9  roma repubblicana la formazione dell’arte romana Dalla Monarchia alla Repubblica Secondo la leggenda, confermata da recenti scavi archeologici, Nella prima parte della sua storia Roma è una che afferma molto presto la sua egemonia sul territorio circostante, inglobando diverse popolazioni della regione. In particolare il rapporto con il mondo etrusco è quello che ha più influenza su Roma, infatti gli ultimi Re sono etruschi. Roma viene fondata alla metà dell’VIII secolo a.C. monarchia Nel e il governo della città è affidato a eletti, a cui si affianca il . 509 a.C. Roma diventa una Repubblica due consoli Senato Nel IV secolo a.C. Roma completa la conquista della Penisola italica e da questo momento attua una che la porta, con le Guerre puniche (III secolo) a dominare tutto il Mediterraneo Occidentale. In seguito, nel II secolo a.C., Roma impone il suo dominio anche sul Mediterraneo Orientale, conquistando tra l’altro anche la Grecia. Ciò avrà molta influenza sulla cultura romana e in particolare nell’arte. Parallelamente all’espansione territoriale, si afferma la . Si forma così un ceto dirigente molto più ampio. politica espansionistica partecipazione al potere dei plebei Dalla fine del II secolo la Repubblica vive una fase di , alla fine della quale emerge la figura di (100-44 a.C.) che, con l’assunzione della carica di , chiude di fatto la fase repubblicana preannunciando l’inizio del Principato. forti conflitti Giulio Cesare dittatore a vita innovazioni tecnologiche per costruire grandi opere architettoniche , fine del I sec. a.C., Musei Capitolini, Roma Togato Barberini imitazione e innovazione L’arte propriamente romana nasce alla fine di un , caratterizzato dalla all’ provenienti da altri popoli e alla loro . In particolare due sono le civiltà con cui Roma ha un rapporto privilegiato, quella e quella . lungo percorso costante tendenza accoglienza di modelli rielaborazione in modo originale etrusca greca L’ è molto forte nel periodo di formazione della civiltà romana. Al periodo della monarchia etrusca risalgono molte in ambito urbanistico, architettonico e artistico. In particolare i Romani sfrutteranno al massimo le potenzialità dell’arco etrusco (a tutto sesto) fino a realizzare come la e la . influenza etrusca innovazioni forme architettoniche nuove volta a botte cupola  › pagina 46  Materiali e tecniche architettoniche L’architettura romana si caratterizza per l’  (come il travertino, un tipo di marmo, e il tufo) e per la  . uso di materie prime locali sperimentazione di materiali nuovi Dal II secolo a.C. è usato l’ ( ), che consiste nel riempire lo spazio tra due   con un misto di  (calce e sabbia) e (pietre o ghiaia) che, solidificandosi, costituisce un corpo unico con i mattoni dei paramenti. opus caementicium  opera cementizia paramenti murari malta  caementa I avevano nomi diversi a seconda del materiale usato e della disposizione dei conci (cioè dei blocchi di pietra o di mattoni). paramenti murari Ad esempio: le pietre formano un disegno reticolare a rombi. opus reticulatum: le pietre o i mattoni sono disposti a spina di pesce. opus spicatum: le pietre sono piccole e di forme e dimensioni diverse. opus incertum: L’arco Le grandi opere architettoniche romane non sarebbero state realizzabili senza l’impiego dell’arco e della volta. riescono a dell’ , i cui vantaggi sono:  I Romani sfruttare al massimo le potenzialità arco a tutto sesto la possibilità di ampliare la (tecnicamente, la distanza fra i due elementi verticali);  luce grande .  