CONOSCO E LOCALIZZO Il settore secondario in Europa L’industria continua ad avere una notevole   in Europa, anche se rispetto al passato occupa molte  . rilevanza economica meno persone In questi ultimi decenni il settore sta però vivendo una fase di profonda   e  , dovendo fronteggiare con flessibilità e mobilità la concorrenza dei cosiddetti Paesi emergenti. crisi trasformazione Tutto questo ha portato a un   e alla diffusione di condizioni di precariato e insicurezza. aumento della disoccupazione   Carta interattiva – Settori produttivi in Europa Geo  ATLANTE Confronta la carta con quella che trovi alle pagine 24-25 dell’Atlante. In quali Stati si trovano le aree più industrializzate? L’EUROPA è ancora fortemente INDUSTRIALizzata Il continente europeo, che come abbiamo visto è stato la culla dell’industria moderna, continua oggi a essere . largamente industrializzato Germania, Regno Unito, Francia e Italia fanno parte del ristretto gruppo dei Paesi più industrializzati del mondo; Belgio e Paesi Bassi contano su una storica tradizione manifatturiera; Spagna e Irlanda hanno conosciuto più recenti sviluppi nel settore secondario. Altre regioni (il Portogallo e la Spagna Sud-Occidentale, l’Italia Meridionale, la Grecia) hanno invece un apparato industriale meno sviluppato. Nonostante queste differenze territoriali, comunque, e sebbene il occupi ormai solo il (contro il 73% degli addetti al terziario), l’Europa può ancora essere definita una regione industriale. settore secondario 22% dei lavoratori  >> pagina 197 L’industria è diffusa e diversificata In Europa il settore secondario è infatti e radicato; è inoltre molto , comprendendo ogni genere di produzione industriale. Sono presenti (l’Europa ha il primato mondiale nell’industria chimica); (quella automobilistica, per esempio, è molto importante); settori di punta dell’ , da cui dipende in buona parte la forza economica europea sul mercato mondiale. diffuso diversificato industrie di base industrie di trasformazione industria avanzata In Europa hanno sede molte , cioè grandi società che svolgono la loro attività in più Paesi, mantenendo in quello di origine solo alcune fasi di produzione (talvolta solo il controllo e l’amministrazione). Nestlé, per esempio, leader mondiale nel settore alimentare, ha la sua base strategica in Svizzera ma conta sedi in molti Paesi del mondo. imprese multinazionali La forza industriale europea non è però data solo da questi giganti dell’economia: fondamentale è il peso economico di una radicata struttura di (meno di 50 dipendenti) e (meno di 250 dipendenti), che “vanno all’estero” solo con le loro . piccole medie imprese esportazioni gli stabilimenti si concentrano nelle regioni industriali Osservando la carta puoi notare alcune importanti caratteristiche dell’industrializzazione europea: per esempio che le industrie sono concentrate in alcune aree o , nelle quali si trovano stabilimenti di vario genere. regioni industriali L’asse industriale occidentale ha il suo fulcro nelle aree che ospitavano un tempo i grandi giacimenti carboniferi, importante materia prima per la produzione industriale: il , il e soprattutto la , in Germania. Oggi le miniere europee sono meno sfruttate, ma in queste aree si trovano ancora i maggiori stabilimenti siderurgici per la produzione di acciaio. Regno Unito Belgio regione della Ruhr Molto industrializzate sono anche la vasta regione intorno al , da Anversa (in Belgio) a Groninga (nei Paesi Bassi), l’agglomerato di , la francese, l’ (in particolare la Pianura Padana). È la parte d’Europa dove, non a caso, si concentrano i maggiori porti, le grandi città, le più importanti vie di comunicazione. Altre aree di insediamento industriale sono la Svezia Meridionale, la Danimarca, Amburgo e la Sassonia (in Germania), la Slesia (in Polonia) e la Boemia (nella Repubblica Ceca). delta del Reno Parigi Lorena Italia Centro-Settentrionale Un terzo asse industriale comprende a est i poli di e (in Russia) e il bacino carbonifero del Donbass, in Ucraina. San Pietroburgo Mosca Complesso industriale a Groninga, nei Paesi Bassi. nell’industria LAVORANO SEMPRE MENO PERSONE Come abbiamo detto, oggi il settore secondario in Europa non coinvolge più la maggior parte della popolazione attiva, né produce la quota maggiore della ricchezza, come accadeva un tempo: in un certo senso, ha passato al settore terziario il “testimone” che aveva ricevuto a sua volta dall’agricoltura. Le capacità produttive via via crescenti, accumulate grazie alla tecnologia e alle macchine (computer compresi), fanno sì che a gestire i processi produttivi bastino ormai . sempre meno persone Non tutta l’industria è però altamente tecnologizzata o addirittura robotizzata: , come quello tessile, quello alimentare e quello dell’edilizia, continuano a impiegare una . alcuni settori manodopera numerosa  >> pagina 198 il settore secondario è in trasformazione Negli anni ’70 del XX secolo l’ europea (siderurgica, metalmeccanica e petrolchimica) è entrata in crisi a causa dell’aumento dei costi di lavorazione e dell’avvento delle materie plastiche, che hanno sostituito in molti campi i materiali tradizionali (per esempio l’acciaio). Si è così verificata, in risposta a quella crisi, una trasformazione dell’attività produttiva in direzione delle , basate cioè su produzioni specializzate o ad alta tecnologia. industria pesante industrie leggere Ma per comprendere