : i trattati di pace non riescono ad assicurare un equilibrio duraturo; la situazione economica, sociale e politica si presenta instabile e problematica. A peggiorare ulteriormente la situazione è il crollo della Borsa di New York (1929). L’eredità della Prima guerra mondiale : la difficile situazione apre la strada all’affermazione dei cosiddetti regimi totalitari che sfruttano a proprio vantaggio il diffuso malcontento. Con totalitario si intende l’approccio pervasivo dei diversi regimi (italiano, tedesco, sovietico e spagnolo), ovvero la volontà di controllare ogni aspetto della società e della vita degli individui. L’arte, sottoposta a un maggiore o minore controllo a seconda delle diverse realtà, diventa strumento di propaganda. Età dei totalitarismi : con questa espressione si indica una tendenza generale che caratterizza le arti all’indomani della guerra; al clima di violenza e instabilità, molti artisti rispondono abbandonando le sperimentazioni formali che avevano caratterizzato la stagione delle prime Avanguardie e adottando un linguaggio che intende recuperare aspetti della tradizione dei propri Paesi. Ritorno all’Ordine : anche in Italia, sebbene non si possa parlare di una vera e propria arte di regime, non manca un certo controllo; il governo mostra di privilegiare i linguaggi (più facili e accessibili) in grado di celebrare le proprie imprese e di parlare a un più vasto pubblico. Tuttavia, più o meno parallelamente, si registra lo sviluppo di tendenze meno allineate: si tratta di quei pittori che, assumendo una posizione sperimentale, rappresentano una via alternativa al Novecento. Realtà italiana