Le opere in sintesi Le tragedie La composizione delle (se si considerano solo quelle approvate dall’autore: il primo dramma, , viene infatti da lui ripudiato) inizia nel 1775, anno della sua conversione letteraria, e si conclude nel 1786. Scritte prima in prosa e poi verseggiate in , sono tutte divise in . Un romantico ante litteram 19 tragedie Antonio e Cleopatra endecasillabi sciolti cinque atti Come si comprende dai titoli, i protagonisti di queste opere sono , che portano sulla scena il dramma irrisolvibile di una e il rapporto travagliato con gli altri, alla spasmodica . La scelta dei temi e l’analisi delle forze oscure che caratterizzano l’io eroico dei personaggi propri piena . personaggi storici e mitologici coscienza contrastata ricerca di una libertà concreta e interiore anticipano molti tratti del Preromanticismo e della stagione romantica Dal 1775, anno della sua “conversione letteraria”, Alfieri lavora indefessamente. Dopo  , scrive altre diciannove tragedie. Verseggiate in endecasillabi sciolti e divise in cinque atti, sono tutte   e hanno per protagonisti personaggi storici e mitologici. Antonio e Cleopatra ispirate ai modelli classici Le tragedie del ciclo tebano   A episodi e motivi legati al ciclo mitico tebano (ispirato alle vicende di Edipo, re di Tebe, e dei suoi discendenti) si riferiscono le tragedie (1781) e (1783). I riferimenti al mito Polinice Antigone Al cosiddetto ciclo tebano, cioè alle   e dei suoi discendenti, appartengono   (1781) e   (1783). vicende di Edipo Polinice Antigone Polinice L’azione è incentrata sul dramma dei due fratelli Eteocle e Polinice, che si scontrano per conquistare il trono di Tebe. L’odio che li anima è feroce e non permette altra soluzione che la morte. Le fonti della tragedia sono del poeta latino Stazio e del tragediografo francese Racine. La Tebaide La Tebaide o i fratelli nemici Antigone L’opera riprende la vicenda narrata dal tragediografo greco Sofocle. Antigone, frutto del rapporto incestuoso tra Edipo e la madre Giocasta, pretende a ogni costo di dare sepoltura al fratello Polinice, che il sovrano Creonte, una volta conquistato il potere, vorrebbe lasciare insepolto. Creonte propone poi ad Antigone di prendere in sposo suo figlio Emone, ma l’eroina preferisce la morte, assecondando così un oscuro impulso che la domina da sempre. Le tragedie del ciclo degli Atridi   Le vicende del ciclo degli Atridi (i discendenti di Atreo, re di Micene) ispirano l’ e l’ (entrambe del 1783). Due storie collegate Agamennone Oreste Al cosiddetto ciclo degli Atridi (i  , re di Micene) appartengono   (1783) e   (1783). discendenti di Atreo Agamennone Oreste Agamennone Inizialmente intitolata , la tragedia è ispirata alle opere di Eschilo e di Seneca, che all’eroe greco avevano intitolato ciascuno una tragedia. Clitennestra, moglie di Agamennone, si innamora del figlio di Tieste, Egisto, e si lascia convincere da lui a uccidere il marito, in modo da assicurare all’amato l’ascesa al potere. Egisto non riuscirà però a far uccidere anche il figlio di Agamennone, Oreste (che viene tratto in salvo dalla sorella Elettra), così da eliminare qualsiasi pretendente al trono. La morte di Agamennone Oreste È una sorta di continuazione dell’ . Il protagonista intende vendicarsi dell’omicidio del padre uccidendo il nuovo compagno della madre. Sconvolto da ira e furore,  Agamennone Oreste uccide Egisto e, involontariamente, anche la madre, rimanendo eternamente sconvolto dall’orrore del suo gesto matricida.  >> pagina 435  Le tragedie di argomento romano   Alla storia romana fanno riferimento l’ (1783), il e il (entrambe del 1789). L’insegnamento degli autori latini Ottavia Bruto primo Bruto secondo Tragedie di   sono   (1783),   (1789) e   (1789). argomento romano Ottavia Bruto primo Bruto secondo Ottavia La tragedia nasce dalla lettura dell’opera dello storico latino Tacito e dell’omonima tragedia di autore ignoto (ma a lungo attribuita a Seneca). Agrippina, madre di Nerone e poi sposa dell’imperatore Claudio, fa di tutto per far ottenere al figlio la successione al trono. Per raggiungere il suo obiettivo, convince anche Claudio a dare in sposa la figlia Ottavia a Nerone. Costui, però, finirà per preferirle Poppea, ripudiando Ottavia con l’accusa di averlo tradito: accusa che quest’ultima, innocente, non sopporterà, e che la spingerà a darsi la morte. Bruto primo Protagonista di quest’altra tragedia storica è Lucio Giunio Bruto, a cui Tarquinio il Superbo, l’ultimo re di Roma, ha assassinato il padre e il fratello. L’ulteriore offesa compiuta dal figlio del re, Sesto Tarquinio, nei confronti della matrona Lucrezia (moglie di Collatino) suscita lo sdegno e l’ira di Bruto, che aizza il popolo romano contro il tiranno, decretando la fine della monarchia e l’inizio della repubblica. Bruto secondo Fonte principale di questa tragedia sono le di Plutarco, e l’episodio al centro della storia è l’assassinio di Giulio Cesare. Bruto è tra i congiurati che considerano Cesare una minaccia per le istituzioni repubblicane, a causa dell’eccessivo potere che ha accumulato nelle sue mani. L’animo di Bruto è sconvolto quando Cesare gli confida di essere suo padre; ciononostante decide di restare insieme agli altri congiurati e di compiere il parricidio, il gesto estremo che conclude la tragedia. Vite parallele Le «tragedie della libertà»   Alfieri definisce «tragedie della libertà» le opere (1781), (1783) e (1788), in cui domina l’ . Politica e sentimenti Virginia Timoleo­ne La congiura de’ Pazzi argomento politico Le tragedie definite dall’autore «della libertà» trattano : (1781), (1783), (1788). argomenti politici Virginia Timoleone La congiura de’ Pazzi Virginia Il decemviro Appio Claudio si invaghisce della protagonista, Virginia, sposa promessa al tribuno Icilio, e trama inganni per averla. Nonostante la generale indignazione, Appio rie­sce a tiranneggiare Virginia, finché il padre, improvvisamente, la uccide, preferendo vederla morta che in preda ai desideri di un uomo autoritario e violento. Timoleone A differenza di quanto avviene nelle altre tragedie alfieriane, qui non si contrappongono un eroe positivo e uno negativo. Timoleone partecipa a una congiura contro il fratello Timofane, tiranno di Corinto, per restituire la libertà alla città. Ma quando quest’ultimo, essendo stato colpito da un congiurato, sta per morire, perdona Timoleone in nome dell’affetto fraterno.  >> pagina 436  La congiura de’ Pazzi Alfieri trae spunto dalle di Machiavelli, dove si racconta della congiura che la famiglia di banchieri dei Pazzi ordì contro i Medici, con l’intento di porre fine al loro dominio su Firenze. La congiura fallisce e Raimondo, il suo principale artefice, si uccide per non finire nelle mani di Lorenzo il Magnifico. Istorie fiorentine I capolavori   Nelle due tragedie più importanti, il e la , Alfieri riversa la sua più intima vocazione a descrivere le drammatiche conseguenze di un . Eroi innocenti e responsabili al tempo stesso, Saul e Mirra pagano fino in fondo il prezzo di sentimenti e desideri impossibili, destinati a farli precipitare nella rovina. Saul Mirra io diviso tra il desiderio d’amore e la pulsione di morte, tra la passione e il senso di colpa Saul ▶ T1 Il primo dei due capolavori alfieriani viene scritto nel 1782. Il non è tratto dalla storia o dal mito classico, ma dalla , anche se l’autore ne fa un dramma psicologico anziché religioso. L’alienazione di un re soggetto Bibbia Il protagonista è l’anziano re di Israele, , che deve fronteggiare una crescente perdita di consenso e di fiducia da parte del popolo e dei suoi stessi familiari. Il profeta , dopo che il re ha risparmiato un nemico sconfitto, reputa Saul ribelle al volere divino e consacra nuovo re il più giovane . Costui è una figura estremamente carismatica, in cui Saul vede il contraltare della propria decadenza e della propria progressiva mancanza di forze. Nonostante David sia leale e fedele al sovrano, questi si sente minacciato dal giovane