Geo cittadinanza – DIFENDIAMO L’AMBIENTE Emergenza ambientale L’energia di cui l’Europa ha bisogno per alimentare le attività produttive e soddisfare le esigenze della sua popolazione proviene per il 72% dalla combustione di , e , che bisogna importare per il 54% da Paesi extracomunitari. Si tratta di fonti “ ”, cioè destinate a esaurirsi, e sono tra i principali responsabili dell’inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo. petrolio carbone gas naturale non rinnovabili L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO Gli impianti industriali, il riscaldamento degli ambienti e il trasporto su strada sono tra le principali cause del rilascio nell’atmosfera di enormi quantità di (CO ), il gas che contribuisce in percentuale maggiore all’aumento dell’ e al conseguente riscaldamento globale del pianeta. L’Unione Europea, in particolare, è responsabile di circa il 10% delle emissioni totali mondiali (per vedere in che misura contribuisce ogni Stato: , p. 16). anidride carbonica 2 effetto serra Atlante Si deve in gran parte a fattori antropici anche la presenza nell’aria di un altro inquinante molto dannoso: il , costituito da particelle infinitesimali di polvere e altre sostanze sospese nell’aria, la cui concentrazione supera in molte città il valore limite per la sicurezza della salute umana. particolato fine I gas nocivi inoltre, in particolare gli ossidi di azoto, salendo nella troposfera, cioè lo strato più basso dell’atmosfera dove si formano le precipitazioni atmosferiche, possono generare le . Si tratta di un fenomeno difficilmente controllabile perché il vapore acqueo che contiene gli inquinanti si sposta con le correnti d’aria e può dare luogo a precipitazioni acide anche in zone molto distanti da quelle che producono l’inquinamento. L’acidità delle piogge che ricadono al suolo è dannosa sia per l’ambiente naturale sia per l’uomo: minaccia gli alberi e la fauna di laghi e fiumi e corrode edifici, monumenti e palazzi. piogge acide Il trasporto su strada produce grandi quantità di anidride carbonica. L’INQUINAMENTO DELLE ACQUE L’irrigazione intensiva in agricoltura, insieme ad altre forme di sfruttamento dell’acqua, ha determinato in molte regioni europee un , e , a cui si aggiunge il problema dell’inquinamento delle fonti di acqua dolce causato dagli scarichi agricoli. impoverimento di laghi fiumi falde freatiche Ma anche mari e oceani sono in pericolo. La minaccia più grave è rappresentata dalle migliaia di tonnellate di riversate in mare ogni giorno dalle reti fognarie: un miscuglio composto da fertilizzanti e pesticidi che filtrano dai terreni agricoli, oli e minerali rilasciati dalle industrie, rifiuti solidi domestici, detersivi con fosfati e solventi che provengono dagli scarichi delle abitazioni. I danni all’ambiente acquatico sono preoccupanti: le sostanze scaricate in mare sono all’origine, per esempio, del fenomeno dell’ , una crescita abnorme delle alghe che sconvolge l’equilibrio dell’habitat sottomarino. scorie eutrofizzazione Il , essendo un mare chiuso con un ricambio delle acque molto lento, risente in modo preoccupante dei problemi dell’inquinamento: pur rappresentando appena lo 0,6% della superficie marina mondiale, accumula oltre il 25% dell’inquinamento globale. Mar Mediterraneo Le acque di un fiume inquinate da rifiuti e scarichi. L’INQUINAMENTO DEI SUOLI L’agricoltura intensiva e le attività industriali costituiscono la principale minaccia per i suoli europei perché determinano un accumulo di sostanze tossiche provenienti dall’uso di e dagli . Quando vengono assorbite dal terreno, queste sostanze inquinanti possono arrivare a contaminare le catene alimentari. concimi e pesticidi scarichi delle fabbriche Un altro problema è rappresentato dallo , che in Europa e nel mondo sono in continuo aumento: in particolare, i liquami dispersi nelle discariche spesso contaminano i suoli circostanti e le falde acquifere. I suoli più inquinati sono quelli dell’Europa Nord-Occidentale, cuore industriale del continente, della Pianura Padana e dell’area compresa tra Germania Orientale, Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia. smaltimento dei rifiuti Una discarica di rifiuti. IL “CASO” DELL’ENERGIA NUCLEARE Negli anni ’70 del XX secolo una grave crisi petrolifera, dovuta all’interruzione della fornitura di petrolio da parte dei Paesi produttori del Medio Oriente, spinse i Paesi occidentali a cercare fonti energetiche sostitutive. L’alternativa più conveniente sembrò essere l’ , cioè quella prodotta attraverso reazioni a catena che coinvolgono i nuclei degli atomi. Il nucleare è una fonte energetica , in quanto l’uranio, uno degli elementi chimici usati in questo tipo di reazioni, è reperibile in abbondanza; inoltre è una forma di energia . energia nucleare a basso costo senza emissioni inquinanti Il suo impiego suscita tuttavia dell’ambiente e delle persone: se una reazione a catena dovesse sfuggire al controllo, potrebbe distruggere ogni forma di vita nel raggio di migliaia di chilometri. Nel 1986 l’esplosione di un reattore nella centrale di , in Ucraina, e le drammatiche conseguenze subite dal territorio e dai suoi abitanti resero l’umanità più consapevole dei rischi legati all’uso del nucleare, rafforzando il movimento di opposizione che già da alcuni anni li denunciava. Più recentemente, nel 2011, l’incidente alla centrale nucleare giapponese di ha indotto molti Paesi a ripensare la propria politica energetica; per esempio, la Germania ha messo in atto un programma per abbandonare interamente il nucleare entro il 2022. L’unico Paese europeo dove è attualmente in corso la costruzione di nuovi reattori nucleari è la Francia. preoccupazioni connesse alla sicurezza Chernobyl Fukushima Un altro rischio ecologico legato all’energia nucleare è costituito dalle , cioè gli scarti del processo di produzione dell’energia nucleare, che restano pericolose per molto tempo, fino a centinaia di migliaia di anni, e che occorre in qualche modo eliminare; il problema rimane ancora insoluto. scorie radioattive Centrale nucleare francese vicino a Mantelimar.