le tecniche L’affresco Nell’arte italiana la è l’affresco. Il nome “affresco” indica la caratteristica principale di questa tecnica, che consiste nel dipingere sulla parete utilizzando direttamente i pigmenti, quando l , cioè lo strato di preparazione del muro, è ancora , cioè umido. tecnica preferita per dipingere su muro ’intonaco “fresco” Materiali e procedimenti Generalmente l’artista parte da un , in origine un piccolo schizzo, che deve poi essere trasformato in un disegno di grandi dimensioni, corrispondenti alla parete da affrescare. disegno Nel Medioevo gli artisti disegnavano direttamente sul muro a mano libera, in genere con una , chiamata ( ): per questo motivo, il disegno preparatorio su parete è chiamato con il nome del pigmento (sinopia, appunto). La sinopia. terra rossa sinopia 2 Nel Cinquecento diventerà tipica la tecnica dello : sul cartone del disegno si praticano dei piccoli fori lungo le principali linee della raffigurazione e su queste si passa un tampone pieno di pigmento scuro, per esempio un carboncino: la polvere passa attraverso i buchi e lascia la traccia del disegno sul muro. spolvero La sinopia è in genere eseguita sul cosiddetto ( ), ossia sul primo stato di intonaco, il rivestimento protettivo della muratura ottenuto mescolando sabbia e calce. L’arriccio, come indica il nome, è composto da sabbia di diametro grande e irregolare e non è mai perfettamente liscio. La sinopia serve principalmente a due scopi: mostrare al committente come verrà la scena e far capire all’artista come impostare la composizione e soprattutto di avrà bisogno per dipingerla. arriccio 1 quanto tempo , , 1317 ca., affresco e sinopia. Assisi, Basilica di San Francesco, chiesa inferiore. Simone Martini San Martino dona il mantello al povero Non esiste nessuna tecnica per rendere visibile la sinopia al di sotto di un affresco: è possibile vederla soltanto quando, per motivi di restauro, lo strato superiore di intonaco affrescato viene . staccato dal muro A questo punto l’artista deve applicare un altro strato di intonaco, questa volta liscio e perfetto: su questo strato dipinge ( ). Essendo l’intonaco fresco, bagnato, l’acqua di cui è impregnato funziona da legante: quando il muro si asciuga, grazie a una reazione chimica chiamata , i pigmenti entrano a far parte del muro, in modo . La pittura. usando direttamente i pigmenti 3 carbonatazione durevole e solido La – che, se non viene toccato, resiste intatto per secoli – è indubbiamente uno dei pregi di questa tecnica. Lo svantaggio è invece la che la tecnica impone all’artista: per sfruttare la carbonatazione, infatti, il pittore deve procedere in modo rapido. Alla fine della giornata, quando l’intonaco è asciutto, non è più possibile continuare ad applicare i colori sperando nella loro eccezionale durata. Le giornate di lavoro. durata dell’affresco velocità Per questo motivo l’artista deve dividere la scena da rappresentare in “ ”, cioè giorni di lavoro, e dare l’intonaco solo su quella porzione di muro che prevede di dipingere in un giorno: oggi è facile per gli studiosi analizzare e contare le giornate studiando, grazie all’uso di forti luci radenti, le millimetriche differenze tra le varie porzioni di intonaco. g io rnate Una volta completato l’affresco, talvolta l’artista rifinisce alcune parti “ ”, sull’intonaco ormai asciutto: in genere accade per alcuni dettagli o per colori – come l’ – che non possono essere applicati sull’intonaco fresco. Le rifiniture a secco. a secco azzurrite Questo è il motivo per cui, quando oggi osserviamo degli affreschi medievali, molto spesso i cieli non sono più azzurri – perché l’azzurrite data a secco non è durata nel tempo – ma rossi, ossia del colore della preparazione. , , 1420 ca., affresco. Firenze, Basilica di Santa Trinita. Lorenzo Monaco Sposalizio della Vergine L’azzurrite, applicata a secco, si è rovinata con il tempo e lascia vedere la . preparazione rossa