rinascimento l’artista Donatello Il più grande scultore del Quattrocento dialoga con l’arte antica in modo originale e moderno Donatello (1386-1466), fiorentino di nascita, rinnova in maniera geniale la scultura, con opere cariche di energia, realismo e nobiltà, che segnano l’inizio della nuova stagione rinascimentale. Sperimenta , come la terracotta, la pietra, il marmo, il bronzo, il legno. tecniche scultoree molto diverse Prendendo le distanze dalla grazia tardogotica, Donatello raffigura , che manifesta i propri sentimenti e si muove in uno spazio reale. l’ uo mo come un er oi co protagonista della stor ia Dopo un fondamentale viaggio a Roma compiuto con l’amico Brunelleschi, a Firenze Donatello si forma nella bottega di Ghiberti, impegnata in quegli anni nella realizzazione delle porte del battistero. Lungo il suo percorso artistico, Donatello si confronterà con alla ricerca di spunti tematici, tecnici e stilistici: un dialogo fervido e originale. l’Antico Grazie alle sue doti, presto Donatello viene chiamato a lavorare come scultore nei più . grandi cant ie ri della città Biografia di Donatello Un santo guerriero Nel 1416 Donatello scolpisce il ( ) in marmo per una delle nicchie esterne della Chiesa di Orsanmichele. San G io rg io 8 La scultura rappresenta un giovane guerriero armato che tiene con una mano lo appoggiato a terra davanti a sé, mentre con l’altra in origine stringeva una di bronzo dorato che fuoriusciva dalla nicchia, attirando così l’attenzione del passante. scudo croc ia to spada L’eroe sta eretto, con i piedi poggiati a terra, divaricati come i bracci di un compasso. L’ possente del corpo è descritta in maniera attenta e la figura è costruita secondo precise . Il busto, carico di energia, è rivolto leggermente verso sinistra, mentre il viso, con lo sguardo concentrato, è ruotato dalla parte opposta: grazie a questa lieve rotazione, la statua sembra quasi sul punto di uscire dalla nicchia. San Giorgio appare come un eroe che vigila, pronto ad affrontare il nemico che si avvicina. anatom ia proporz io ni , 1416-1417, marmo, h 209 cm (la statua). Firenze, Museo Nazionale del Bargello. 8. San Giorgio Ricostruzione prospettica del rilievo osserva La scena è impostata secondo una prospettiva centrale. Le individuate dalla grotta e dal loggiato del palazzo ( ) posto al centro, dove si incrociano la linea dell’orizzonte ( ) e l’asse di simmetria ( ). L’orizzonte è al di sopra della linea mediana della lastra, perché tiene conto del punto di vista dell’osservatore, situato più in basso rispetto alla predella. direttrici prospettiche si incontrano nel punto di fuga P LO AB >> pagina 219 Lo “stiacciato” Nel 1417 Donatello realizza l’edicola in marmo per il . Nella è rappresentata la : il giovane cavaliere combatte contro un orrido drago che sta per sbranare una principessa implorante. San Giorgio predella storia del santo a bassorilievo La scena è impostata secondo una rigorosa . A questa Donatello unisce un’altra tecnica per dare un senso concreto di profondità spaziale, il cosiddetto “ ” (termine fiorentino che significa “schiacciato”): lo spessore delle forme si appiattisce infatti verso il fondo, fino a diventare solo un segno inciso sulla lastra nelle fronde degli alberi in lontananza. prospettiva centrale stiacciato Un condottiero a cavallo Alla fine del 1443, a quasi sessant’anni, Donatello lascia Firenze per trasferirsi a , allora sottoposta alla Repubblica di Venezia: un viaggio fondamentale per la storia dell’arte italiana, perché segna la diffusione della moderna arte fiorentina nel Nord della Penisola attraverso uno dei suoi principali rappresentanti. Padova A Padova Donatello rimane dalla fine del 1443 al 1454. Contattato da principi e signori, esegue alcune opere fondamentali per la città, come il ( ), un condottiero dell’esercito veneziano, morto nel 1443 a Padova. Con quest’opera Donatello realizza , recuperando uno dei genere più nobili nell’antichità romana, destinato a celebrare gli imperatori vittoriosi. Lo scultore aveva ancora vivido nella memoria il visto a Roma ( p. 103). Monumento in onore di Erasmo da Narni detto il Gattamela ta 9 la prima stat ua eq ue stre rinascimentale Marco Aurel io vedi Donatello reinterpreta i modelli antichi con una . Il viso del Gattamelata è fiero, con lo sguardo puntato verso un punto preciso in lontananza. Alla compostezza nobile del cavaliere si contrappone il nervosismo del , che ha un ruolo da coprotagonista e una sua psicologia: al primo pericolo, pare pronto a scendere dal piedistallo, dove è costretto a mantenere una posa da nobile destriero. sensibilità moderna cavallo , 1447-1453 ca., bronzo, 340x390 cm (senza piedistallo). Padova, piazza del Santo. 9. Monumento in onore di Erasmo da Narni detto il Gattamelata ricorda Donatello Sperimenta diverse Nei bassorilievi suggerisce la profondità con lo Recupera il genere romano della statua