rinascimento maturo l’artista Michelangelo Un genio universale: scultore, pittore, architetto e poeta Michelangelo Buonarroti (Caprese, Arezzo 1475-Roma 1564) è considerato un e la sua fama non ha mai conosciuto declino. gen io senza confronti Formatosi a Firenze, alterna soggiorni a Roma, dove si stabilisce definitivamente dal 1534. Nonostante il carattere scontroso e solitario, ha rapporti intensi, spesso contrastati, con i massimi personaggi del suo tempo: letterati, filosofi, artisti, religiosi, principi, pontefici. Nella sua (muore a 89 anni!), attraversa epoche molto diverse, dal Rinascimento alla Controriforma, ma rimane sempre un protagonista insuperabile dell’arte. lunga vita Biografia di Michelangelo Buonarroti Il “gigante” di marmo Dopo un primo soggiorno a Roma, nel 1501 Michelangelo torna a . Già famoso grazie a importanti opere compiute nella città pontificia, in particolare la oggi in San Pietro ( p. 275), l’artista viene incaricato di scolpire un blocco di alto circa 5 metri. La scultura deve rappresentare ( ), personaggio biblico caro ai fiorentini e soggetto ricorrente nell’arte della città. Michelangelo, dopo tre anni di lavoro, svela la sua maestosa statua, che a molti sembra un “gigante bianco”, degno di essere collocato in piazza della Signoria, dove sorgeva la sede del governo repubblicano. In questa scultura, David non è il giovinetto descritto nella Bibbia, ma un uomo completamente , che richiama le colossali statue classiche raffiguranti personaggi vittoriosi e divinità, osservate dall’artista a Roma. Firenze P ie tà vedi marmo David 14 imponente nudo Diversamente dalle sculture precedenti (come i due di Donatello, p. 220), il di Michelangelo non ha ancora compiuto la sua impresa, ma si sta preparando ad affrontare Golia, che scruta in lontananza. Mentre ruota la testa per osservare l’avversario, l’eroe prepara la fionda, una sorta di fascia che, tenuta a tracolla, ha appena sciolto: sistema il sasso con la mano alzata, prova l’impugnatura con la mano destra, si bilancia sulle gambe preparandosi al lancio. David concentra in sé l’ , che si riflette nella tensione del corpo, in ogni muscolo o tendine: e si fondono in un’opera che è emblema di bellezza, eroismo e virtù. David vedi David energ ia pens ie ro az io ne , 1501-1504, marmo, h 410 cm. Firenze, Galleria dell’Accademia. 14. David E OGGI? Alla fine dell’Ottocento il David di Michelangelo è stato trasferito nella , costruita per accogliere la scultura. Oggi migliaia di visitatori (1,6 milioni nel 2017) da tutto il mondo varcano la soglia del museo per ammirare incantati questo capolavoro. Tribuna della Galleria dell’Accademia >> pagina 273 La forma prigioniera Nel 1505 papa Giulio II chiede a Michelangelo di realizzare la sua tomba, in forme colossali. Lo scultore lavora al progetto per molti anni, modificandolo ripetutamente per desiderio prima del papa e poi dei suoi eredi. La “tragedia della sepoltura”, come la chiama Michelangelo, si conclude solo nel 1548, con il monumento eretto in San Pietro in Vincoli, molto ridimensionato rispetto all’invenzione iniziale. Alcune delle sculture realizzate per la Tomba di Giulio II, ma escluse dal progetto finale, sono quattro grandiosi ( ) in marmo. Le sculture sono e mostrano vari gradi di finitura. Sembrano giganti che con uno sforzo immane cercano di uscire dal blocco di pietra che li trattiene: si torcono, assumono , tendono le membra lungo direttrici oblique contrapposte. Prig io ni 15 incomp iu te pose innaturali Questi personaggi tormentati illustrano in maniera evidente il modo in cui Michelangelo intendeva la scultura, descritta in una sua celebre poesia: con un lavoro duro e sofferto, lo scultore (“l’ottimo artista”) , prigioniera dentro il blocco di marmo, che la incatena. Quella forma ideale, già nella mente dell’artista, affiora lentamente ed emerge come un uomo in una vasca, da cui si faccia uscire l’acqua. libera la forma perfetta levando la mater ia , 1530-1532, marmo, h 267 cm. Firenze, Galleria dell’Accademia. 