stabilità Grazie a questo i Romani riescono a costruire (che, nel caso di ponti e acquedotti, possono “scavalcare” fiumi, fossati, strade ecc.) strutture molto più grandi La volta  Dall’uso dell’arco e dell’ deriva la , la cui superficie curva permette la realizzazione di lunghi condotti e la copertura di sale molto grandi. I Romani usano soprattutto la e la , che è l’intersezione di due volte a botte. Entrambe sono usate per la copertura di ambienti a pianta rettangolare. opus caementicium volta volta a botte volta a crociera   La cupola Il modello dell’arco e della volta, insieme all’ , permette ai Romani di elaborare il sistema di copertura a , che nasce dalla rotazione completa di un arco. La cupola è usata come copertura per edifici a pianta circolare e a pianta quadrata. opus caementicium cupola  › pagina 47  l’architettura romana la città Roma non ha un perché è il risultato della fusione dei diversi villaggi preesistenti. impianto urbanistico regolare Ma tutte le città romane che verranno poi fondate hanno invece un impianto urbanistico regolare che deriva dalla disposizione degli accampamenti militari romani. Questo impianto prevede una grande via rettilinea, il (cioè “principale”), che si interseca con un’altra via perpendicolare, il . Nel di queste due strade si trova la piazza, chiamata (che è il centro della vita pubblica, dove si svolgono la maggior parte delle attività politiche, amministrative ed economiche). Alle due strade principali si allineano altre che dividono la città in . La città è inoltre circondata da mura in cui si aprono quattro porte, una per ogni lato. decumano massimo o cardine massimo cardo punto di intersezione foro strade parallele isolati regolari STRADE, PONTI E ACQUEDOTTI L’espansione territoriale porta i Romani a realizzare (cioè opere pubbliche ad uso della popolazione). grandi infrastrutture La ha un ruolo fondamentale nella circolazione delle persone, dei soldati e delle merci. La , larga dai 4 ai 6 metri, è composta di solito da : il più profondo è fatto di ciottoli; quello intermedio di sabbia e ghiaia; l’ultimo consiste in una pavimentazione di grandi pietre che permettono il passaggio di carri e il deflusso delle acque. La più antica strada romana è la , che va da Roma a Brindisi. rete viaria strada romana tre strati via Appia Altre grandi infrastrutture romane sono i . A partire dal II secolo a.C., nella realizzazione dei ponti viene usato l’ . Le parti strutturali vengono realizzate in pietra o laterizio (mattone), [vedi pag. a fianco]. Il ponte più antico a Roma è il ponte Sublicio (VII sec. a.C.), vicino all’isola Tiberina. ponti in pietra arco il riempimento usato è l’opera cementizia o conglomerato Con l’aumento della popolazione, cresce la necessità di fornire acqua. Vengono così realizzati gli , in cui l’acqua è convogliata in (canali chiusi) leggermente pendenti che (grazie alla forza di gravità e al principio dei vasi comunicanti) ne permettono un deflusso costante. I condotti, realizzati in pietra, piombo o terracotta, corrono in gallerie o lungo costruite su piloni in muratura. Al termine dell’acquedotto ci sono sistemi di purificazione delle acque. acquedotti condotti tratti sopraelevati su arcate Ricostruzione di una via romana e tratto della via Appia Resti di un acquedotto romano  › pagina 48  l’architettura civile Fra il III e il II secolo a.C. arrivano a Roma dai territori conquistati enormi ricchezze, che sono utilizzate per trasformare l’aspetto della città attraverso la costruzione di basiliche, portici e altri edifici. vengono edificate nel II secolo a.C. nell’antico Foro (i cui edifici più vecchi risalivano al VII sec. a.C.). La è un grande edificio a , diviso in una o più , dove .  La è l’unica sopravvissuta fino all’età imperiale. è costruita nel 179 a.C.; ha tre navate, di cui quella centrale rialzata per permettere l’apertura di finestre per l’illuminazione. Il lato che dava sul Foro aveva due ordini sovrapposti di arcate, sostenute da con semicolonne. Quattro grandi basiliche basilica pianta rettangolare ▶  navate si amministra la giustizia Basilica Emilia ▶  pilastri Attorno agli edifici più importanti (compresi i templi) vengono realizzate delle che si rifanno a modelli ellenistici. Anche i (passaggi coperti che costeggiano una via) sono e spesso su più piani, proprio [vedi pag. 36]. recinzioni porticate portici colonnati come nelle città ellenistiche : ambiente interno a sviluppo longitudinale, delimitato da colonne.  