realismo scopri l’opera Gustave Courbet Funerale a Ornans 1849 olio su tela 315x668 cm Parigi, Musée d’Orsay Che cosa sappiamo? Dopo aver abitato per dieci anni a Parigi, Courbet torna per un periodo a Ornans, il suo paese natale. Qui dipinge la , lunga quasi sette metri, intitolata , in cui raffigura probabilmente la cerimonia funebre dello zio. grandissima tela Funerale a Ornans Esposto a Parigi nel 1850, il dipinto suscitò , la mostra ufficiale di arte francese che si teneva a cadenza annuale. che ancora si insegnava nelle scuole d’arte, l’opera per la rappresentazione di un semplice funerale di campagna in un dipinto di proporzioni gigantesche. sconcerto n ei critici e n ei visitatori del Salon Lontana dallo stile “accademico” e n eo classico scandalizzò i parigini L’opera scandalizzò critica e pubblico Che cosa vediamo? La tela ha la tipica di un ( p. 100), ma, anziché raffigurare un episodio della mitologia o della storia del passato, rappresenta un . forma allungata e orizzontale freg io antico vedi evento contemporan eo La scelta di un soggetto tratto dalla storia recente non era considerata così scandalosa per la pittura francese, ma a colpire gli spettatori fu il fatto che la scena non rappresentasse un episodio della grande storia francese, ma un , come il funerale di uno sconosciuto in un villaggio di campagna. Un soggetto apparentemente così modesto viene inoltre trattato in : i personaggi appaiono a grandezza naturale e in questo modo il funerale di un uomo qualunque acquista l’importanza di un avvenimento storico. evento minimo e senza importanza dimens io ni monumentali Nella tela si possono riconoscere tutti gli abitanti di Ornans, un piccolo paese francese: i membri del clero, i borghesi più ricchi ed eleganti, le donne di diverse età, i bambini. , qualcuno si distrae, come per esempio il fanciullo sulla destra, più interessato a quello che sta facendo il cane che alla sepoltura. Come in un vero funerale In primo piano, davanti al becchino inginocchiato e quasi in posa, si trova la buca dove verrà deposta la bara: una , così da farci provare quasi una vertigine per la paura di caderci dentro. fossa amp ia che esce dal bordo del dipinto per entrare nel nostro spaz io di osservatori Un evento comune è elevato ad avvenimento storico Il chierichetto adulto rivolge lo sguardo all’osservatore, quasi per . coinvolgerlo Leggiamo l’opera Ognuna delle figure è colta in : nessuno è immobile, ma i volti e i corpi si muovono come in una . Tutti i personaggi si trovano , in uno spazio che sembra quasi contratto per la forma allungata del dipinto, e alcuni di loro sono , come se la tela raffigurasse solo un istante della realtà che prosegue al di fuori dell’inquadratura. leggero movimento folla r ea le in primo p ia no tagl ia ti dal bordo Le , e le forme appaiono realizzate da macchie di colore, senza un preciso disegno sottostante. Nel , con una natura spoglia a fare da sfondo, spiccano alcuni colori delle vesti: il nero, il bianco e il rosso. pennellate sono rapide e veloci p ae sagg io bruno e terroso Tutti , scavati, quasi sgradevoli: nell’esposizione ufficiale del 1850 i critici denunciarono la bruttezza dei personaggi definendo l’insieme rozzo e di poco interesse, senza comprendere la di una pittura che per la prima volta aveva abbandonato le raffigurazioni enfatiche del mito e dei grandi eventi storici. i volti sono segnati da rughe forza rivoluz io nar ia I volti e i gesti sono quelli di persone reali