Il patrimonio culturale
Testimonia lo sviluppo storico, culturale e sociale di un Paese
e deve essere tutelato attraverso politiche comuni.
Il patrimonio culturale di un Paese è costituito da tutto ciò che ne testimonia la cultura e la storia:
• i manufatti e le opere dell’uomo, come dipinti, sculture, architetture, libri o altro;
• i siti archeologici e preistorici, i borghi antichi e i
centri storici delle città ( 1 );
• i paesaggi e i territori dove l’interazione tra l’uomo
e la natura ha sviluppato modelli di convivenza equi-
librata e rispettosa dell’ambiente;
• i beni immateriali, quali, per esempio, un dialetto,
un canto o una manifestazione tradizionale.
Dallo studio di tale patrimonio comune si può conoscere la storia di un popolo e comprenderne lo sviluppo culturale, storico, sociale, economico nel corso del
tempo. Dalla sua tutela e conservazione dipende la
continuità delle tradizioni di una collettività.
1 I Sassi di
Matera. Matera è
stata designata
Capitale Europea
della Cultura
2019.
La tutela del patrimonio
Le prime norme per preservare i
beni culturali in campo internazionale furono elaborate dopo la
Seconda guerra mondiale.
Nel 1972 il comitato internazionale denominato UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per
l’Educazione, la Scienza e la Cultura) approvò una Convenzione relativa alla tutela e alla promozione
del patrimonio culturale e naturale mondiale, in quanto eredità
per le generazioni future: ancora oggi essa stabilisce annualmente quali interventi finanzia204 UNITÀ 7 I BENI CULTURALI
re per fronteggiare i danni causati
da disastri naturali o dall’azione
dell’uomo.
Oltre alla tutela internazionale,
nei singoli Paesi sono presenti organi istituzionali (in Italia il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, che opera attraverso uffici regionali detti Soprintendenze) che sorvegliano i beni di interesse culturale e si occupano degli
eventuali restauri.
I professionisti addetti ai beni
culturali sono figure con conoscenze storico-artistiche e com-
petenze tecnologiche innovative
che permettano di poter effettuare, per esempio, la diagnosi finalizzata al restauro. Sono dipendenti delle istituzioni pubbliche
(Soprintendenze, musei, biblioteche, archivi), oppure lavoratori autonomi (restauratori, storici dell’arte, archeologi). Le risorse
finanziarie per questo settore provengono, oltre che dallo Stato, anche da fonti private, come le fondazioni bancarie, e dal gioco del
Lotto, che attualmente riserva una
quota dei suoi proventi al restauro
di beni culturali.