navata : elemento verticale con funzione di sostegno come la colonna, ma non cilindrico. Quando è addossato alla parete è detto . pilastro parasta Ricostruzione della Basilica Emilia l’architettura religiosa Nel 146 a.C. inizia la costruzione del , il . Il Tempio si rifà al modello greco e per la sua realizzazione viene fatto venire dalla Grecia l’architetto Ermodoro di Salamina. Il tempio ha sei colonne sulla facciata e un colonnato sui due lati lunghi, mentre è privo di colonne sul lato posteriore. primo tempio marmoreo romano Tempio di Giove Statore Fuori Roma vengono eretti grandi complessi a terrazze (su ispirazione di modelli ellenistici), come il (fine del II sec. a.C.) che termina con un doppio portico semicircolare su cui sorge un piccolo tempio a pianta circolare. Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina Ricostruzione del Santuario della Fortuna Primigenia, Palestrina Santuario della Fortuna Primigenia, Palestrina  › pagina 49  l’architettura privata La patrizia domus La è la casa dei in città, che qui svolgono anche le loro attività pubbliche. La deve quindi avere degli ambienti di rappresentanza. domus ▶  patrizi domus La tipica prevede: struttura della romana domus il , l’ingresso alla casa;  vestibulum l’ , ambiente centrale parzialmente coperto; al suo centro c’è l’ , la vasca dove viene raccolta l’acqua piovana (che è poi convogliata in una cisterna sotterranea);  atrio impluvium il , uno spazio di rappresentanza, in cui il proprietario riceve i (persone di ceto a lui inferiore); tablinum clientes il , dove si ricevono gli ospiti importanti durante i banchetti;  triclinium i , le camere da letto disposte intorno all’atrio; cubicula le , gli ambienti dove si svolge la vita quotidiana, disposti a sinistra e a destra dell’ ;  alae impluvium l’ , il giardino, dove si coltivano fiori e frutta (dal II sec. a.C. si diffonde l’uso del , un grande giardino porticato). hortus peristilio : aristocratici, il termine deriva da , i capi delle famiglie aristocratiche. patrizi patres Le insulae Dalle fonti letterarie sappiamo che le famiglie plebee, che costituiscono la maggioranza della popolazione, vivono in piccoli appartamenti in affitto, oppure in soppalchi costruiti sul retro delle botteghe, o direttamente nei magazzini o nelle stalle. Gli edifici costruiti appositamente per la plebe, le , raggiungono grandi altezze e sono edificati uno accanto all’altro, con strutture in legno (per questo sono spesso soggetti a incendi). insulae Questa   è costituita da una serie di botteghe al piano terra, e da due piani superiori dove erano situate le abitazioni. insula Caseggiato di Diana, II sec. d.C., Ostia antica, Roma Le ville aristocratiche suburbane Oltre alla cittadina, che sono fuori della città e spesso all’interno di vaste proprietà agricole. Queste ville hanno infatti una : centro di produzione agraria e luogo di soggiorno del proprietario, il . Per questo sono divise in una , dove si svolgono le attività agricole, e in una , destinata al riposo e allo svago del . domus gli aristocratici hanno ville suburbane doppia funzione dominus pars rustica pars dominica dominus Le ville marittime Molti imperatori e aristocratici costruiscono ville in prossimità del mare o di laghi, spesso , così che la villa sia a strapiombo sul mare. su una serie di terrazze, realizzate lungo la costa  › pagina 50  il rilievo storico Nel periodo repubblicano il rilievo storico è il mezzo più adatto a celebrare la grandezza di Roma e raccontare le sue imprese militari. Nella maggior parte dei casi si tratta di di eventi storici ed episodi mitologici, rese attraverso una sequenza di scene consecutive, . rappresentazioni narrative senza ricerca prospettica Nella rappresentazione delle figure vi sono richiami al naturalismo ellenistico. Ne è un esempio il , in cui sono narrati episodi delle origini di Roma in uno stile naturalistico caratterizzato da composizioni eleganti e complesse. fregio della Basilica Emilia Fregio della