14 il gotico L’origine del gotico: l’architettura L’ascesa delle monarchie nazionali e delle Signorie Il XIII secolo vede ancora lo scontro fra i due grandi poteri, l’impero e il papato, anche se ormai è sempre più evidente la loro crisi. La sede del papa viene più volte spostata da Roma, e ciò contribuisce alla decadenza della città. I possedimenti imperiali si riducono sempre più, fino a coincidere, nel Trecento, solo con i territori germanici. Nello stesso tempo in Europa si affermano le Monarchie nazionali. Una situazione diversa si ha nella : nel Centro-Nord molti comuni si trasformano in ; nel Sud, invece, si ha una dominazione di diverse dinastie reali. Penisola italiana Signorie Nel Duecento, inoltre, nascono , gli (in particolare Francescani e Domenicani), che hanno molta influenza sullo sviluppo artistico di questo periodo. nuovi ordini religiosi Ordini mendicanti “costruite” dalla luce e figure definite da architetture verticali linee sinuose Il nasce con l’architettura realizzata nella regione dell’Île-de-France a partire dalla . Le architetture gotiche sono caratterizzate da un , da una (rispetto a quella possente del Romanico), e dalla presenza di . gotico metà del XII secolo forte sviluppo verso l’alto riduzione della muratura grandi finestre Queste novità nascono dalla :  combinazione innovativa di elementi architettonici già conosciuti l’ (ogiva),  arco a sesto acuto la ,  volta a crociera costolonata gli e i , cioè grandi pilastri di sostegno addossati alla muratura. archi rampanti contrafforti Grazie all’utilizzo di questi elementi l’edificio non pesa più solo sulle pareti murarie, ma anche sui contrafforti e sugli archi rampanti all’esterno, e sulle volte all’interno. Archi e contrafforti diventano quindi simili a uno scheletro che consente di alleggerire la muratura, tanto che gli edifici gotici vengono detti “ ”. a scheletro portante Infine le presenti nelle pareti permettono una notevole , considerata . ampie vetrate diffusione della luce tramite tra il mondo terreno e Dio In questa cappella si ritrovano utilizzati gli elementi tipici del gotico: gli e le che consentono l’eliminazione quasi totale delle superfici murarie, occupate da grandi finestre con vetrate. archi sesto acuto volte a crociera Sainte-Chapelle, 1242-1248, Parigi  › pagina 87  La cattedrale gotica L’edificio più rappresentativo dell’età gotica è la cattedrale, opera collettiva, la cui costruzione prosegue a volte per secoli. All’ la cattedrale presenta: esterno la facciata principale e quelle del transetto affiancate da torri; i portali con , decorati con sculture, spesso con ; strombature statue-colonne il (una finestra circolare divisa da raggi) sopra i portali principali; rosone ; archi rampanti i (i doccioni), bocche di scarico dell’acqua piovana decorate con sculture di creature fantastiche. gargolle La spesso è a quattro o cinque navate, con un poco sporgente, un ampio con e (cioè cappelle disposte a raggiera intorno all’abside). pianta tipica transetto coro deambulatorio cappelle radiali Molti di questi elementi erano già presenti nell’architettura romanica. La di Parigi è uno degli esempi più significativi del Gotico. I suoi portali sono interamente ricoperti da una ricca decorazione scultorea. Nel ci sono nella strombatura dell’arco. Questa tipologia di scultura caratteristica delle facciate gotiche è progettata in stretta relazione con l’architettura, ma acquisisce sempre più autonomia decorativa. Cattedrale di Notre-Dame portale della facciata occidentale dodici statue-colonne Rosone, Cattedrale di Notre-Dame, Parigi Le vetrate I materiali usati per le vetrate gotiche sono il , il e il . Si parte da un disegno su tavola, sulla base del quale si preparano gli , cioè i pezzi di vetro della forma e del colore che serve. I vetri sono poi inseriti in un reticolo di sottili strisce di piombo. Infine la vetrata è sistemata in un’armatura di ferro e collocata nella finestra. vetro piombo ferro antelli , 1242-1248, Sainte-Chapelle, Parigi Ultima cena  › pagina 88  L’architettura gotica in italia Le novità gotiche arrivano in Italia attraverso l’ , che predica una maggiore austerità per un ritorno alla povertà del primo Cristianesimo. Quindi, rispetto ai modelli francesi, gli edifici gotici italiani presentano: Ordine Cistercense ;  piante più semplici ; riduzione degli elementi decorativi ; attenuazione dello sviluppo verticale degli edifici ; pareti più spesse . vetrate più