La fotografia
Documenta e informa, ma è anche un’espressione artistica.
Le fotografie sono grandi protagoniste della comunicazione visiva: esse consentono di documentare la
realtà; comunicare informazioni in modo immediato, immortalando eventi importanti o realtà lontane;
suscitare emozioni, non solo per i soggetti che raffigurano, ma anche attraverso gli stessi “meccanismi”
del linguaggio visivo utilizzati in pittura. Anche la fotografia, infatti, può avere un valore artistico: ciò accade quando il fotografo presta molta attenzione alla
forma, studiando con cura la composizione, il punto
di vista e l’inquadratura, i rapporti tra luce e ombra e
così via.
Una foto scientifica o documentaristica deve mostrare il soggetto con chiarezza e precisione, e può richiedere l’utilizzo di strumenti particolari: dai microscopi
elettronici ai telescopi, ai sensori, agli infrarossi ( 37 ).
Le foto di cronaca richiedono capacità tecnica (il soggetto spesso è in movimento ed è difficile non farlo apparire “sfocato”) e anche intuito: occorre sapere quando scattare per cogliere il momento giusto. In
questi casi serve una grande prontezza di riflessi (40).
Per scattare foto artistiche o still life (“nature morte”) sono indispensabili un grande senso estetico e la
capacità di individuare le inquadrature e i punti di vista che mettono in risalto il soggetto o che possono
emozionare lo spettatore ( 38 ). Nel caso dei ritratti è
fondamentale saper cogliere il carattere del soggetto
e fotografarlo in modo che sguardo e atteggiamento
rivelino qualcosa di lui ( 39 ).
W 39
T 40
176 UNITÀ 5 I LINGUAGGI VISIVI
S 37 Uova di lumaca d’acqua su una foglia
di pianta acquatica viste al microscopio.
S 38
LO S
SAI CHE…
Le an
antenate delle fotografie furono
realizzate in Francia all’inizio
dell’Ottocento da Nicéphore Niépce,
utilizzando uno strumento chiamato
camera oscura e una lastra di metallo
coperta da uno strato di materiale
fotosensibile e impressionabile, cioè
sensibile alla luce e in grado di fissare
un’immagine in modo permanente. La
lastra doveva rimanere esposta alla luce
molto a lungo e per farsi fotografare
bisognava rimanere immobili davanti
all’obiettivo per decine di minuti.