la del settore industriale e i è necessario prendere in considerazione anche altri fattori. crisi attuale cambiamenti più recenti La concorrenza è diventata globale In tempi di rapida e libera circolazione di prodotti, ricchezze e lavoro, la   tende a riguardare tutti i settori industriali e a coinvolgere tutti i Paesi. L’Europa, infatti, è in competizione non solo con le economie storicamente più sviluppate, come quelle di Stati Uniti e Giappone, ma anche con i cosiddetti  , che stanno cioè acquisendo un peso sempre maggiore nel quadro mondiale. concorrenza Paesi emergenti La  , per esempio, che ha un peso demografico enorme e straordinaria disponibilità di manodopera, ha conquistato rapidamente grandi fette di mercato in settori industriali come quello tessile o degli accessori di abbigliamento, mentre l’  ha sopravanzato l’industria informatica europea. Cina India In altre parole, chi riesce a produrre merci a prezzi inferiori, cioè i Paesi dove il lavoro e le materie prime costano meno, o di qualità superiore, grazie alla specializzazione, alla ricerca, alla formazione, ha oggi la possibilità di venderle quasi ovunque grazie allo sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni,   di Paesi anche molto lontani e mettendo in difficoltà le industrie che vi operano e che producono a costi maggiori (o con una qualità inferiore). conquistando i mercati Operaia al lavoro in una fabbrica tessile cinese. Le industrie sono mobili e flessibili Le industrie europee, sempre meno legate alla vicinanza di miniere, di fonti di energia, di fiumi e di porti (la materia prima può essere portata anche da lontano), tendono oggi a  . Ad attirarle sono di volta in volta i luoghi di consumo dei rispettivi prodotti, i servizi offerti da una certa regione, la qualità e la disponibilità di manodopera. disperdersi sul territorio Il fondamentale elemento di mobilità, anzi di trasformazione, è però dato dalla   e dalle  , che spingono le imprese a cambiare prodotti e modi di produzione, ma anche a spostare altrove i loro stabilimenti in cerca di condizioni produttive migliori ( ): molte aziende dell’Europa Occidentale, per esempio, hanno aperto fabbriche nei Paesi dell’Europa Orientale dove gli operai sono pagati meno, mentre produttori giapponesi e statunitensi di personal computer hanno aperto sedi nei nuovi distretti tecnologici dell’Irlanda. concorrenza condizioni di mercato delocalizzazione Una tendenza generale è inoltre quella di ridurre le dimensioni degli stabilimenti per accentuarne la  , cioè la capacità di cambiare rapidamente in relazione alle richieste del mercato: imprese più piccole, che impiegano meno lavoratori e che possono essere riorganizzate più velocemente, rispondono e si adeguano meglio alle tendenze di un mercato in continua evoluzione. Così la scala delle imprese va dal gigantesco, cioè dalle grandi compagnie multinazionali che hanno filiali in molti Paesi, ad aziende piccolissime: pochi lavoratori che svolgono incarichi (commesse) per conto di altre imprese. flessibilità Catena di montaggio nello stabilimento di un’azienda automobilistica in Serbia.  >> pagina 199  La crisi del settore secondario ha trasformato profondamente la vita degli europei La trasformazione e la crisi del settore secondario hanno modificato profondamente l’economia dei Paesi europei e la vita di milioni di persone, oltre che le modalità con cui il territorio e gli spazi vengono occupati. Infatti, con il declino delle grandi industrie, nei Paesi avanzati si è assistito non solo a uno spostamento della forza lavoro verso il settore terziario, ma anche a un . aumento della disoccupazione Il mondo del lavoro è cambiato: il posto fisso, che rimaneva lo stesso per anni o addirittura per tutta la vita lavorativa, è sempre più una rarità. Oggi i lavoratori sono spesso costretti ad affrontare condizioni di e e a cambiare lavoro frequentemente, talvolta con periodi di disoccupazione tra un impiego e l’altro; devono inoltre far fronte alla necessità di una formazione e di un aggiornamento continui per e rimanere al passo con le conoscenze che evolvono rapidamente in ogni campo lavorativo (si parla di : “apprendimento per tutta la durata della vita”). precariato insicurezza riqualificarsi lifelong learning Per quanto riguarda l’impatto sul territorio, molte aree industriali, che un tempo erano sede di grandi impianti e stabilimenti, sono state dismesse e risanate, e i vecchi edifici sono stati demoliti o , cioè recuperati per altri usi, dando vita a zone residenziali, commerciali o che offrono servizi. I vecchi stabilimenti talvolta sono diventati anche siti di : architettura e spazi vuoti che testimoniano in modo suggestivo una cultura industriale profondamente diversa da quella di oggi. riconvertiti archeologia industriale GUIDA ALLO STUDIO Geo CONCETTI CHIAVE  Che dimensione hanno le imprese industriali europee? 1  Quali sono le aree più industrializzate del continente? 2  Quali fattori consentono alle imprese di far fronte alla concorrenza mondiale? 3  In che senso si parla di “flessibilità” in riferimento all’industria? 4 Geo WORDS  / Basic industry •   / Heavy industry •   / Processing industry •   / Light industry •   / Advanced industry/industries •   / Multinational company •   / Relocation Industria di base Industria pesante Industria di trasformazione Industria leggera Industria avanzata Impresa multinazionale Delocalizzazione