le tecniche La prospettiva centrale La prospettiva centrale (o lineare) è un metodo rigoroso per raffigurare spazi e (altezza, larghezza e profondità) (altezza e larghezza). È il caso di un disegno su un foglio di carta, o un dipinto su tavola o tela. corpi a tre dimens io ni su un p ia no a d ue dimens io ni Procedimenti Il piano su cui si realizza una composizione prospettica si chiama . Su di esso si definisce la , ovvero una linea orizzontale che taglia in due il piano di proiezione all’altezza dell’occhio dell’osservatore, il cosiddetto . Le linee oblique della rappresentazione ( ) convergono verso un punto predefinito sulla linea dell’orizzonte: è il , che nel Quattrocento di solito è posto in corrispondenza dell’ della composizione. p ia no di pr oi ez io ne lin ea dell’orizzonte punto di vista direttrici prospettiche punto di fuga asse di simmetr ia La griglia prospettica così definita consente all’artista di far diminuire le grandezze “apparenti” (non oggettive) dei volumi posti al suo interno secondo una , in rapporto alla distanza dal punto di vista. Talvolta ci sono più punti di fuga, ciascuno corrispondente a una visuale diversa della composizione. proporz io ne precisa e unitar ia Schema prospettico della , fine del XV secolo. Urbino, Galleria Nazionale delle Marche. Città ideale Un po’ di storia Questo metodo è il punto d’arrivo di un lungo percorso. Nella pittura toscana del Trecento, a cominciare da Giotto, si era già cercato di dare la percezione della profondità, ma in maniera intuitiva: le proporzioni di un dipinto non erano mai del tutto coerenti e dunque verosimili. Invece ai primi del Quattrocento (verso il 1420) , grazie a esperimenti ottici, mette a punto un di rappresentazione prospettica, basato su . Brunelleschi metodo esatto regole g eo metriche FAI tu!   La Biblioteca del Convento di San Marco è un ambiente a tre navate divise da archi a tutto sesto poggianti su colonne ioniche. Ponendosi al centro della navata centrale e guardando verso la porta sul fondo, si vive “un’esperienza prospettica” derivata dalla nostra percezione visiva: le due serie di colonne sembrano avvicinarsi fra loro e diminuire la loro grandezza “apparente”. Invece sono parallele, quindi equidistanti, e alte uguali. Puoi vivere la medesima esperienza ponendoti al centro di un viale alberato o di un corridoio di scuola, o ancora di una stanza di casa stretta e lunga. Fai una fotografia, stampala, traccia su di essa orizzonte, asse di simmetria, direttrici prospettiche e punto di fuga.  Biblioteca del Convento di San Marco, 1436-1446 ca. Firenze, Museo di San Marco. Michelozzo ,