romani La scultura romana Rilievi, busti e statue per celebrare i valori dei potenti La scultura pubblica, come l’architettura, ha un intento innanzitutto celebrativo. I protagonisti della storia di Roma vengono ricordati e onorati come , attraverso alcuni generi scultorei: il rilievo storico, il ritratto in forma di testa o busto scolpiti a tutto tondo, la statua onoraria, il monumento equestre. modelli eterni di virtù Il rilievo storico I rilievi rivestono edifici pubblici, monumenti celebrativi e funerari, altari, grandi basamenti di statue, raccontando di cui sono protagonisti imperatori e condottieri romani. Le scene scolpite si svolgono in sequenze lunghe e continue all’interno di architetture semplici e, al tempo stesso, monumentali. La Colonna Traiana ( p. 99) è uno degli esempi più significativi. g ue rre e cerimon ie uffic ia li vedi Altrettanto si può dire per l’ , cioè “Altare della pace augustea”. L’ ( ) presenta un’architettura semplice, con pianta quadrangolare: posta su un basamento, è delimitata da un recinto aperto su due lati opposti. All’interno, l’altare vero e proprio è sopraelevato e raggiungibile attraverso gradini. Il monumento in marmo è rivestito di rilievi alle pareti, in origine dipinti con colori vivaci. L’opera è l’espressione di un progetto politico: riportate in Gallia e Spagna, grazie alle quali l’Impero ha ritrovato stabilità e pace. Questo messaggio era ben evidente a chi dall’esterno osservava i rilievi sul recinto, in particolare la solenne di uomini, donne e bambini sui lati corti ( ). Il corteo, guidato da Augusto, è composto dai suoi familiari, da sacerdoti e da personaggi pubblici. Ara Pacis August ae Ara Pacis 17 commemorare le vittor ie dell’imperatore Augusto process io ne 18 , 13-9 a.C., marmo, 10,62x11x63 m. Roma, Museo dell’Ara Pacis. 17. Ara Pacis , particolare del fregio con la processione della famiglia imperiale. 18. Ara Pacis >> pagina 101 Dalle maschere degli avi al ritratto In età repubblicana (III-I secolo a.C.) i patrizi, cioè i nobili romani, avevano il diritto di custodire le ( ), grazie a maschere di cera realizzate a calco sul volto del defunto e poi conservate in casa per generazioni. Al posto delle maschere si andò diffondendo l’uso di tagliate all’altezza delle clavicole, realizzate in terracotta, marmo e bronzo: si tratta di . In casa venivano custoditi in armadietti con il nome dell’antenato, i titoli onorifici e le cariche assunte. immagini degli avi imagines m ai orum teste-ritratto ritratti in busto La tradizionale devozione dei Romani nei confronti degli antenati è testimoniata con evidenza dal ( ), chiamato così per la famiglia un tempo proprietaria della scultura. L’opera rappresenta un patrizio romano, vestito con la tradizionale , mentre sorregge i busti di due antenati con atteggiamento solenne e severo. Le due teste hanno fisionomie abbastanza simili, che fanno intuire l’appartenenza alla medesima stirpe ( ). La testa del , invece, pur essendo antica, inizialmente non apparteneva alla statua, ma è stata aggiunta per sostituire quella originale, andata perduta. Togato Barberini 19 toga gens Togato ( ), fine del I secolo a.C., marmo, h 165 cm. Roma, Musei Capitolini, Centrale di Montemartini. 