Il design
Quando l’arte incontra la produzione industriale
possono nascere capolavori.
Il design, o più precisamente industrial design, indica il processo di realizzazione di un oggetto, dalla sua
ideazione fino alla distribuzione sul mercato. La progettazione per la produzione industriale risponde
alle leggi della produzione in serie (e non prevede l’intervento manuale, come invece accade per l’oggetto
artigianale). Si parla, dunque, di un prodotto di design
quando esso è riproducibile su vasta scala. Rientrano
in questa definizione oggetti di diverse tipologie, dai
pezzi di arredamento ( 22 - 24 ) agli utensili ( 25 - 26 ), dai
tessuti ai mezzi di trasporto.
p 22 Ludwig
Mies van der
Rohe, Poltrona
Barcellona, 1929.
La Rivoluzione industriale permise, grazie all’impiego
dei macchinari, di produrre oggetti in serie in tempi
ridotti e a costi più economici. Tuttavia molti di questi
prodotti erano anonimi e poco eleganti. Nella seconda metà dell’Ottocento si iniziò a riflettere sui cambiamenti introdotti dall’espansione della meccanizzazione, che portava a realizzare oggetti spesso scadenti
dal punto di vista estetico. Si cercò quindi una mediazione tra creatività e aspetto estetico della realizzazione di oggetti d’uso comune e i moderni sistemi
di produzione.
p 23 Philippe Starck ed Eugenie
Quitllet, Sedie Dr. Yes, Kartell.
OGGETTI “DI CULTO”
25 Philippe
Starck,
Spremiagrumi
“Juicy Salif”,
1988, alluminio
e poliammide.
New York,
Museum of
Modern Art.
172 UNITÀ 5 I LINGUAGGI VISIVI
Molti sono gli oggetti cult
progettati dai designer,
come il famosissimo
spremiagrumi di Philippe
Starck ( 25 ) o la prima
macchina da scrivere
portatile prodotta in Italia
dalla Olivetti ( 26 ).
p 24 Ettore Sottsass, Lampada da
tavolo Ashoka, 1981, metallo verniciato.
Collezione privata.
q 26 Macchina da scrivere
Olivetti Lettera 22, 1950.