Basilica Emilia (II-I sec. a.C.), Museo Nazionale Romano, Roma Il rilievo nell’“arte plebea” A partire dal II secolo a.C. si ha un’arte prodotta per committenti italici, che è stata definita dagli storici per la semplicità e l’immediatezza dei soggetti. Questo stile è presente soprattutto fuori Roma nei molti monumenti funebri realizzati per piccoli magistrati locali, liberti (schiavi affrancati) o per persone che hanno disponibilità economica. arte plebea In queste opere, come nel , predomina sulla resa della prospettiva e delle proporzioni. Rilievo con corteo funebre l’interesse per l’espressività In questo rilievo i portatori della lettiga hanno dimensioni diverse per dare il senso della profondità. Mentre nelle figure in alto la profondità è data dalle strisce che indicano il terreno. , Museo Nazionale, L’Aquila Rilievo con corteo funebre L’Ara di Domizio Enobarbo Conosciuta da tempo con questo nome, in realtà quest’opera non è un’ ma probabilmente un basamento per statue. Realizzata tra il 120 e il 70 a.C., l’ . I suoi fregi, dimostrazione dell’ in ambito romano, differiscono per stile e per contenuto:  ▶  ara Ara di Domizio Enobarbo è il più antico esempio di monumento pubblico romano ▶  eclettismo il è decorato con le , soggetto mitologico raffigurato con grande perizia tecnica e con uno stile che richiama quello ellenistico. Fregio di Monaco Nozze di Nettuno e Anfitrite il raffigura un , ossia il sacrificio di purificazione fatto dai censori. Il soggetto di tipo storico e lo stile – sobrio, asciutto ed essenziale – differenzia questo rilievo dal precedente. Fregio del Louvre Lustrum censorio : altare su cui venivano fatti i sacrifici.  ara : compresenza in un’opera di stili diversi. eclettismo  › pagina 51  il ritratto Il ritratto è , perché adatto a esprimere il desiderio di affermazione individuale. uno dei generi prediletti dell’arte romana A partire dal II secolo d.C. emergono di ritratto. due tipologie Il , dove il personaggio ritratto è reso il più armonico possibile, pur mantenendo i suoi tratti fisionomici reali. Questo stile compare soprattutto nei ritratti ufficiali, come nel che mostra nella plasticità del volto e nell’ un richiamo all’arte classica. ritratto di tradizione ellenistica, più idealizzato Ritratto di Gneo Pompeo Magno espressione di serenità Il , che incarna i valori dell’antico patriziato attraverso un’espressione di severità e sobrietà. In alcuni casi viene riprodotta l’espressione che maggiormente evidenzia le qualità morali della persona. Il ritratto quindi presenta delle esasperazioni che lo rendono addirittura più “vero” di com’è il viso nella realtà. ritratto di tradizione italica, più realistico Il ritratto di è un classico esempio di . Qui le rughe esprimono l’attitudine alla fatica, tipica della tradizione contadina (anche se la persona rappresentata non appartiene a questo ceto). Ignoto di Osimo esasperazione dei tratti fisionomici In seguito, , si arriva a una Ne è un esempio il ritratto di : il volto ha una che da un lato attenua l’esasperazione fisionomica della tradizione italica, e dall’altro conferisce un maggiore realismo (nell’espressione ) rispetto all’aulicità classica. nell’epoca di Cesare sintesi fra le due tipologie . Ignoto da Palestrina maggiore naturalezza di concentrazione e di severità , 70-50 a.C. Ritratto di Gneo Pompeo Magno , I sec. a.C. Ignoto di Osimo , I sec. a.C. Ignoto da Palestrina Rilievo funerario dei cosiddetti “Catone e Porcia” In passato questo gruppo scultoreo era stato identificato come un ritratto del politico Catone e della figlia Porcia. In realtà le due figure rappresentano due coniugi, raffigurati nell’atto simbolico del matrimonio romano: la congiunzione delle mani destre ( ). dextrarum junctio I due sposi sono e contemporaneamente incarnano l’austera virtù dei cittadini romani. ritratti in maniera realistica , I sec. a.C., Musei Vaticani, Città del Vaticano Rilievo funerario di Marco Gratidio Libano e sua moglie, cosiddetti “Catone e Porcia”