15. Prigione detto lo Schiavo che si sveglia confronta Osserva la scultura del . Quali sono le somiglianze e le differenze (nella levigatura del marmo, nella posa e così via) che noti rispetto al ? Prigione David IL SEGNA libro Quando È nata la storia dell’arte? Anche se la nostra Penisola è rimasta divisa in vari Stati indipendenti fino all’Ottocento, in realtà il concetto di “Italia” esisteva già da secoli, inteso come , affidata alla lingua “volgare” di Dante e all'arte rinnovata da Giotto. Questo appare chiaro nel Cinquecento, quando, accanto agli studi linguistici, . Avviene a Firenze, allora dominata dai Medici, grazie a un'opera colossale: , di Giorgio Vasari. Le due edizioni delle (1550 e 1568) gettano le basi della futura storia dell'arte, oltre a essere una lettura affascinante, piena di racconti vivaci e di una grande quantità di informazioni raccolte da Vasari leggendo, viaggiando e studiando le opere. La sua , con Cimabue, Duccio di Buoninsegna e Giotto considerati gli iniziatori dell'arte europea, e Michelangelo al vertice dell'arte di tutti i tempi. Vasari fu attivo come architetto e pittore alla corte dei Medici e altrove, ma le restano il suo vero monumento: imitate e tradotte in diverse lingue, sono oggi consultabili anche sul web. identità culturale comune nasce la storia dell'arte in senso moderno Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori Vite visione era molto “toscana” Vite , (frontespizio), Giunti, Firenze 1568. Giorgio Vasari Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori >> pagina 274 La Madonna “serpentinata” Michelangelo fu non solo scultore, ma anche pittore e architetto. A Firenze realizza un dipinto detto ( ), dai committenti, Agnolo e Maddalena Doni, ritratti da Raffaello ( p. 271). Il rappresenta una Sacra Famiglia molto originale: al centro è posto il gruppo imponente con la Madonna, Gesù e Giuseppe; sulla destra, dietro a un muretto in pietra che separa il gruppo sacro dal secondo piano, san Giovannino; sul fondo, alcuni nudi atletici (il cui significato è incerto) sono appoggiati a un muretto semicircolare. Tondo Doni 16 vedi Tondo Doni I personaggi, con forme scultoree, assumono . I colori, ben definiti dai contorni, sono vivaci e netti. La luce diffusa muta le tonalità dei colori creando dei , come nel lembo del manto verde che diventa giallo nel grembo di Maria. L’interesse primario di Michelangelo è la , assoluta protagonista delle sue opere, in una natura astratta. pose complesse cang ia ntismi figura umana , 1504-1506, tempera grassa su tavola, diametro 120 cm. Firenze, Gallerie degli Uffizi. 16. Tondo Doni Una posa contorta osserva La Vergine, seduta sul prato in primo piano, tiene le gambe da un lato e ruota il busto in senso contrario: compie così un (la cosiddetta posa “serpentinata”). movimento a spirale Una cupola dedicata a Dio Ormai settantenne, Michelangelo viene nominato da papa Paolo III direttore della Fabbrica di San Pietro a Roma, ma non pretende alcuno stipendio, lavorando – scrive – “per l’amore di Dio”. Riprende l’idea di un’immensa , già avanzata da Bramante ( p. 264), e lavora soprattutto alla ( ), concepita come coronamento della basilica, ma anche simbolo dell’intera cristianità. La struttura è simile alla cupola del duomo fiorentino ( p. 216) costruita da Brunelleschi nel secolo precedente: una , poggiata su un tamburo con finestre, stretta da possenti costoloni e chiusa sulla sommità da una lanterna. basilica a p ia nta centrale vedi cupola 17 vedi dopp ia calotta emisferica Tuttora la cupola di San Pietro svetta sulla città come sommità dell’intera basilica, che sarà portata a termine nel secolo successivo in forme ben diverse da quelle pensate dal Buonarroti ( p. 324). vedi Cupola della Basilica di San Pietro, dal 1546, diametro interno 42 m. Città del Vaticano. 17. Michelangelo ricorda Nella scultura fa emergere la imprigionata nel blocco di marmo Nella pittura l’interesse è centrato sulla figura , in pose complesse Progetta l’immensa cupola di San Pietro come simbolo della