Per l’alternanza scuola-lavoro La professione del conservatore museale Che cos’è la museologia? La museologia è una disciplina che studia tutti gli aspetti che riguardano un museo (dal messaggio che deve trasmettere l’istituzione, fino al suo funzionamento pratico) e analizza le problematiche e le soluzioni per la sua creazione (dallo studio critico e scientifico di ciò che viene esposto, passando per gli aspetti amministrativi e legislativi, finendo con quelli tecnici per la realizzazione degli allestimenti museali). È una scienza sociale, poiché il primo obiettivo del museo è la trasmissione del sapere al pubblico. Cenni di storia di museologia I tesori medievali  Le di opere d’arte e reliquie risalgono al Medioevo, quando nobili ed ecclesiastici iniziarono a conservarle , considerandole dei veri e propri tesori. Grazie alla riapertura dei traffici commerciali con l’Oriente, in seguito alle spedizioni in Terrasanta dei crociati, aumentò significativamente l’importazione di oggetti, e di conseguenza fiorì il di preziosi, stranezze e reliquie. In quell’epoca la collezione più ricca era quella di Federico II, ispirata dal suo amore per le arti e le scienze. prime raccolte nei palazzi e nelle chiese fenomeno del collezionismo Il Rinascimento  In quest’epoca di riscoperta dell’arte antica, le collezioni dei signori si arricchirono di , in particolar modo nella penisola italiana. I gabinetti e gli studioli divennero i luoghi prediletti per la raccolta delle rarità naturali e artistiche dei nobili. Non di rado le collezioni venivano collocate anche nelle gallerie e nei parchi dei palazzi come ornamento. opere d’arte antiche e contemporanee Il Seicento  Il collezionismo avviato durante il Cinquecento proseguì anche nei secoli successivi. Le raccolte si ampliarono e presero forma le cosiddette (“Camere delle meraviglie” in tedesco): in queste stanze venivano custoditi oggetti naturali, strumenti tecnici, carte geografiche, rarità archeologiche, monete che costituivano un supporto per la didattica dei giovani e la ricerca scientifica. Ne è un esempio significativo la del Collegio Romano. Wunderkammer Wunderkammer Il Settecento  È durante la seconda metà del Settecento che viene a delinearsi l’ , in seguito a stimolanti dibattiti sul ruolo formativo delle raccolte di opere d’arte e di reperti naturali e archeologici. Nel 1750, a Parigi furono aperte al pubblico alcune sale del , in cui erano esposti un centinaio di quadri; l’accesso alla collezione era consentito due volte alla settimana, fatta eccezione per gli studenti dell’ , che potevano frequentarle liberamente quasi ogni giorno. A Roma, sotto il pontificato di Clemente VII, furono aperti al pubblico i nel 1734 e quindici anni dopo fu istituita una Pinacoteca nel Palazzo dei Conservatori per gli studenti dell’Accademia. Nel 1759 nacque il a Londra, dove furono raccolte tre importanti collezioni private di manoscritti e reperti di storia naturale e archeologia, divenute di proprietà della Nazione britannica; per i primi cinquant’anni dalla sua nascita, tuttavia, l’accesso del pubblico rimase limitato e solo su richiesta. È in seguito alla Rivoluzione francese che nacque il primo museo pubblico: il . Nonostante il progetto di aprire al pubblico le collezioni dei re di Francia fosse stato elaborato dal conte di Angerville sotto Luigi XVI, solo nel 1793 venne inaugurato il Museo nazionale, nato come centro di riferimento per l’educazione e la formazione delle generazioni future. L’ divenne così una , come dimostra anche la trasformazione in proprietà pubbliche delle collezioni reali di Prussia, voluta dal Kaiser Federico Guglielmo III nel 1797. istituzione museale moderna Palazzo del Lussemburgo École royale Musei Capitolini British Museum Louvre istituzione museale manifestazione del prestigio culturale e politico delle Nazioni europee Il Museo del Louvre di Parigi. L’edificio sulla sinistra ospita le collezioni del primo museo moderno del mondo. Al centro