I SAPERI fondamentali la sintesi Giuseppe Parini Asset ID: 184 ( ) let-audlet-giuseppe-parini100.mp3 Audiolettura La vita Maria Giuseppe Gaetano Parino (modificherà il suo cognome in Parini) nasce a Bosisio, in Brianza, presso il lago di Pusiano, nel 1729. Dei suoi numerosi fratelli è uno dei pochi a sopravvivere all’infanzia. A dieci anni è mandato ad abitare a Milano presso una vecchia prozia, che gli lascerà una piccola rendita a condizione che si faccia prete. Parini diventerà sacerdote – non per vocazione, dunque – a venticinque anni, dopo aver frequentato le scuole dei padri barnabiti di Sant’Alessandro. Nel 1752 pubblica una prima raccolta di versi, , componimenti di vario genere che dimostrano una compiuta assimilazione della letteratura classica. Il successo di questa raccolta gli apre le porte dell’Accademia bolognese degli Ipocondriaci e di quella milanese dei Trasformati. Per quindici anni, dal 1754 al 1768, è precettore in case patrizie, prima in quella del duca Serbelloni, poi in quella del conte Imbonati. Nel periodo che trascorre presso quest’ultimo pubblica le prime due parti di un poemetto che pensa di intitolare : (1763) e (1765). Nel 1769 riceve l’incarico di dirigere il settimanale “La Gazzetta di Milano” ed è nominato docente di Belle Lettere presso le Scuole Palatine di Milano, poi trasferite come Regio Ginnasio nel palazzo di Brera insieme all’Accademia di Belle Arti. Parini insegna in entrambe le scuole, venendo a contatto con molti artisti neoclassici, cui suggerisce i soggetti per i cicli pittorici di Palazzo Belgioioso, Palazzo Ducale e del Teatro alla Scala, e pubblicando le sue lezioni nel trattato . Allo scoppio della Rivoluzione francese guarda con favore alle idee di libertà e uguaglianza che vengono da Oltralpe, ma in seguito disapproverà gli eccessi del Terrore giacobino. Nel 1791 è nominato sovrintendente delle scuole di Brera e pubblica la raccolta delle . Muore a Milano nel 1799, nell’anno del ritorno degli austriaci al governo della città dopo la breve parentesi napoleonica. Alcune poesie di Ripano Eupilino Il Giorno Il Mattino Il Mezzogiorno De’ principii fondamentali e generali delle belle lettere applicati alle belle arti Odi Le Odi Scritte a partire dagli anni Cinquanta e pubblicate dapprima singolarmente, in opuscoletti a stampa o in forma manoscritta, le odi di Parini vengono raccolte in due edizioni: nel 1791 e, con aggiunte, nel 1795. Si distinguono tre fasi di composizione: la prima comprende le odi scritte negli anni Cinquanta e Sessanta. Ispirate ai valori illuministi e all’ , esse sviluppano temi quali il progresso della scienza ( ), l’inquinamento dell’aria nelle città ( ), la salvaguardia del lavoro dei campi ( ), la lotta alla miseria e all’ingiustizia ( ), l’importanza dell’educazione ( ). Alla seconda fase appartengono le odi scritte negli anni Settanta, in cui si affermano i valori etici della conoscenza, dell’emancipazione, della dignità della poesia, della missione educatrice e della libertà del poeta ( , , ). La terza fase comprende le odi scritte tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta. In esse prevale l’adesione ai canoni della poetica neoclassica, i toni sono più distaccati, i temi più personali, l’amore e il fascino femminile sono guardati con sottile malinconia e autoironia. Alla poesia è affidato il compito di ricercare ed esprimere la verità, l’armonia, la semplicità della vita e degli affetti. Per il neoclassicismo dello stile, piano, composto ed equilibrato, le di Parini influenzeranno i maggiori poeti del primo Ottocento, come Foscolo e Leopardi. ▶ impegno civile L’innesto del vaiuolo La salubrità dell’aria La vita rustica Il bisogno L’educazione La laurea La recita de’ versi La caduta Odi Il Giorno È un poemetto satirico-didascalico in endecasillabi sciolti, diviso in quattro parti, di cui solo le prime due sono pubblicate durante la vita dell’autore, fra il 1763 e il 1765: e ; le altre due, incompiute, vedono la luce postume nel 1801. È il racconto di una giornata tipo di un « » condotto attraverso le parole di un precettore che, quotidianamente, impartisce al nobile rampollo insegnamenti e istruzioni sul modo più adatto al suo di impiegare il tempo. Tramite la finzione pedagogica affidata al precettore, con un ribaltamento in chiave comico-grottesca del genere didascalico, Parini offre una dettagliata descrizione dell’oziosa esistenza quotidiana di un aristocratico, condannando senza riserve il carattere frivolo delle occupazioni di una classe inutile e parassitaria. Il suo e il suo illuminismo temperato dal cristianesimo si ribellano ai privilegi e all’ingiustizia con le armi dell’ironia, del sarcasmo e, a tratti, dell’indignazione. Il Mattino Il Mezzogiorno ▶ giovin signore status ▶ umanitarismo