CONOSCO I flussi migratori Per conoscere la composizione della popolazione europea è molto importante considerare i flussi migratori, cioè gli . spostamenti di popolazione Oggi il nostro continente è per lo più meta di immigrazione, ma non è sempre stato così: vediamo che cos’è successo nel passato. Tra Ottocento e Novecento gli europei emigravano Tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo si è verificata una massiccia , proseguita per alcuni decenni, dall’Europa , che offrivano maggiori opportunità di lavoro e la speranza di una vita migliore. Gli italiani erano fra i migranti di quel periodo, insieme a spagnoli, irlandesi, russi, tedeschi e polacchi: si avventuravano oltreoceano in cerca di maggior fortuna, diretti soprattutto negli Stati Uniti e in Argentina, Paesi in cui ancora oggi esistono numerose comunità italiane. ondata migratoria verso le Americhe e l’Australia Gli Italiani, emigranti di ieri I controlli all’arrivo nel Nuovo Mondo (nella foto, lo sbarco a New York di 2447 immigrati italiani dalla nave ) erano meticolosi e spesso molte persone venivano rimandate nelle terre di provenienza. In ogni caso la procedura prevedeva spesso un periodo di isolamento di 40 giorni (“quarantena”) per timore di malattie infettive. 1923, New York, Stati Uniti. Giulio Cesare Dal secondo dopoguerra l’Europa è meta di immigrazione Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale (1945) l’Europa ha assistito a grandi spostamenti di popolazione. Il conflitto aveva distrutto intere città e causato la morte di milioni di persone tra militari e civili: era quindi urgente ricostruire, e per farlo servivano numerose braccia. Così l’Europa tornò a essere , sia dagli altri continenti sia al suo interno, dai Paesi economicamente meno sviluppati dell’Europa Orientale e Meridionale verso i Paesi del Centro-Nord, dove si poteva facilmente trovare lavoro, anche se in condizioni spesso al limite della sopravvivenza. terra di immigrazione La convivenza può originare conflitti Oggi i flussi migratori in Europa e in Italia vedono come protagonisti popoli provenienti sia da altri continenti, in particolare Nord Africa, Asia e America Centro-Meridionale, sia dall’Europa Orientale. A spostarsi sono persone spinte dalle nella propria terra di origine, spesso a causa di guerre e persecuzioni politiche e religiose. difficili condizioni di vita A questo riguardo è importante ricordare che in base agli siglati nel 1951 i profughi o i rifugiati hanno il diritto di essere accolti in Paesi sicuri, in quanto rischierebbero la vita se fossero respinti e costretti a tornare nei loro Paesi d’origine. accordi della Convenzione di Ginevra Inoltre, dal 2014 alla legislazione europea si è aggiunto il (Geo Cittadinanza, pp. 172-173), che disciplina le norme sui , ossia coloro che presentano domanda per ottenere lo status di rifugiato. Quando giungono in Italia o in altri Paesi europei, gli immigrati devono adattarsi a condizioni di vita difficili e accettare i lavori più duri. La in un medesimo territorio di persone appartenenti a popoli (e quindi a culture) diversi è un’occasione di , ma può anche originare e . Regolamento di Dublino richiedenti asilo convivenza arricchimento reciproco incomprensioni conflitti In particolare le minoranze etniche sono spesso oggetto di intolleranza e discriminazione, atteggiamenti che prendono il nome di (dal greco = straniero e = paura). xenofobia xenos fobia >> pagina 171 L’Italia è un Paese multietnico e multiculturale Il Dossier Caritas-Migrantes, il rapporto sull’immigrazione che dal 1991 registra e analizza annualmente il fenomeno migratorio in Italia, ci descrive un Paese ormai e . Nel 2017 questo documento registrava oltre 5 milioni di stranieri residenti, quasi 5,5 milioni contando anche quelli in via di regolarizzazione, un dato pari all’8,3% della popolazione complessiva. multietnico multiculturale La più numerosa sul territorio italiano è quella rumena (oltre 1 100 000 residenti), seguita da quella albanese (circa 440 000) e da quella marocchina (circa 420 000). comunità Numerose anche le comunità cinese e ucraina, rispettivamente con 280 000 e 220 000 persone che vivono in Italia. Fonti autorevoli e imparziali, come la Banca d’Italia, mettono in luce che la presenza dei , soprattutto in settori come l’agricoltura, l’edilizia, l’industria, i servizi familiari, l’assistenza agli anziani, è ormai per il sistema economico e sociale italiano; altri dati mostrano anche come gli immigrati versino alle casse pubbliche più di quanto ricevano come utenti di prestazioni e servizi sociali. lavoratori immigrati indispensabile Sempre più significativo è infine il numero degli immigrati attivi nel e : sono circa 600 000 gli stranieri titolari d’impresa, pari a quasi il 10% del totale di aziende attive in Italia. lavoro autonomo imprenditoriale Dalla metà degli anni ’60 del XX secolo i flussi migratori dall’Italia verso l’estero sono progressivamente diminuiti, ma è iniziata una forte migrazione interna: dal Sud verso il Nord, ma anche dalle zone rurali alle città, dove sorgevano le maggiori industrie (nella foto, lavoratori ai cancelli d’ingresso della FIAT) e c’erano più possibilità d’impiego. 1963, Torino, Piemonte. La numerosa presenza di immigrati nel territorio italiano si manifesta anche con la formazione di alcune comunità concentrate in determinate aree geografiche e attive in particolare in alcuni settori economici, come quella cinese nel settore tessile, a Prato, in Toscana (nella foto un momento del capodanno cinese), o i lavoratori del cuoio, cinesi ma anche serbi, ad Arzignano, in provincia di Vicenza. 2016, Prato, Toscana. GUIDA ALLO STUDIO Geo CONCETTI CHIAVE Dove era diretta l’immigrazione europea di fine Ottocento? 1 Che cosa significa il termine xenofobia? 2 Quanti sono gli stranieri residenti in Italia? 3 Perché gli immigrati in Italia ricoprono un importante ruolo economico e sociale? 4 Geo WORDS / Immigration • / Emigration • / Internal migration • / Xenophobia Immigrazione Emigrazione Migrazione interna Xenofobia