svettano le piramidi di vetro e acciaio progettate nel 1989 dall’architetto di origine cinese Ieoh Ming Pei: la loro funzione è quella di riparare e, contemporaneamente illuminare l’area di accoglienza e di ingresso del visitatore nel museo. Foto aerea del British Museum di Londra. Dalla fotografia emerge la commistione tra la facciata in stile neoclassico, caratterizzata da colonne e timpani che richiamano le architetture greche, e la grande copertura della corte centrale in vetro realizzata dall’architetto inglese Norman Foster e inaugurata nel 2000. Interno della Grande corte del British Museum. La costruzione della copertura non fu un mero intervento estetico: permise, infatti, di creare un’area in cui accogliere il visitatore con banchi per le informazioni, la distribuzione delle mappe e delle audio guide, e il bar. Il corpo cilindrico centrale consente il collegamento tra i diversi piani e le gallerie del museo, e ospita inoltre lo . shop  › pagina 507  L’Ottocento  Le ormai consolidate Istituzioni del Louvre e del British Museum ampliarono in questo secolo le proprie collezioni (in particolare grazie alle requisizioni durante le campagne militari), mentre in tutta Europa andarono a formarsi numerosi nuovi istituti: la di Londra, sorta nel 1824 in seguito alla donazione alla Nazione della collezione di quadri di George Beaumont; la di Monaco nel 1836 e l’ di San Pietroburgo nel 1852. In Italia, accanto alle collezioni regionali delle Accademie d’arte, in seguito all’occupazione napoleonica sorse a Milano una , in cui confluirono opere provenienti dalle congregazioni ecclesiastiche sciolte durante l’occupazione francese del nord Italia. Seguendo il modello del Louvre, si trasformò in luogo di concentrazione delle opere rappresentative del patrimonio artistico italiano. Sul finire del secolo, sulla scena mondiale entrarono prepotentemente gli istituti degli Stati Uniti d’America, come il di New York (1872), che iniziarono ad acquisire opere d’arte in tutto il mondo per la formazione culturale dei cittadini statunitensi. National Gallery Gliptothek Ermitage Pinacoteca, annessa all’Accademia di Belle Arti di Brera Metropolitan Museum of Art Dal Novecento a oggi Il MoMA  Una decisiva trasformazione del concetto di museo si ebbe negli anni Trenta a New York, con l’istituzione del : il Museum of Modern Art (MoMA), fondato nel . Il MoMa fu il primo museo a segnare una rottura con i modelli precedenti; fu infatti concepito come «un laboratorio ai cui esperimenti il pubblico è invitato a partecipare», citando le parole del direttore Alfred Barr. Oltre a scultura e architettura, la collezione comprendeva , dalle foto ai film, dall’architettura al disegno industriale. All’interno del museo fu istituita una per studiare nuovi metodi e strumenti di trasmissione delle conoscenze. Ogni particolare era determinante per la fruizione del museo, comprese le , che divennero fondamentali per la comprensione delle opere. Le mostre furono sempre accompagnate dalla pubblicazione di esaurienti ricchi di immagini. Inoltre, per pubblicizzare l’immagine del museo nel mondo, Barr si affidò a un . Per evitare di diventare un museo come tanti altri, il MoMA cercò di stabilire regole che prevedessero un continuo rinnovamento della collezione, ma il successo e la ricchezza dei capolavori relativi all’arte moderna rappresentarono un freno al rinnovamento soprattutto a partire dagli anni settanta del Novecento. primo museo dedicato all’arte moderna 1929 tutta l’arte visiva dell’epoca sezione didattica didascalie cataloghi addetto stampa Il Centre Pompidou  In Europa, la coinvolse anche i musei, che nell’immediato dopoguerra si trovarono spesso a dover contare le perdite e riparare i danni dei bombardamenti. In seguito alle , anche le istituzioni museali divennero simbolo del sistema tanto osteggiato dalle manifestazioni di quegli anni e iniziò a essere messa in discussione l’obiettività dei curatori. Si iniziò quindi a informare