rinascimento l’artista Piero della Francesca Una pittura fatta di prospettiva, forma, colore e luce L’arte di Piero della Francesca (1415/1420-1492), pittore e matematico attivo nella seconda metà del Quattrocento, riflette la sua della realtà. Figlio di un calzolaio, nasce nella toscana Sansepolcro (allora Borgo Sansepolcro), in provincia di Arezzo, al confine con Umbria e Marche. vis io ne sintetica e limpida Nel 1439 giunge a Firenze per aggiornarsi sulle novità delle opere fiorentine. Ma poi svolgerà la sua attività altrove, presso importanti , come Perugia, Ferrara, Rimini, Urbino, Mantova, Roma (conosce quindi Alberti e le sue opere). Rimane sempre legato alla sua terra, la Valtiberina. corti ital ia ne Piero muore nella sua casa il 12 ottobre del 1492. Nello stesso giorno Cristoforo Colombo scopre l’America: è iniziata una nuova era.   Biografia di Piero della Francesca Un dipinto enigmatico A Urbino, presso la corte di Federico da Montefeltro, Piero dipinge un’affascinante tavoletta nota come la ( ). Fla gellaz io ne di Cristo 18 La composizione è divisa nettamente in dalla colonna al centro: a sinistra, al centro della sala di un edificio aperto, Cristo viene flagellato davanti a Pilato; a destra, in una via cittadina si incontrano tre uomini in abiti quattrocenteschi. La della composizione è una delle più esatte e coerenti del Rinascimento. Piero traduce la realtà in un sistema di immerse in una . I personaggi, immobili, non manifestano emozioni: sembrano essi stessi architetture. La bellezza per Piero è la perfezione eterna e immutabile della geometria. d ue parti prospettiva forme regolari e id ea li luce cristallina e colorata Il significato del dipinto è tuttora un enigma irrisolto. È comunque probabile che le tre figure in primo piano siano personaggi contemporanei, messi in relazione con la flagellazione di Cristo.   , dopo il 1459, olio e tempera su tavola, 58x81 cm. Urbino, Galleria Nazionale delle Marche. 18. La flagellazione di Cristo Prospettiva perfetta   osserva Le direttrici individuate dalle architetture (le mattonelle dei pavimenti, i lacunari del soffitto, le cornici, il tetto a destra…) convergono in un  , posto alla base dell’ultima colonna della serie in scorcio al centro. unico punto di fuga Una conversazione sacra e silenziosa Per Federico da Montefeltro Piero realizza un’importante pala d’altare, nota come ( ) dal luogo in cui è oggi conservata. Rappresenta una , il soggetto prediletto per le pale d’altare del Rinascimento: la Madonna col Bambino in trono, circondata da sei santi e quattro angeli inseriti in un’ambientazione unitaria. Il sonno del Bambino, disteso sulle gambe della madre, prefigura la sua morte sulla croce. In primo piano è Federico con l’armatura, di profilo e in preghiera. Pala di Brera 19 Sacra Conversaz io ne ritratto L’opera presenta una fusione perfetta fra personaggi e architettura, grazie alla prospettiva coerente e alla luce limpida. La Sacra Conversazione è ambientata in una , ispirata alle architetture di Alberti ( p. 231 fig. 18). Nel catino absidale si inserisce una grande conchiglia in marmo da cui pende, sulla testa della Vergine, un di struzzo, simbolo di purezza e di vita perfetta. È la prima Sacra Conversazione rinascimentale sviluppata . A questo modello si rifaranno varie pale d’altare dell’Italia centro-settentrionale negli anni seguenti. ch ie sa rinascimentale vedi uo vo in verticale in un’amb ie ntaz io ne architettonica    o   (Madonna con il Bambino, angeli, santi e Federico da Montefeltro), 1472-1474, olio e tempera su tavola, 250x170 cm. Milano, Pinacoteca di Brera. 19. Pala di Brera Pala Montefeltro Piero della Francesca   ricorda Rappresenta la realtà tramite forme                                                             Imposta le composizioni secondo una prospettiva esatta, invase da una limpida                                                           IL SEGNA libro IL ritratto Oggi è facilissimo fare un ritratto a qualcuno, o farsi un autoritratto, per esempio un “selfie” col cellulare. Ma un tempo si potevano tramandare le sembianze delle persone solo con i mezzi dell’arte: la pittura e la scultura. Diffuso nell’arte romana antica, il ritratto . E non fu più solo inserito nelle scene sacre – per ritrarre per esempio il committente ai piedi della Madonna – ma acquistò , per fissare l’aspetto di re e borghesi, sposi e anche defunti. tornò ad affermarsi nel Rinascimento autonomia Nelle corti padane piacevano i , un’arte nella quale fu eccellente Pisanello. E le statue equestri in bronzo dei condottieri Gattamelata (di Donatello, vedi p. 219) e Colleoni (del Verrocchio) erano ritratti di tono imperiale. ritratti di profilo sulle medaglie In tutta Italia inoltre, nel Quattrocento, giunsero ritratti fiamminghi dipinti con (anche sgraziati), al chiuso o sullo sfondo di un paesaggio, in una luce pura come cristallo. L’esattezza e la luminosità di quei ritratti ispirarono pittori come Piero della Francesca, Antonello da Messina, Domenico Ghirlandaio. attenzione ai particolari ,  , 1488-1490, tecnica mista su tavola, 77x49 cm. Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza. Domenico Ghirlandaio Ritratto di Giovanna Tornabuoni