piccole Gli sono comunque considerati gotici per la e per la . edifici italiani luminosità degli interni struttura a scheletro portante Anche gli adottano un’ nelle strutture e nelle decorazioni. Ordini Mendicanti architettura gotica semplificata Un esempio è la , iniziata dai Francescani nel 1228. La facciata a capanna segue la tradizione del Romanico ma ha inserti gotici: il rosone traforato e il doppio portale ad archi acuti (per l’entrata e l’uscita dei pellegrini). L’interno è costruito su perché risponde a diverse funzioni: Basilica di Assisi due livelli la , caratterizzata da un ambiente buio, destinata alla preghiera; Basilica inferiore la , illuminata da grandi finestre, destinata alla predicazione.  Basilica superiore La ricca decorazione pittorica viene aggiunta alla fine del Duecento. Interno della chiesa dell’Abbazia di Fossanova, esempio di gotico cistercense Basilica di Assisi e interno della Basilica superiore L’architettura civile L’affermazione dei Comuni in Italia porta allo . In quasi tutte le città del Nord e del Centro Italia vengono costruiti dei . sviluppo dell’architettura civile palazzi comunali che ospitano le magistrature cittadine Quelli toscani spesso hanno un’alta , come il di Firenze. Il palazzo è un alto parallelepipedo in (cioè rivestimento con pietre appena sbozzate). L’uso del bugnato e le piccole aperture presenti nel piano terra, fanno sembrare il palazzo inaccessibile, come una fortezza. torre merlata Palazzo della Signoria bugnato  › pagina 89  Il “classicismo gotico” di Federico II Federico II (1194-1250) è una figura di grande importanza per l’Italia meridionale del primo Duecento. Promuove infatti una produzione artistica ricca di , ma con una e alla . Ad esempio, il , consigliere di Federico II, richiama gli antichi ritratti romani e contemporaneamente è molto espressiva. riferimenti all’arte classica nuova attenzione al naturalismo forte espressività ritratto di Pier delle Vigne LA SCULTURA GOTICA In epoca gotica la perché assume un peso sempre maggiore nella decorazione architettonica. I maggiori scultori italiani sono Nicola e Giovanni Pisano (padre e figlio) e Arnolfo di Cambio. scultura ha un grande sviluppo nicola e giovanni pisano (1225-1248) è originario del Sud Italia e si forma probabilmente alla corte di Federico II. Nelle sue opere si fondono . A lui si deve l’invenzione del a pianta esagonale, poggiato su colonne. Nicola Pisano caratteri classici e gotici ▶  pulpito (1245-1318) cresce nella bottega del padre ma ha una . Giovanni Pisano visione più gotica ed espressiva : piattaforma sopraelevata, di solito addossata a una colonna o a un pilastro, da cui i sacerdoti predicavano. pulpito I pulpiti dei Pisano che hanno (sono a pianta esagonale, hanno un parapetto decorato da cinque altorilievi, sono sorretti da colonne che poggiano su statue a tuttotondo), ma mostrano . Nicola e Giovanni Pisano realizzano due pulpiti forma simile differenze stilistiche  ( ) è caratterizzato da . Nell’altorilievo , i personaggi sono pochi. Le figure solenni e i panneggi rigidi richiamano i bassorilievi romani. Ma le scene sono più dinamiche ed espressive, per l’influsso gotico. di Pisa, di Nicola Pulpito A forti richiami classici Adorazione dei Magi  ( ) ha caratteristiche gotiche negli archetti a sesto acuto e nella narrazione espressiva. Nell’altorilievo , la composizione è affollata perché raffigura diversi momenti dell’episodio. Le espressioni e i gesti sono più animati e dinamici. di Pistoia, di Giovanni Pulpito B Adorazione dei Magi A. A. B. B.  › pagina 90  ARNOLFO DI CAMBIO, SCULTORE E ARCHITETTO Arnolfo di Cambio (1240-1310) mantiene nelle sue opere gli aspetti più classici del suo maestro Nicola Pisano. Dopo aver lavorato in Toscana, Arnolfo si sposta a . Qui realizza alcune , la struttura architettonica posta sopra l’altare maggiore. Roma innovazioni nel ciborio Nel (1293), a Roma, Arnolfo di Cambio , inserendo archi trilobati, pinnacoli e timpani con piccoli rosoni. Inoltre , tipica dell’arte medievale romana, che diffonderà poi fuori da Roma. di Santa Cecilia in Trastevere Ciborio rielabora la struttura in chiave gotica introduce la decorazione cosmatesca Nei suoi ultimi anni di vita, Arnolfo lavora a , realizzando alcuni fra i principali edifici gotici della città, tra cui la nuova Cattedrale di Santa Maria del Fiore. di questa chiesa, realizza alcune statue tra cui la . La statua dimostra l’ subita dalla : dalle prime