PER APPROFONDIRE Il Settecento Il Grand Tour T ra gli intellettuali settecenteschi europei si af­ ferma un irrefrenabile desiderio di viaggiare per conoscere paesi e culture e ammirare con i propri occhi le bellezze studiate sui libri. La pratica del turismo culturale , già in voga nel Seicento tra i rampolli dell aristocrazia anglosassone, diventa ora una vera e propria moda che coinvolge i giovani let­ terati di tutto il continente. Il viaggio per motivi di studio e di cultura è dap­ prima designato con il termine voyage, poi sostituito dall espressione, anch essa francese, Grand Tour, che indica un grande itinerario in cui il territorio italia­ no, con il suo enorme patrimonio artistico, rappresenta una tappa centrale e insostituibile. Una sontuosa corte di viaggiatori costituisce così la più numerosa e libera accademia itinerante che la civiltà occidentale abbia mai conosciuto, ritrovandosi lungo il percorso di mete obbligate, scandite da eventi immancabili come il Car­ nevale di Venezia o la Settimana Santa a Roma. Roma capitale del Grand Tour Con l affermazione del gusto neoclassico, Roma, ricca sia di rovine pagane sia di reliquie cristiane, diventa la destinazione più importante del viaggio. Il percor­ so prevede in genere il passaggio da Bologna e Firen­ ze o, sul versante Adriatico, da Ancona e Loreto, il cui santuario è uno dei luoghi più battuti per via della devozione mariana. In questi spostamenti, i pericoli non mancano: i banditi sono una minaccia cui presta­ re estrema attenzione. Oltre che da Roma, i viaggiatori restano in genere ammaliati dal fascino incomparabile di Venezia, dalle collezioni artistiche di Firenze e dal sole e dal mare di Napoli. Nella seconda metà del secolo, molti raggiun­ gono anche la Sicilia attraverso la Puglia e la Calabria o, via mare, imbarcandosi a Napoli e approdando a Palermo. Nazionalità e gusti dei viaggiatori Non sempre la nazionalità dei viaggiatori è in relazio­ ne a un preciso itinerario. Sappiamo comunque che i francesi hanno in Roma una meta fissa e preminente; i tedeschi amano il sole del Sud e la sua natura incon­ taminata; gli inglesi condividono entrambe queste predilezioni, ma allo stesso tempo Venezia rimane sempre presente nel loro immaginario. Nel corso del secolo il baricentro del viaggio si va spostando sem­ pre più verso il Mezzogiorno, dove si trovano tracce straordinarie della civiltà classica, da ammirare a Er­ colano, Pompei e Paestum. I generi e i luoghi in sintesi La mappa dei generi Con la crisi del Barocco e l eclissi dell ultimo astro italiano nel firmamento europeo, Giovan Battista Marino, la penisola presenta non solo nel campo della poesia un panorama letterario piuttosto desolato. Tra Sei e Settecento si consuma il declino delle nostre lettere all estero, e le tendenze artistiche generali sembrano appiattirsi in uno sterile e artificioso recupero del buon gusto classicheggiante. All assenza di esperienze significative nell ambito della poesia fa comunque riscontro una maggiore vivacità della trattatistica e del teatro, grazie soprattutto alla figura di Carlo Goldoni. La poesia Nella poesia italiana emergono solo Giuseppe Parini e Vittorio Alfieri. L Arcadia sceglie uno stile elegante ma i contenuti sono superficiali. I poeti sono quasi tutti al servizio dei potenti. 224 Una fase di declino La mancanza di grandi autori se si escludono le personalità, morali oltre che poetiche, di Giuseppe Parini e Vittorio Alfieri è particolarmente evidente nella poesia. L Arcadia propone uno stile nitido ed elegante ma esprime contenuti superficiali, e si configura in ultima analisi come un esperienza legata a una deteriore concezione cortigiana. La dipendenza dal potere costituisce, del resto, uno dei caratteri propri della poesia italiana dell epoca, come risulta dagli esempi di Pietro Metastasio e Vincenzo Monti.