il visitatore del processo e delle scelte che portavano a un allestimento. Fu in questo clima di che nel 1977 venne inaugurato il a Parigi, un polo culturale interdisciplinare in cui il visitatore poteva sentirsi libero, poiché era privo di rigide divisioni per sezioni. devastazione della Seconda guerra mondiale contestazioni giovanili del 1968 critica alle istituzioni museali Centre Pompidou La facciata del Centre Pompidou a Parigi. L’architettura progettata da Renzo Piano e da Richard Rogers rispecchia l’innovazione e la trasformazione del concetto di museo e la sua apertura verso la società e il pubblico: attorno alla struttura le porte di accesso sono numerose, una rampa di scale mobili attraversa la facciata e funge da collegamento fra la città e l’edificio.  › pagina 508  Il Guggenheim Museum  Sotto la direzione di Thomas Krens, il Guggenheim Museum di New York si trasformò nel : vennero formate diverse istituzioni satellite collegate mediante una rete internazionale, con il centro direttivo di New York. Questo nuovo concetto di museo subì però per diversi motivi: la poca interazione fra le diverse sedi con le comunità artistiche locali, i rischi per la preservazione di opere d’arte sottoposte a frequenti e lunghi viaggi fra le diverse sedi, la creazione di collezioni disomogenee e di bassa qualità dettate più dalle disponibilità economiche che dal percorso espositivo. Inoltre, sempre secondo i critici, l’espansione e l’istituzione delle diverse sedi hanno semplicemente aumentato i fabbisogni finanziari del museo, dove a incidere in maniera consistente sono soprattutto i costi amministrativi. primo esperimento di museo globale numerose critiche L’esterno del Guggenheim Museum di New York, progettato dall’architetto Frank Lloyd Wright. L’idea contemporanea del museo  Oggi, a oltre due secoli dalla formazione del museo moderno, il concetto che sta alla base di questa istituzione vive un momento di forte autoanalisi e autocritica: il museo non è più un luogo “neutro” che fornisce risposte sui saperi universali, ma è un’istituzione con limiti precisi entro cui vengono proposte solo delle selezioni critiche del sapere. Ed è proprio dal che prende avvio il lavoro museale, in quanto solo attraverso la continua acquisizione del sapere è possibile tendere al desiderio di riuscire a normare e catalogare secondo princìpi eterni dando un significato alle diversità del mondo. Per fare questo, i , alla luce delle nuove acquisizioni del sapere. Il museo contemporaneo non è più onnicomprensivo: per esserlo almeno a livello virtuale, l’universalità viene divisa in momenti temporali (Museo archeologico, Museo di arte medievale, Museo di arte moderna, Museo di arte contemporanea...). I risultati di questa soluzione non sono sempre felici: maggiore sarà la frammentarietà temporale del sapere, più frammentaria sarà la restituzione dell’idea del mondo che il museo fornisce. Il futuro del museo consiste nella sua ; basti pensare all’apporto che l’informatica ha impresso negli ultimi decenni all’interno dei percorsi museali (video esplicativi, ricostruzioni digitali, audio guide, supporti iconografici, visite virtuali in 3d). La dell’istituzione museale è forse il risultato di maggiore successo che oggi è possibile raggiungere. concetto di “sapere” musei contemporanei sono costretti a una continua rilettura e riordinamento delle proprie collezioni capacità di accogliere le novità non solo artistiche ma anche tecnologiche flessibilità Il Museo in Italia Definizioni e aspetti legislativi  Per capire meglio la museologia è indispensabile partire dall’oggetto dello studio di questa disciplina, il museo. La definizione di museo è stata sottoposta negli ultimi anni a importanti trasformazioni: oggi esso è considerato un soggetto che organizza in maniera unitaria azioni e servizi per la tutela, la fruizione e la valorizzazione dei beni in esso racchiusi. Il Codice dei Beni culturali del 2004 definisce in maniera più