statue-colonne si arriva a opere che si staccano dal fondo e diventano . Firenze Per la facciata Madonna col bambino evoluzione statuaria decorativa gotica sculture a tuttotondo La decorazione cosmatesca È fatta di mosaici applicati a pavimenti e arredi sacri. Il nome deriva dai Cosmati, una famiglia romana che lavorava il marmo e che inventò questa tecnica. LA PITTURA GOTICA La pittura gotica è caratterizzata da: un per definire i contorni e i panneggi; importante uso della linea un nella raffigurazione di persone, animali e vegetali. È un naturalismo che si manifesta nella riproduzione dei dettagli, ma non nella rappresentazione reale dello spazio. nuovo naturalismo CIMABUE Cenni di Pepo o Pepe (1240-1302), detto Cimabue, introduce innovazioni importanti e varianti iconografiche alla tradizione bizantina fino ad allora predominante. È considerato il , ma lavora anche a Pisa e a Roma. La visione delle opere presenti in queste città (comprese le antiche rovine romane) contribuisce a far maturare l’arte di Cimabue, che aggiungerà elementi classici alla radice bizantina. fondatore della tradizione pittorica di Firenze Nella , la Vergine siede su un trono posto obliquamente per rendere la profondità dello spazio. Lontana dalla tradizione bizantina è anche la resa del panneggio tramite il chiaroscuro e non con le lumeggiature (effetti di luce resi con tocchi di oro). Madonna in maestà e sei angeli , , 1280 c., Louvre, Parigi Cimabue Madonna in maestà e sei angeli  › pagina 91  Le tecniche pittoriche tra Duecento e Trecento Gli affreschi Negli edifici del Duecento, la grande estensione delle pareti favorisce lo sviluppo della decorazione ad affresco che diventa tipica dell’arte italiana. L’affresco è una eseguita su un . Si parte dalla stesura di un primo strato di intonaco molto ruvido, l’ , sul quale si traccia la , cioè il disegno preparatorio. Si stende poi un altro strato di intonaco su cui si dipinge l’affresco vero e proprio. pittura murale intonaco ancora fresco arriccio sinòpia I dipinti su tavola I dipinti mobili sono realizzati su una , . In quest’epoca si usano . Nel Trecento si diffondono dipinti di grandi dimensioni, chiamati perché formati da più pannelli racchiusi da un’unica cornice. tavola di legno su cui viene applicata una tela colori a tempera polittici GIOTTO Giotto di Bondone (1265-1337) è considerato il . rinnovatore della pittura italiana Nel Quattrocento Cennino Cennini (pittore e autore di un manuale di arte) scrisse che Giotto «rimutò l’arte del dipingere di greco in latino». Cioè con Giotto si passa da una pittura dominata dalla tradizione bizantina (“maniera greca”) a una , che recupera il naturalismo dei modelli classici dell’arte romana (“maniera latina”). concezione pittorica occidentale e moderna Fra le prime opere di Giotto ci sono gli , dove , che popolano . Non si può ancora parlare di , ma lo , attraverso le architetture e la disposizione di persone e oggetti. Affreschi della Basilica superiore di Assisi le figure di Giotto sono persone reali spazi reali ▶  prospettiva spazio è definito in modo da suggerire la terza dimensione : riproduzione della terza dimensione (la profondità) su una superficie piana, attraverso calcoli geometrici. prospettiva L’affresco fa parte del ciclo realizzato da Giotto nella Basilica superiore di Assisi e raffigura l’episodio de . Nel dipinto si vede un ciborio che ricorda quelli realizzati da Arnolfo di Cambio, anche per la presenza della decorazione cosmatesca [vedi pag. 90]. Il presepe di Greccio , 1290, ca., Basilica di San Francesco, Basilica superiore, Assisi Il presepe di Greccio  › pagina 92  L’iconografia del Cristo sofferente Il modello: il di Giunta Pisano (Bologna) Crocifisso La croce dipinta è molto diffusa nella pittura italiana del Duecento e del Trecento. A metà del XIII secolo Giunta Pisano : il corpo del Cristo forma una curva a S; le mani hanno le dita aperte; l’addome è diviso in tre parti; le pieghe del panno intorno ai fianchi di Cristo sono definite da lumeggiature. definisce l’iconografia del Cristo sofferente, che si ispira a modelli orientali Il di Cimabue (Arezzo) Crocifisso Cimabue riprende il modello di Giunta, ma la , il volto (che ha tratti meno esasperati) ha un’espressione più intensa. rappresentazione del dolore è più pacata Il di Giotto (Firenze) Crocifisso Giotto e dà al Cristo l’ , che pende verso il basso come un corpo morto. rompe gli schemi anatomici della tradizione