19. Togato Barberini Patrizio romano con ritratti degli antenati IL SEGNA libro Le copie sono o non sono opere d’arte? L’opera d’arte, per essere tale, deve essere un originale creato direttamente dall’autore, un pezzo unico non riproducibile? Molti oggi la pensano così ma nel mondo romano l’arte poteva esprimersi attraverso la , ovvero la creazione in serie di oggetti d’arte uguali, detti “seriali”. Questo accadeva soprattutto nella scultura in bronzo: lo stesso modello veniva fuso più volte, ottenendo numerosi esemplari della stessa statua, che si definiscono “ ”. ripetizione multipli Un caso interessante e ben rappresentato è quello delle copie romane di statue greche. Molti capolavori originali greci andarono perduti ed è quindi una fortuna per noi che i Romani, grandi ammiratori dell’arte ellenica, ne facessero copie in marmo e in bronzo, che ancora oggi si trovano nelle collezioni italiane e straniere. Le copie dovrebbero essere tutte identiche agli originali. Ma, poiché erano frutto del lavoro umano, mostrano evidenti di fattura, risultati di qualità variabile, materiali diversi e anche dimensioni non corrispondenti; quindi, anche se sono prodotte in serie, si può dire che abbiano qualche aspetto di originalità. differenze , copia romana da un originale bronzeo di Doidalsa del 250 a.C., marmo, h 106 cm. Roma, Museo nazionale Romano, Palazzo Massimo alle Terme. Afrodite accovacciata >> pagina 102 La testa e il busto Dal culto delle immagini degli avi deriva il come genere autonomo, in forma di teste oppure, specie in età imperiale, di busti tagliati sotto le spalle. ritratto Il ritratto romano, in marmo o in bronzo, è . Inizialmente la scultura descrive i dell’individuo ( ), talvolta in maniera esasperata, e ne definisce il . Ma dal I secolo a.C. si fa strada un’altra tendenza: i volti di personaggi illustri con lineamenti ammorbiditi assumono espressioni che riflettono anche . Così il ( ) manifesta una : la fronte spaziosa e aggrottata, le mascelle serrate, le labbra contratte sono propri di un temperamento lucido e risoluto. r ea listi co tratti del volto 20 carattere q ua lità morali Ritratto di G iu l io Cesare 21 forte personalità Il ritratto presenta invece volti più : la descrizione della fisionomia è generica e l’età è spesso indefinita. La posizione sociale elevata delle donne patrizie e aristocratiche si intuisce dalle complesse che riflettono la moda del tempo. femminile id ea li acconc ia ture , 80-70 a.C., marmo, h 31 cm. Osimo (Ancona), Palazzo Campana. 20. Ritratto di uomo , I secolo a.C., marmo. Napoli, Museo Archeologico Nazionale. 21. Ritratto di Giulio Cesare La statua onoraria Dal III secolo a.C. si realizzano statue, in marmo o in bronzo, in onore di personalità protagoniste della storia romana. Le sculture, talvolta molto grandi, rappresentano il personaggio a , in piedi con atteggiamento , come nel della pagina precedente. Una volta approvata dal senato, la statua onoraria è posta su un piedistallo o una colonna in un luogo pubblico, accompagnata da un’iscrizione. figura intera solenne Togato Barberini In epoca imperiale la scultura celebrativa diventa , espressione di un : l’arte è al servizio del potere. Nell’ ( ), l’imperatore, scalzo, indossa la lorica ornata, cioè l’armatura da parata (non da guerra), e il mantello da generale romano ( ), sistemato intorno ai fianchi e al braccio piegato: accenna un passo e alza il braccio come in un discorso pubblico. Augusto appare come un monarca pacificatore e giusto. Il volto, dai , appare inespressivo e distaccato. La scultura, piuttosto che un ritratto, è il della gloria dell’imperatore e del suo governo. imponente e spettacolare messagg io politico Augusto di Prima Porta 22 paludamentum tratti id ea li simbolo Un tipo di statua onoraria è anche il , raffigurante il personaggio celebrato vittorioso a cavallo. monumento eq ue stre , da un modello del 27 a.C. ca., marmo, h 204 cm. Città del Vaticano, Musei Vaticani. 22. Augusto di Prima Porta ricorda La scultura romana I rilievi storici commemorano le militari Le teste-ritratto onorano gli dei patrizi romani Le statue onorarie sono sculture celebrative dei protagonisti della romana