5  la grecia arcaica un’arte che pone l’uomo al centro Le origini della civiltà greca Dopo il crollo della civiltà micenea, l’area dove nascerà la civiltà greca vive una fase di decadenza, detta “ ”. A metà dell’XI secolo a.C., i provenienti dal Nord arrivano nella Grecia continentale e lì si stabiliscono, mescolandosi con le popolazioni già presenti: gli e gli . Questo periodo è chiamato . Medioevo ellenico Dori Eoli Ioni Prima colonizzazione Nell’VIII secolo, durante l’ , nasce la , la città-stato. Età Arcaica pólis A differenza delle città micenee, che ruotano intorno al palazzo, le ruotano intorno a due poli: l’ , la parte alta della città dove si trovano i templi, e l’ , la piazza dove si tengono il mercato e le assemblee. La grande novità di questo periodo è la . póleis greche acropoli agorà partecipazione dei cittadini alla vita politica Durante l’Età Arcaica l’aumento della popolazione e il conseguente bisogno di nuove terre da coltivare portano alla , che coinvolge l’Italia meridionale, chiamata dai colonizzatori (“grande Grecia”). Seconda colonizzazione Magna Grecia L’Età Arcaica termina con la vittoria dei Greci nelle (499-479 a.C.), combattute da una coalizione di contro il grande Impero persiano. La vittoria dei Greci è una svolta politica e culturale, che apre l’Età Classica. Guerre persiane póleis ricerca della e delle bellezza ideale staticità figure Nel Periodo di Formazione (XII-VIII sec. a.C.) si definiscono i caratteri dell’arte greca che si esprimeranno in maniera compiuta nell’Età Arcaica. Caratteristica principale è quella di essere un’arte . incentrata sull’uomo Tra le diverse produzioni artistiche, la ha un ruolo fondamentale: sia per gli , sia per il suo ruolo di “ ”, cioè di reperto che permette di datare gli scavi e di raccontare la cultura e la vita quotidiana del tempo a cui si riferisce. La ceramica inoltre permette di conoscere la , che si è quasi totalmente perduta. ceramica alti livelli raggiunti fossile-guida pittura greca Nel corso del VI secolo a.C. nella si afferma la tipologia del , la figura maschile nuda, e della , la figura femminile vestita, che rappresentano una . scultura koúros kóre bellezza ideale , h. 194 cm.,Museo Archeologico, Atene Koúros di Anavyssos  › pagina 18  la ceramica la ceramica nel periodo di formazione In questo periodo si sviluppano tre stili ben differenziati. Lo Stile Protogeometrico Nella seconda metà dell’XI secolo a.C. si sviluppa lo Stile (1050-900 a.C.). I ceramisti creano : vasi di medie e grandi dimensioni per il trasporto e la conservazione di liquidi e di alimenti; e forme più piccole per l’uso quotidiano. Protogeometrico poche forme ricorrenti e funzionali I vasi hanno , l’apertura spessa e la base d’appoggio larga, dando così un effetto di solidità, robustezza ed equilibrio. forme poco allungate La e ne sottolinea le parti: spesso la vernice nera evidenzia le parti funzionali (ad esempio il collo); mentre sul corpo del vaso sono tracciate una o più fasce nere su fondo chiaro. decorazione è legata alla struttura Inizialmente compaiono solo , come linee ondulate, cerchi ecc. In seguito si aggiungono motivi decorativi sempre più rettilinei, come rombi e triangoli. ci sono , che in ogni caso sono comunque molto stilizzati. elementi geometrici curvilinei Raramente figure umane o animali Il centro di maggior produzione di questo nuovo stile è ; da qui i manufatti sono poi esportati e imitati nelle altre regioni greche. Atene , 950 a.C. ca., Museo del Ceramico, Atene Anfora con cavallino stilizzato Lo stile geometrico Nel periodo (900-700 a.C.) la . Geometrico struttura dei vasi si fa sempre più allungata Accanto alle forme piccole