rinascimento scopri l’opera Sandro Botticelli La nascita di Venere 1484-1485 tempera su tela 185x286 cm Firenze, Gallerie degli Uffizi Asset ID: 70 ( ) sta-vidrac-la-nascita-di-venere-s200.mp4 Che cosa sappiamo? Come per la , così anche per la non conosciamo il committente, ma il dipinto potrebbe essere appartenuto a , cugino di Lorenzo il Magnifico. Primavera Nascita di Venere Lorenzo di P ie rfrancesco de’ Medici L’opera è realizzata su , un supporto al tempo ancora inconsueto a Firenze, dove si dipinge soprattutto su tavola; le tele dipinte erano destinate alle grandi sale oppure proprio alle dimore fuori città. tela Botticelli ha usato una tecnica molto raffinata: alla consueta preparazione della tela a base di gesso e colla, unisce la polvere di , una pietra gessosa molto luminosa. Su questa stesura ha poi dipinto con una tempera così leggera da far intravedere in certi punti la trama della tela. Il pittore così ottiene un dipinto particolarmente , come in una perfetta mattina di primavera. La tecnica. alabastro luminoso L’alabastro rende la tela più luminosa Che cosa vediamo? Il tradizionale titolo del dipinto, la , è stato in realtà attribuito all’opera nell’Ottocento, e non corrisponde perfettamente al soggetto rappresentato da Botticelli. Infatti, secondo il mito, Venere nasce dal mare fecondo, mentre la tela rappresenta il compiuto dopo la sua nascita fino alle coste dell’isola di Cipro (o Citera). Nascita di Venere v ia gg io della d ea Venere sta arrivando sull'isola di Cipro Leggiamo l’opera Nella composizione , eretta su una conchiglia, è quasi al termine del suo viaggio. Viene sospinta, fra rose sospese nell’aria, dal soffio di due figure alate, due : Zefiro, forte e vitale, e la gentile Aura, che alita piuttosto che soffiare, trattenendo l’irruento compagno. Venere venti Sulla riva una fanciulla, con la veste candida punteggiata di fiordalisi stretta da una cintura di rose, è pronta ad avvolgere la dea in un manto rosato, ornato da pratoline e garofanini: è probabilmente o, secondo un’altra interpretazione, . Flora l’Ora della Primavera La scena è ambientata in una , che pare congelata, . Le dorature accendono di una luce magica capelli, foglie e fiori. La superficie verdastra del mare, increspata da onde astratte, non ha trasparenza. La costa è verdeggiante, come mai potrebbe esserlo dove batte l’onda marina: sulla destra si elevano piccoli alberi di alloro, fra i piedi di Flora c’è una mammola fiorita, mentre dal bordo a sinistra spuntano mazze sorde o tife, piante palustri che non vivono fra le acque del mare. natura irr ea le senza profondità prospettica I personaggi stanno tutti in come fossero contro un fondale dipinto. Come nella , le figure femminili hanno le medesime , incorniciate dai capelli biondi a larghe ciocche, le forme candide allungate ed eteree, ma sono senza emozioni. primo p ia no Primavera fis io nom ie id ea li È l’immagine di un , con simboli di difficile interpretazione e venato da una certa malinconia. mondo lontano di sublime bellezza Botticelli dipinge un mondo di bellezza ideale confronta Nel dipinto Botticelli cita opere antiche, ben note nella Firenze del tempo. La figura di Venere si rifà alla Venere pudica, scolpita dal greco Prassitele, nota attraverso varie copie di epoca romana. Invece per i due venti alati Botticelli si è ispirato a due figure molto simili incise in una preziosa gemma ellenistica, oggi denominata , che si trovava nelle collezioni di Lorenzo il Magnifico. Tazza Farnese , copia romana di un originale greco del II secolo a.C., marmo, h 193 cm. Roma, Musei Capitolini. Venere capitolina , II-I secolo a.C., agata sardonica, diametro 20 cm ca. Napoli, Museo Archeologico Nazionale. Tazza Farnese