capitolo 17 Gli imperi multinazionali fra progresso e crisi le parole della storiografia Declino Gli storici hanno a lungo descritto gli imperi asburgico, russo e ottomano di fine Ottocento come accomunati da un declino progressivo e inesorabile, dovuto all’arretratezza e all’anacronistica resistenza alle istanze nazionali presenti al loro interno. Tale lettura era però viziata da due difetti. Primo, era frutto dell’impressione suscitata dal crollo di questi Stati dopo la Grande guerra del 1914-18, di cui individuavano le cause in una debolezza strutturale più che nelle vicende belliche. Secondo, rispecchiava una visione teleologica della storia tipica di molte storiografie nazionali, che vedevano nell’industrializzazione e nella nascita dei rispettivi Stati-nazione le massime espressioni di una modernità inarrestabile, opposta a imperi descritti invece come residui di un passato destinato a sparire. Più di recente, però, gli studi sul carattere artificiale delle nazioni e una rivalutazione delle condizioni politico-istituzionali e socioeconomiche dei grandi imperi hanno dimostrato l’assenza di un lineare e progressivo indebolimento, le peculiari vie alla modernità che essi percorsero, la pluralità delle sfide che dovettero affrontare e il ruolo decisivo della Grande guerra nel loro crollo, imprevedibile ancora alla sua vigilia.