si afferma l’uso di grandi vasi: i , utilizzati durante i banchetti, e le , usate sia per uso domestico che per indicare il luogo della sepoltura. crateri anfore Nella decorazione che ricoprono : il risultato è una successione di strisce ornamentali riempite da catene di elementi geometrici (cerchi, rombi, zig-zag ecc.). aumentano i motivi geometrici tutta la superficie del vaso A volte la decorazione geometrica è interrotta da piccole figure di , riprodotti con un intento decorativo e mai naturalistico. animali è ancora il centro principale di produzione di questa ceramica. Atene , 740 a.C., Louvre, Parigi Pisside Nei vasi del periodo geometrico compaiono talvolta anche figure umane raffigurate in maniera schematica e astratta: semplici nere, con il torso frontale reso da un triangolo, gambe di profilo, e macchie nere per la testa. silhouette (particolare), 750 a.C. ca., Parigi, Louvre Cratere del Louvre  › pagina 19  Lo stile orientalizzante Durante il VII secolo a.C. il mondo greco accoglie , favoriti dalla diffusione di prodotti mediorientali che arrivano in Grecia grazie all’ . influssi culturali provenienti dall’Oriente aumento degli scambi commerciali Nasce così lo Stile , caratterizzato dalla presenza di motivi decorativi di origine orientale, soprattutto : leoni, pantere, sfingi, grifoni ecc. Orientalizzante animali esotici e fantastici Questi animali riempiono le fasce del vaso, alternandosi a elementi decorativi sia geometrici sia vegetali (rosette, palmette, fiori di loto). Continua a prevalere il senso del decorativismo e della ripetitività, ma aumentano le tratte dal mito e dai racconti di battaglie; inoltre compare l’ . scene narrative uso del colore rosso e bianco Nell’ infatti la fascia decorativa figurata racconta lo . Tutti i soldati hanno uno scudo su cui compare un (cioè stemma), che ha una funzione apotropaica (cioè scaramantica). Olpe Chigi scontro di due gruppi di guerrieri epísemon Le forme più diffuse sono le (o ) e , destinati a contenere unguenti e profumi preziosi. brocche olpe piccoli vasi da toeletta La città della ceramica dello Stile Orientalizzante non è più Atene ma . protagonista della produzione e dell’esportazione Corinto , Louvre, Parigi Olpe corinzia , 650 a.C., Museo di Villa Giulia, Roma Olpe Chigi La lavorazione della ceramica La materia prima per la realizzazione della ceramica è l’ : dopo averla estratta dal terreno, l’argilla viene fatta essiccare e rotta in piccoli pezzi; poi sciolta con dell’acqua e fatta asciugare fino a ottenere una pasta morbida. argilla I vasi vengono modellati dal e dipinti dal . Con lo sviluppo dell’arte ceramica, alcuni di questi artigiani iniziano a firmare le loro opere. ceramista ceramografo Ottenuta la forma voluta del vaso, si aggiungono gli e fatti essiccare: le anse e, nei vasi più grandi, la base e il collo. elementi eseguiti a parte Una volta assemblato, il vaso viene e . Poi il ceramografo traccia lo schizzo delle figure sulla superficie con un bastoncino, quindi le dipinge. levigato lucidato  › pagina 20  la ceramica nel periodo arcaico A partire dal VI secolo a.C. ottiene di nuovo la nella produzione della ceramica. Atene supremazia L’alta qualità e l’originalità raggiunte nella decorazione pittorica dei vasi rendono i ceramisti e i ceramografi orgogliosi del loro lavoro, tanto che sempre più . si diffonde la pratica di firmare le opere Le figure nere In questa fase stilistica si afferma la , in cui su fondo arancio emerge la decorazione in nero. In questa lavorazione i a freddo, con un punteruolo, per far emergere il colore sottostante. tecnica a figure nere dettagli sono incisi Rispetto allo stile Orientalizzante, i (sia geometrici che vegetali) . , che accoglie tratte dal e dalla . motivi decorativi sono solo in parti marginali del vaso Acquista invece sempre più importanza il corpo del vaso scene figurate mito tradizione epica , 540 a.C., Staatliche Antikensammlungen, Monaco Kýlix attica Le figure rosse Intorno al 530 a.C. viene introdotta ad Atene la , in cui le immagini sono , cioè non coperte dalla vernice nera che è stesa sulla superficie del vaso. nuova tecnica a figure rosse rese a risparmio In questa tecnica i con il pennello sul fondo rosso. Le realizzate con questa tecnica si staccano di più dal fondo e , e , con uno stile ormai lontano dalla rigidità delle figure nere. particolari sono dipinti figure acquistano forma senso del volume profondità Nella (500 a.C., Musei Statali, Berlino), la difficoltà di rendere la posizione dei due eroi in uno spazio tondo è risolta inserendo il piano su cui sono sedute le due figure, ottenendo così un effetto di maggiore naturalezza. Coppa (kýlix) del pittore Sosias La rappresentazione degli (non più frontali come nella tradizione precedente) accentua l’espressività. occhi di profilo Due colori da una stessa vernice Le figure nere e le figure rosse sono il risultato della stessa vernice (ottenuta dalla diluizione dell’argilla) che, grazie a diverse fasi di cottura, produce il nero e il rosso. Nel caso della , il pittore traccia prima i contorni della figura, poi stende il colore all’interno di essa. tecnica a figure nere Infine i particolari sono realizzati con un utensile appuntito che fa emergere il colore sottostante. Nella , dopo aver tracciato i contorni, il nuovo strato di colore viene steso solo all’esterno delle figure, mentre i particolari sono realizzati con un pennello. tecnica a figure rosse  › pagina 21  L’architettura dei templi Nel corso del VI secolo a.C. nelle costruzioni si abbandonano i materiali deperibili (legno, argilla) e si usa esclusivamente la pietra. In questo periodo si definisce la tipologia del tempio. Il è eretto nell’ , la parte alta della , ed è contemporaneamente edificio sacro e luogo di ritrovo della comunità. tempio acropoli pólis Il nucleo centrale del tempio, la ( ), è la dimora della divinità (rappresentata dalla statua), ed è riservato ai sacerdoti addetti al culto. cella naós I riti aperti ai cittadini si svolgono all’esterno del tempio, entro il recinto sacro (il ) che circonda la cella. témenos La ha delle costanti: struttura del tempio del tempio orientato a ; ingresso est ; pianta rettangolare e (quest’ultima, oggi andata quasi del tutto perduta, ricopriva molte parti del tempio); decorazione scultorea pittorica ; copertura a tetto spiovente , elemento triangolare presente sulle facciate dei lati corti, che nel suo spazio interno ( ) può ospitare una decorazione. frontone timpano Nella , detta , la cella è preceduta da un portico (il ) che è delimitato dalle ante (i due prolungamenti dei lati lunghi della cella) tra le quali ci sono due colonne. tipologia più semplice di tempio in antis prònao Quando il prònao è preceduto da una fila di quattro o più colonne, il tempio è detto (quando le colonne sono anche nella parte posteriore, il tempio è detto ). prostilo anfiprostilo Nei templi più importanti una fila di colonne circonda tutto il perimetro della cella. In questo caso il tempio è detto (quando le file delle colonne sono raddoppiate, il tempio è detto ). perìptero dìptero : Cella Prònao Le parti del tempio greco 1. 2.  › pagina 22  gli ordini architettonici Nel tempio greco le forme, le dimensioni e le relazioni fra i diversi elementi architettonici sono regolate da . L’insieme delle norme stilistiche e delle proporzioni definisce l’ . Nell’architettura greca ci sono tre ordini architettonici: dorico, ionico, corinzio. precisi rapporti matematici ordine architettonico L’ORDINE DORICO L’ordine dorico prende il nome dalla popolazione dei Dori che si insedia nel Peloponneso nel corso del VII secolo a.C. Viene diffuso in Magna Grecia e Sicilia durante la seconda colonizzazione. Nello stile dorico: i hanno delle (solchi verticali), sono privi di base e sono (cioè il loro diametro si riduce dal basso verso l’alto). A circa un terzo dell’altezza, hanno un leggero rigonfiamento, chiamato ; fusti delle colonne scanalature rastremati verso l’alto èntasi il è composto da un a forma di tronco di cono, sormontato da un a forma di parallelepipedo; capitello echino abaco il è decorato; frontone il è costituito dall’ di (lastre inizialmente dipinte poi scolpite con figure) e (lastre scanalate). fregio alternanza metope triglifi , VI sec. a.C., Paestum (Salerno) Tempio di Hera L’ORDINE IONICO L’ordine ionico compare a metà del VI secolo a.C. nella fascia costiera dell’Asia Minore, colonizzata dagli Ioni (da cui prende il nome). Nello stile ionico: i sono più alti e slanciati e hanno più scanalature. Poggiano su una base caratterizzata da (fasce decorative); fusti delle colonne modanature nel l’abaco si riduce a un sottile , mentre l’echino ha (riccioli) laterali; capitello nastro decorato con ovoli due grosse volute il non è decorato; frontone il (non c’è l’alternanza di triglifi e metope) e decorato a rilievo; fregio è continuo l’ è tripartito, cioè scandito da (sporgenti). architrave tre fasce progressivamente aggettanti Tempietto di Atena Nike, V sec. a.C., Atene  › pagina 23  L’ORDINE CORINZIO L’ordine corinzio nasce alla fine del V secolo a.C. come variante di quello ionico. Nello stile corinzio: i sono scanalati e poggiano su una base modanata come quelli ionici; fusti delle colonne il è , con l’echino avvolto da una doppia fila di stilizzate; capitello estremamente ornato foglie d’acanto l’ è liscio con i lati svasati verso l’alto; abaco il non è decorato; frontone il , come quello ionico. fregio è continuo Tempio di Zeus Olimpio, II sec. a.C., Atene La correzione degli effetti ottici Nella costruzione dei templi, gli architetti greci ricorrono a correzioni degli effetti ottici. La curvatura dello stilobate Il piano d’appoggio delle colonne (lo stilobate) è leggermente convesso. Se fosse perfettamente piano, l’occhio umano lo avrebbe percepito concavo a causa di un’illusione ottica creata dalla presenza delle colonne. Le colonne Le colonne poste ai lati del tempio sono leggermente inclinate verso l’interno: se fossero dritte un effetto ottico le avrebbe fatte apparire deformate e divergenti verso l’esterno. i templi dorici in sicilia Nelle colonie della Magna Grecia, e ancor più in Sicilia, l’ordine dorico presenta rispetto a quelle della madrepatria. caratteristiche diverse I templi sono di solito più imponenti, hanno una e una verso il fondo. In questo modo (il portico antistante la cella), che ha una . pianta più allungata cella più arretrata aumenta la profondità del prònao doppia fila di colonne Sul fondo della cella è presente un ambiente che non ha aperture verso l’esterno, chiamato (che vuol dire “inaccessibile”). Questa caratteristica è probabilmente legata a particolarità dei riti locali. ádyton Pianta del Tempio C di Selinunte, Trapani  › pagina 24  opere scultoree la scultura dedalica Nel VII secolo a.C. compare la , chiamata “ ” perché i Greci ne attribuivano l’origine allo scultore Dedalo. grande scultura in pietra scultura dedalica Questo tipo di scultura si basa su due principi fondamentali: l’ e la . La figura umana infatti è rappresentata in e ; la testa sembra un triangolo rovesciato, adatto quindi a una visione frontale, e le capigliature richiamano i modelli egizi. astrazione monumentalità modo rigido frontale Questa statua è un esempio della visione per piani paralleli: la figura è concepita come schiacciata tra un piano anteriore e uno posteriore. Manca cioè la visione laterale che dà la profondità. , VII sec. a.C., Louvre, Parigi Dama di Auxerre la scultura arcaica L’ è presente anche nella , in particolare nella tendenza al e nella . influenza dei modelli egizi scultura greca arcaica gigantismo staticità Nel VI secolo a.C. si afferma una tipologia statuaria che caratterizza tutto il periodo arcaico: il che raffigura un e la che rappresenta una . koúros giovane uomo nudo kóre giovane donna vestita Molte di queste statue sono dedicati alle divinità nei templi; altre appartengono a contesti . doni votivi funerari Un caratteristica delle statue di questo periodo è il cosiddetto (labbra rigonfie e con gli angoli rivolti verso l’alto). Nel passato era stato interpretato come elemento espressivo, segno della benevolenza degli dèi. Oggi invece si ritiene sia un’immagine costruita con una [vedi box in alto], per cui gli angoli rivolti verso l’alto servono a dare la profondità del viso. “sorriso arcaico” visione per piani paralleli Nelle statue di questo periodo sono individuate tre tendenze: ( ) dorica: corpi massicci, volto piatto, capigliatura a trecce geometriche; A ( ) ionica: corpo dalle linee aggraziate, volto dai lineamenti sottili; B ( ) attica: maggior naturalezza (le braccia iniziano a staccarsi dal corpo), equilibrio e simmetria. C   , 590 a.C., Museo Archeologico, Delfi A. Koúros   , di Samo, 560 a.C., Louvre, Parigi B. Hera   , 560 a.C. ca., Nuovo Museo dell’Acropoli, Atene C. Moschóphoros La colmata persiana Nel 480 a.C. i Persiani distrussero l’acropoli di Atene. Dopo la guerra gli Ateniesi usano i frammenti delle statue e dei rilievi dell’acropoli per riempire (colmare) i terrazzamenti. Nel XIX secolo gli archeologi ritrovano questi reperti che forniscono informazioni utili per le datazioni.  › pagina 25  la decorazione architettonica Alcuni elementi architettonici dei templi greci (come metope e frontoni) ospitano . Inizialmente sono in , poi nel VI secolo a.C. vengono sostituite con , scolpite prima in , poi in e infine a (nei frontoni). Anche queste decorazioni in pietra sono dipinte. decorazioni figurate terracotta dipinta decorazioni in pietra bassorilievo altorilievo tuttotondo Le decorazioni rappresentano più antiche esseri fantastici e mostri. In seguito verranno rappresentati . soggetti mitologici La decorazione delle metope è trattata come se fosse un  . Inizialmente presenta soggetti apotropaici (sfingi, chimere). Poi prevalgono soggetti mitologici che raffigurano una narrazione unica su più metope. piccolo quadro a sé , metopa, Museo Archeologico, Palermo Perseo che uccide la Gorgone La decorazione del frontone Il (lo spazio interno al frontone) ha la forma di un . Le scene che vi compaiono devono adattarsi a questo spazio, quindi le figure assumono forme insolite o posizioni innaturali per non uscire dallo spazio del frontone. timpano triangolo basso e allungato Al centro di questo frontone è raffigurata la Medusa (creatura mitologica con serpenti al posto dei capelli). La sua postura innaturale, detta “corsa in ginocchio”, viene usata per rendere l’idea del movimento. Il soggetto mitologico rappresentato in questo frontone (un’antica guerra di Troia) allude alla guerra contro i Persiani. Al centro compare l’immagine di Atena , a cui era dedicato il tempio. Apháia