precisa questa missione: «Il museo è una struttura permanente che acquisisce, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio. […] Gli istituti e i luoghi della cultura che appartengono a soggetti pubblici sono destinati alla pubblica fruizione ed espletano un servizio pubblico. […] Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali assicurano la fruizione dei beni presenti negli istituti…» Queste norme definiscono quindi il . La finalità e l’obiettivo del museo sono quindi la trasmissione di un bene all’interno della società. museo come un servizio pubblico Gli ambiti museali  Seguendo le norme stilate dall’ (Icom), un’organizzazione internazionale dei musei associata all’Unesco, in Italia il Decreto ministeriale del 2001 ( ) individua i seguenti otto ambiti caratterizzanti la vita del museo.  International Council of Museum Atto di indirizzo sui criteri tecnico- scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei Ogni museo deve avere uno statuto o regolamento in cui siano chiaramente definite alcune prerogative, quali la natura permanente dell’istituto, la missione e le finalità del museo, il patrimonio, i principi di gestione e cura delle collezioni.  Status giuridico È necessario fare ricorso a bilanci che permettano di individuare le risorse disponibili e quelle da reperire per una corretta gestione museale.  Assetto finanziario Il museo deve garantire che le strutture siano adeguate alle funzioni cui sono adibite, tenendo conto delle differenti tipologie e dimensioni che un’istituzione museale può avere. La valutazione deve essere effettuata in relazione alla qualità e alla capacità di fornitura del servizio pubblico.  Strutture del museo Le funzioni del museo (conservazione e gestione delle collezioni, sicurezza, ricerca, manutenzione ...) devono essere svolte esclusivamente da personale dotato di una preparazione “adeguata”. Il numero e le tipologie di impiegati museali varia in base alla dimensione del museo, alla tipologia e all’importanza delle collezioni.  Personale All’interno di questo ambito sono incluse le problematiche relative alla salvaguardia degli edifici e del loro contenuto, ma anche la sicurezza dei visitatori e degli impiegati. Sicurezza del museo È l’ambito fondamentale per l’esistenza stessa del museo. Ogni istituto deve garantire la fruizione e l’accessibilità delle collezioni al pubblico, indicare le linee guida e gli ambiti della collezione, definire le responsabilità per la gestione e la cura della collezione, prevedere l’ideazione di percorsi che contestualizzino i manufatti e la loro catalogazione.  Gestione e cura delle collezioni È l’ambito riguardante la missione didattica, educativa, culturale e ricreativa che il museo deve svolgere all’interno della società, rivolgendosi a utenti di fasce di età e condizioni sociali differenti. Indispensabili a tal proposito sono l’accesso agli spazi espositivi, la consultazione della documentazione esistente presso il museo, la fruizione delle attività scientifiche e culturali del museo e l’informazione. Rapporti con il pubblico Vista la diffusione del patrimonio culturale in tutta Italia e l’esistenza di musei dalla forte connotazione territoriale, è possibile estendere come oggetto di indagine, rilievo, ricerca, documentazione, restauro da parte dell’istituzione museale anche i beni territoriali di riferimento. Rapporti con il territorio Da sempre i musei di ambito scientifico hanno incontrato meno difficoltà nell’offrire una maggiore interattività al visitatore, riuscendo così a coniugare la funzione didattica con l’aspetto ricreativo. Oggi, inoltre, le nuove tecnologie forniscono strumenti che possono radicalmente rinnovare il rapporto del visitatore con il museo. Il nuovo museo dedicato al corpo umano inaugurato a Napoli nel marzo del 2017, che pone tra i suoi obiettivi primari proprio il coinvolgimento del visitatore. L’immagine mostra una ragazza che interagisce con uno schermo, sul quale sono riprodotti la profondità, le distanze e i movimenti del corpo grazie a telecamere a infrarossi che li rivelano.  › pagina 509  Le professioni museali in Italia: il conservatore museale Le figure professionali dei musei  La gestione e la funzione del museo sono garantite da figure professionali, che sono state inquadrate in maniera definitiva con la stesura della del 2008. Al centro di queste professioni vi è la figura del , che è il responsabile della gestione del museo nel suo complesso: fra i suoi compiti vi sono anche l’attuazione e lo sviluppo del progetto culturale e scientifico dell’istituto. È il responsabile ultimo dell’insieme dei processi gestionali, nonché il garante dell’attività del museo nei confronti dell’amministrazione, della comunità scientifica e dei cittadini. Le altre figure professionali (che in base alle dimensioni e alla missione del museo possono essere ricoperte dalla stessa persona o non essere comprese affatto), sono suddivise nei seguenti ambiti d’intervento.  Carta nazionale delle professioni museali direttore Conservatore, catalogatore, registrar (responsabile del servizio prestiti e della movimentazione delle opere), restauratore, assistente addetto alle collezioni. Ricerca, cura e gestione delle collezioni Responsabile dei servizi educativi, educatore museale, coordinatore dei servizi di accoglienza e custodia, operatore dei servizi di accoglienza e custodia, responsabile dei servizi di documentazione, responsabile della biblioteca.  Servizi e rapporti con il pubblico Responsabile amministrativo e finanziario, responsabile della segreteria, responsabile dell’ufficio stampa e delle relazioni pubbliche, responsabile per lo sviluppo ( , promozione e marketing), responsabile del sito web.  Amministrativo, finanziario, gestionale e delle relazioni pubbliche fund raising Responsabile delle strutture e dell’impiantistica, della rete informatica, della sicurezza, progettista degli allestimenti degli spazi museali e delle mostre temporanee. Strutture e sicurezza Il conservatore museale  Fra le numerose mansioni elencate, è stato scelto (per questioni di spazio) di privilegiare l’analisi del conservatore, che assolve ed è il e delle collezioni del museo. È responsabile, insieme al direttore, dell’identità e della missione del museo. Fra i suoi compiti principali si può ricordare:  mansioni di tipo scientifico responsabile della conservazione, della sicurezza, della gestione della valorizzazione la programmazione e il coordinamento delle attività di inventariazione e catalogazione delle collezioni, per la pubblica fruizione;  la predisposizione di piani di manutenzione ordinaria, di conservazione e di restauro;  il contributo scientifico per la programmazione d’incremento delle collezioni;  l’elaborazione dei criteri e dei progetti di esposizione delle raccolte, partecipando con i tecnici alla creazione di nuovi percorsi espositivi, selezionando le opere da esporre e suggerendo la disposizione degli oggetti all’interno di essi;  la conduzione e il coordinamento di attività di ricerca scientifica;  la valorizzazione delle collezioni attraverso attività culturali, educative e di divulgazione scientifica;  la progettazione e il coordinamento delle attività relative alle esposizioni temporanee e di editoria del museo.  In assenza del direttore, il conservatore è anche il consegnatario delle collezioni e ne è responsabile nei confronti dell’ente proprietario. Una sala del deposito della Pinacoteca di Brera. I quadri contenuti all’interno del deposito sono catalogati secondo gli standard previsti dalle istituzioni nazionali (essendo Brera un museo nazionale). All’interno di queste sale i quadri possono essere esaminati per scopi scientifici o di ricerca. Attraverso l’analisi delle opere presenti nei depositi, il conservatore può decidere di prevedere nuovi percorsi o mostre temporanee in cui esporre i quadri in essi conservati.  › pagina 510  Le istituzioni museali italiane, la formazione e i requisiti per l’assunzione Il panorama museale italiano  In Italia, i musei possono essere gestiti da diversi soggetti: enti pubblici, enti ecclesiastici o privati. Musei statali  Sono i musei che fanno , la cui gestione dipende dalla Direzione generale dei musei e, per quanto riguarda i musei e i parchi archeologici, dalla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio. In Italia esistono diciassette poli museali regionali, sette parchi archeologici di interesse nazionale e venticinque musei autonomi di interesse nazionale sotto la Direzione generale dei musei. riferimento diretto al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Musei civici  Sono , e sono ; spesso hanno sostituito in epoca post unitaria le congregazioni ecclesiastiche soppresse. Sono particolarmente legati al territorio e restituiscono conoscenze culturali legate a una specifica città. Spesso la gestione dei musei locali è regolamentata da leggi regionali. tra i più diffusi gestiti da enti locali Inaugurato nel 2009, il Museo del Novecento di Milano è un museo civico che raccoglie le opere del XX secolo. Si trova all’interno del Palazzo dell’arengario che si affaccia su piazza Duomo. Nella fotografia è possibile vedere un’installazione permanente, il neon del “soffitto spaziale” di Lucio Fontana, riflesso nelle vetrate dietro le quali si scorgono le guglie del Duomo, e un’installazione temporanea, le “Sessanta ultime cene” di Andy Warhol. Il percorso museale raccoglie quasi 400 opere allestite secondo un ordine cronologico, a partire dal Quarto Stato di Pelizza da Volpedo del 1902. Musei ecclesiastici  Sono di e sono , con la quale il Ministero dei beni culturali italiano ha stretto importanti intese che hanno permesso di sintonizzare le linee di indirizzo e le modalità di gestione previste nel già citato . proprietà delle diocesi gestiti dalla Comunità episcopale italiana Atto di indirizzo ministeriale Musei privati  Rappresentano , e sono istituiti solo in caso di collezioni di eccezionale interesse; le modalità di apertura al pubblico vengono concordate fra il proprietario e la soprintendenza regionale di riferimento. Il proprietario, secondo il Codice dei beni culturali, deve farsi carico solo degli obblighi di conservazione. la parte più esigua dei musei italiani La Fondazione Prada è un museo privato inaugurato a Milano nel 2015. Questo progetto è il risultato della sinergia fra il Comune di Milano e la casa di moda Prada. Gli spazi espositivi sono un connubio fra recupero di una vecchia fabbrica e strutture moderne sono il risultato del progetto dell’architetto olandese Rem Koolhaas. La Fondazione ospita una collezione permanente di proprietà della Maison di moda e lascia ampio spazio a mostre temporanee, entrambe affidate allo storico dell’arte Germano Celant. Le lacune della formazione specifica  Come abbiamo visto, le mansioni all’interno di un museo sono svariate, così come i percorsi formativi da seguire per poterle svolgere. Per questo motivo non è possibile definirne uno, valido per tutte queste figure professionali. La si presenta quindi come punto di partenza per l’individuazione e la creazione di percorsi formativi specifici per le professioni legate all’istituzione museo. Essa auspica che anche in Italia la museologia trovi il giusto riconoscimento a livello universitario e sottolinea come per la formazione e l’aggiornamento delle professioni museali debbano avere un ruolo sempre più importante i professionisti museali: essi possono infatti fornire il loro contributo in questo campo e l’esperienza diretta nei musei, in modo da trovare il giusto equilibrio fra le materie teorico-metodologiche e le attività pratiche. Carta nazionale delle professioni museali I requisiti per il conservatore museale  Visto il frastagliato e difforme panorama dei musei italiani, questi ultimi possono essere gestiti da enti che adottano regolamenti diversi. La difformità di tali regolamenti impedisce di poter definire