bizantina aspetto di un uomo vero I piedi sono trafitti da un unico chiodo. Anche il adottato in quest’opera è . Le ombre sono disposte secondo un’ipotetica , posta alla sinistra dell’osservatore. Questa soluzione dà una consistenza tridimensionale mai raggiunta prima. chiaroscuro innovativo unica fonte di luce , Giunta Pisano Crocifisso , Cimabue Crocifisso , Giotto Crocifisso La Cappella degli Scrovegni: il capolavoro di Giotto La Cappella degli Scrovegni a Padova è interamente rivestita da affreschi ed è coperta da una volta a botte. La parete d’ingresso è occupata da un grande . Giudizio universale Sulle altre pareti sono raffigurate (i genitori di Maria), , . Storie di Gioacchino e Anna di Maria e Cristo degli Apostoli In quest’opera Giotto raggiunge il culmine della sua arte, sia nel rappresentare azioni e sentimenti umani, sia nella resa dello spazio (soprattutto nelle dipinte ai lati dell’abside). finte cappelle gotiche  › pagina 93  DUCCIO, IL PRIMO GRANDE ARTISTA SENESE Il (1255-1319). Nelle sue opere rielabora la tradizione bizantina, la pittura gotica francese e le innovazioni di Cimabue. fondatore della scuola pittorica senese è Duccio di Buoninsegna Nel 1285 dipinge la , per Santa Maria Novella, a Firenze. Maestà Rucellai La composizione ricorda molto la di Cimabue [vedi pag. 90], ma se ne differenzia per la . Quest’uso della linea è una caratteristica gotica, e la si vede in particolare nel bordo dorato del manto della Madonna. Anche sono un’invenzione di Duccio che rimane poi una costante nella pittura senese. Maestà linea di contorno che “costruisce” le figure i colori delicati e squillanti degli angeli Fra il 1308 e il 1311 Duccio realizza un’imponente per l’altare maggiore del Duomo di Siena. La mantiene l’ nei volti dei personaggi e nella loro disposizione a schiera. Maestà Maestà impronta bizantina Il trono, invece, risente delle nella solidità della costruzione e nella decorazione cosmatesca. novità trecentesche SIMONE MARTINI Con Simone Martini (1280-1344) la pittura senese si diffonde in tutto il territorio italiano, da Assisi a Napoli, da Pisa fino ad Avignone. Le sue prime opere dipendono da Duccio, ma lo stile di Simone si evolve rapidamente, fino a esaltare i , come l’ , gli , l’uso equilibrato dell’oro. caratteri più propriamente gotici eleganza dalle linea effetti decorativi Fra il 1312 e il 1315 realizza una su una parete del Palazzo Pubblico di Siena. Maestà Rispetto alla visione frontale di Duccio, angeli e santi sono disposti lungo linee oblique convergenti verso il centro, in un modo che ricorda la spazialità di Giotto. Anche il baldacchino concorre a dare un senso di e di . spazialità movimento Una delle opere più famose di Simone Martini è l’ , trittico dipinto per il Duomo di Siena tra il 1330 e il 1333. Il fondo dorato è impreziosito dalle delle aureole e della lettere in rilievo che compongono il dialogo fra l’angelo e Maria. Annunciazione e santi punzonature Le sono contornate da . In particolare il movimento di Maria – che si rinchiude nel mantello, in un gesto molto umano – trasmette il suo turbamento per l’annuncio appena ricevuto dall’angelo. figure linee sinuose e assumono pose eleganti  › pagina 94  Pietro E ambrogio lorenzetti (1280-1348) senese, lavora anche in città toscane e umbre (partecipa anche lui alla decorazione della Basilica di Assisi). Pietro Lorenzetti Fra il 1335 e il 1342 realizza per il Duomo di Siena una . La scena è ambientata in una casa della borghesia senese, completa di tutti gli arredi. Ma, nonostante l’accurata rappresentazione dello spazio, Pietro non rinuncia al tradizionale fondo oro, che appare oltre le finestre. Natività della Vergine La tavola . L’integrazione fra la cornice e l’architettura è una soluzione innovativa di Pietro. ha la forma di un trittico ma presenta un’unica scena narrativa (1290-1348) è fratello minore di Pietro. Fra il 1338 e il 1339 realizza la decorazione della Sala della Pace nel , il principale esempio di pittura a soggetto non religioso del Trecento. La decorazione copre tre pareti della sala e rappresenta gli (in cui si osserva una dettagliata rappresentazione della città) e gli (in cui la città viene rappresentata in rovina e il popolo è maltrattato). Ambrogio Lorenzetti Palazzo Pubblico di Siena Effetti del buon governo in città Effetti del cattivo governo , , particolare, Palazzo Pubblico, Siena Ambrogio Lorenzetti Effetti del Buon Governo in città  › pagina 95