Le novità dello stile in sintesi Il è un’opera estremamente innovativa, non solo, come abbiamo visto, per i contenuti, ma anche per la struttura e le soluzioni stilistiche adottate dall’autore. Decameron Dal punto di vista formale, il primo aspetto caratteristico è senza dubbio la scelta di Boccaccio di affidare la narrazione a “ ”, quasi sempre portatori del suo punto di vista. Sono personaggi la cui caratterizzazione è quasi unicamente affidata al loro nome-simbolo e che all’occorrenza consentono all’autore . In altre parole, non identificandosi con nessuno dei narratori in particolare, l’autore può introdurre nel testo una , corrispondenti a quelli dei dieci giovani della brigata; e ciò gli consente un’estrema libertà di sguardo, liberandolo da un eccessivo coinvolgimento psicologico e ideologico. Il ruolo dei dieci narratori narratori intermediari una certa presa di distanza dalla materia trattata molteplicità di punti di vista La struttura stessa del – con un che presenta la situazione narrativa e affida la parola a dieci personaggi, facendone dei – permette all’autore di avere una grande libertà di sguardo. Egli offre dunque al lettore una molteplicità di punti di vista sulla vita e sul mondo. Decameron narratore di primo grado narratori di secondo grado Boccaccio sa sempre delle varie novelle, sui quali è costantemente concentrata l’azione narrativa, senza cedimenti a particolari inutili o sovrabbondanti che distrarrebbero il lettore dallo svolgimento dell’azione stessa. L’efficacia della narrazione delineare molto bene i caratteri dei personaggi Anche l’ : lo sfondo in cui si svolgono le azioni è anzi sempre caratterizzato efficacemente, sebbene spesso con pochi ed essenziali tratti. Insomma, Boccaccio si rivela nel uno e pienamente , della quale non a torto sarà a lungo considerato un maestro imprescindibile. ambiente non è mai trascurato Decameron scrittore molto accorto padrone della tecnica narrativa Illustrazione per il Prologo del , Bookman Special, Londra, 1920. Decameron Per quanto riguarda, infine, le scelte sintattiche e lessicali, Boccaccio si dimostra sempre molto attento nell’ . Ogni personaggio parla la “sua” lingua: a partire dalla base del codificato da Dante, l’autore riesce in ogni novella a caratterizzare, per alcuni particolari aspetti lessicali, la lingua dei personaggi in base alla classe sociale, al livello culturale, al luogo geografico e al momento storico. La lingua e la sintassi adeguare il linguaggio ai personaggi, agli ambienti, alle situazioni e alle epoche volgare fiorentino In tal modo e si intrecciano, da una novella all’altra, : da quello popolaresco a quello aristocratico, da quello commerciale a quello giuridico-notarile, da quello laico a quello ecclesiastico. Anche da questo punto di vista, dunque, il rappresenta un campionario di straordinaria ricchezza, una testimonianza di varietà linguistica davvero preziosa. Per questo possiamo parlare, a proposito del , di e di (diversamente dal di Petrarca, caratterizzato dal monolinguismo e dal monostilismo). variano i registri linguistici Decameron Decameron plurilinguismo pluristilismo Canzoniere La di Boccaccio, però, è stilisticamente : da qui una certa complessità della costruzione dei periodi, che in taluni passi può ostacolare un’immediata comprensione da parte del lettore odierno. La è, dunque, , che presenta ovviamente molti vocaboli per noi arcaici e desueti, ma non è poi così lontana dalla nostra. prosa modellata sui classici latini difficoltà più nella sintassi che nella lingua Con del lessico e dei registri linguistici in cui si può declinare il volgare fiorentino, Boccaccio adegua di volta in volta il linguaggio ai personaggi e alle situazioni che presenta. La costruzione sintattica, con periodi lunghi e molte subordinate, prende a modello la prosa dei classici latini. grande padronanza >> pagina 467 Le interpretazioni Come abbiamo visto, il è un’opera complessa e articolata, a proposito della quale nel secondo Novecento si sono profilate . Tutti sono concordi nel ritenere che essa vada collocata nel momento storico che vede il tramonto della civiltà comunale, la quale è espressa dal testo di Boccaccio nel momento più alto (e insieme più drammatico, per i vorticosi mutamenti in atto) della sua fioritura. Decameron due tesi contrapposte Tuttavia alcuni studiosi hanno accentuato il e quasi rivoluzionario della rappresentazione boccacciana, che segna il passaggio dal mondo medievale degli ideali cavallereschi a quello più moderno e concreto della società mercantile. Per la prima volta nella storia della letteratura ci troviamo di fronte a una , vista nell’ottica propria della classe sociale più audace e dinamica di quel tempo, la borghesia comunale degli affari. Boccaccio moderno… carattere borghese vasta rappresentazione della contemporaneità Sia che si legga il come lo specchio della nuova e dinamica società borghese mercantile in cui vive Boccaccio, sia che lo si legga come il canto del cigno della civiltà medievale, quello che tutti i critici non possono che riconoscere è il forte . Decameron legame dell’autore con il suo tempo Altri invece hanno messo in luce la dimensione sostanzialmente medievale del , all’apice del suo fulgore e già all’inizio del declino, regolata da leggi morali non meno severe di quelle che reggono la , segnata da una pensosa spiritualità che giudica l’agire degli uomini sul filo della tradizione cristiana. … o medievale? Decameron epopea di una civiltà Divina Commedia Per lo studioso Vittore Branca in particolare, in base a una lettura allegorica dell’opera, Boccaccio rappresenterebbe nel una sorta di (la novella di Ciappelletto, T7, p. 486: l’uomo più malvagio che sia mai nato), da cui faticosamente si risalirebbe, di giornata in giornata, fino a una vera e propria (la novella di Griselda, un personaggio equiparabile a una santa se non addirittura alla Madonna). Decameron discesa agli Inferi ▶ ascesa a Dio Tuttavia, a ben guardare, le due tesi (Boccaccio moderno o Boccaccio medievale) non sono di per sé alternative, poiché entrambe riconoscono il , seppure sottolineandone aspetti diversi. forte legame dello scrittore con il suo tempo Infine, secondo un altro studioso, il medievista Franco Cardini (autore di un saggio dal titolo , 2007), il non andrebbe letto alla stregua di una raccolta di novelle indipendenti, come in genere si tende a fare, ma nella sua unità, considerandolo nel suo complesso quale grande romanzo i cui sono non tanto quelli delle novelle, quanto della brigata, piccola comunità di pochi fortunati che sfuggono al contagio e alla devastazione spirituale provocata dalla peste. Il come romanzo Decameron Le cento novelle contro la morte Decameron protagonisti i dieci narratori Tra loro spicca un personaggio centrale, protagonista fra i protagonisti, che adombrerebbe – con la sua personalità decisa, la sua ironia e la sua etica incorrotta – lo stesso autore: , una donna felice e appagata, esperta di vicende amorose. Alla luce di questo quadro d’insieme, ciascuna novella acquisterebbe il suo vero significato grazie alla posizione in cui si trova, e persino al narratore che l’ha scelta: per apprezzare pienamente il capolavoro di Boccaccio bisognerebbe dunque imparare a leggerlo per intero, o almeno a tener sempre presente il contesto di ogni novella, ricordando che ciascun particolare è indispensabile all’insieme. Pampinea