requisiti unici per il ruolo di conservatore dei musei. Anzi, molto spesso in Italia i requisiti per le candidature a conservatore possono variare da regione a regione e da un ente museale all’altro. Anche in questo caso, è la che cerca di definire alcuni dei conservatori museali: laurea specialistica o diploma di laurea del vecchio ordinamento in discipline attinenti alle specificità del museo; corsi e scuole di specializzazione e/o master nelle discipline attinenti al museo e negli ambiti sopra descritti; conoscenza almeno della lingua inglese. Inoltre, si auspica che in ogni museo sia previsto almeno un conservatore, anche condiviso da più musei in gestione associata, e che nel momento dell’assegnazione dell’incarico vengano specificate le sue funzioni e responsabilità. La durata dell’incarico dovrebbe anche garantire di poter portare a termine i progetti inseriti nei programmi pluriennali dell’amministrazione e del direttore. Carta nazionale delle professioni museali requisiti indispensabili per le candidature  › pagina 511  Trasformare la scuola in un museo L’articolo 101 del Codice dei Beni culturali recita:  «1. Ai fini del presente codice sono istituti e luoghi della cultura i musei, le biblioteche e gli archivi, le aree e i parchi archeologici, i complessi monumentali. 2. Si intende per: “museo”, una struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio; […] Gli istituti ed i luoghi di cui al comma 1 che appartengono a soggetti pubblici sono destinati alla pubblica fruizione ed espletano un servizio pubblico. 4. Le strutture espositive e di consultazione nonché i luoghi di cui al comma 1 che appartengono a soggetti privati e sono aperti al pubblico espletano un servizio privato di utilità sociale»  Oggi sono numerosi i “luoghi della cultura” che hanno attivato progetti di alternanza scuola-lavoro. Di seguito viene proposta un’attività cooperativa per simulare la creazione di un percorso espositivo che tenga conto delle informazioni fornite nelle pagine precedenti. COMPITO DI REALTÀ UNA MOSTRA IN CLASSE La propria classe. Luogo in cui svolgere l’attività Un computer connesso a internet, una stampante, una risma di fogli A4, 2 fogli di cartoncino A4 a coppia, colla stick, matite o pennarelli colorati, una matita, gomma, forbici, una riga, 1 telefono ogni due ragazzi con connessione internet, fotocamera e registratore. Strumenti necessari Fasi di lavoro Scegliere un tema e una missione del percorso espositivo e creare (anche utilizzando strumenti informatici) un elenco di catalogazione così suddiviso (in colonne): Numero di catalogo, Titolo dell’opera, autore dell’opera, anno di esecuzione dell’opera, nome del catalogatore, data di catalogazione. Fase 1 Dividersi a coppie ed effettuare una ricerca su internet di immagini e fotografie utili per la mostra; controllare se in classe o nella scuola vi sono oggetti che possono entrare a far parte della collezione del vostro museo. Scegliere 3-4 “opere” a coppia. Fase 2 Una volta effettuata la selezione delle “opere”, stampare su un foglio le immagini con la stampante. Fase 3 Ogni coppia deve compilare l’elenco di catalogo con i dati delle proprie opere e segnarli sul retro dell’”opera”. Fase 4 A questo punto, ogni coppia crea su un cartoncino delle didascalie che accompagnino le opere scelte; sulle didascalie devono essere riportati l’anno di creazione, l’autore e una breve descrizione dell’opera. Fase 5 Ogni coppia effettua una ricerca sulle proprie opere e registra con il telefono cellulare una descrizione di ciascuna opera arricchendola con qualche notizia derivata dalla propria ricerca, tenendo in considerazione gli obiettivi prefissati durante la Fase 1.  Fase 6 Ogni coppia, confrontandosi con le altre, sceglie una delle proprie opere da esporre.  Fase 7 In base alle opere a disposizione scegliere un adeguato spazio espositivo e allestire la mostra.  Fase 8 Ciascuno studente elabora una scheda di autovalutazione dell’attività svolta. Fase 9