e perciò lo bandisce dal regno, accusandolo di tradimento. Saul Samuele David Saul cade preda di una e di una che provengono dal suo stesso animo e che niente e nessuno possono più placare: è tormentato da visioni e sogna congiure contro la sua persona, e così, dopo aver riammesso in patria David, lo caccia una seconda volta. Alienatosi il favore di tutti – anche dell’amata figlia , sposa di David – e ormai solo, Saul sfrutta l’ultimo barlume di lucidità per togliersi la vita, reputando questa l’unica soluzione praticabile per conservare la dignità di padre e di re. paura follia Micol  è uno dei due capolavori di Alfieri. Scritto nel 1782, ha per protagonista un  , Saul, il vecchio   che non accetta di essere soppiantato da David, sposo della figlia Micol, sostenuto dal profeta Samuele in nome del popolo ebraico. Da David, che pure è leale e a lui fedele, si sente  , per questo lo accusa di tradimento e lo caccia. Rendendosi conto di essersi inimicato il popolo e la figlia per la sua ossessione,   al fine di recuperare dignità e onore. Saul personaggio biblico re di Israele minacciato si uccide L’opera si allontana dal consueto schema delle tragedie alfieriane, in cui si contrappongono tiranni e vittime. è una figura eccezionale, perché incarna entrambi i ruoli: è , essendo incapace di accettare i propri limiti e di rispettare i dettami della natura e di Dio. Il dubbio che lacera Saul vittima e tiranno di sé stesso La tragedia è povera di azione e si focalizza sull’analisi delle oscillazioni dell’animo del protagonista, la cui interiorità occupa il centro della scena. Saul è un eroe moderno, che anticipa, grazie alla che Alfieri ha saputo donargli, la , lacerati da contraddizioni, desideri inappagabili e paure ancestrali. profondità psicologica complessità degli eroi romantici Mirra ▶ T2 Composta nel 1784, trae origine dall’omonimo raccontato da Ovidio nelle . Nella versione del poeta latino, però, la protagonista è eloquente e risoluta nell’affrontare il suo terribile dramma: ardentemente , percepisce l’orrore del proprio sentimento incestuoso, che cerca con forza di allontanare. In Alfieri, a parte l’amore per il padre Ciniro, quasi tutto è diverso rispetto alla fonte classica: l’eloquenza di Mirra è sostituita da un muro di e di che non le permette di confidare a nessuno i propri sentimenti. Il suo travaglio interiore  Storia di un’ossessione Mirra mito Metamorfosi innamorata del padre silenzio reticenza esplode però drammaticamente proprio nel giorno del suo matrimonio con Pereo, l’uomo che intende sposare nella speranza di scongiurare l’ossessione incestuosa. Quando il padre viene a conoscenza dell’amore di cui egli stesso è oggetto, Mirra si scaglia contro la spada del genitore, preferendo la morte alla vergogna per il sentimento tanto riprovevole da cui non è mai riuscita a liberarsi.  è il secondo capolavoro di Alfieri. Scritto nel 1784, riprende un mito dalle   di Ovidio. La protagonista Mirra è vittima di una   per il padre, dalla quale si libera togliendosi la vita. Mirra Metamorfosi passione incestuosa  >> pagina 437  Il della protagonista è completamente : l’ è , perché tutto accade nella mente di Mirra, sempre più sconvolta da una passione impura. A scontrarsi non sono personaggi in carne e ossa, ma le violente pulsioni che si danno battaglia nel suo animo, vissute in una solitudine tragica e amplificate dalla consapevolezza dell’infamia di quell’amore. Una tragedia della psiche dramma interiorizzato azione scarna ed essenziale Alfieri spinge fino all’estremo il tentativo di Mirra di nascondere l’imperdonabile segreto, facendola poi precipitare nel delirio e nel , vissuto come una . Proprio per questo la donna suscita una paradossale pietà: la sua giovinezza, la passione di cui è vittima e il tentativo di soffocare i fantasmi della sua coscienza alterata la rendono innocente agli occhi del lettore, martire involontaria di un sentimento che sconvolge l’ordine naturale e morale della vita. suicidio catastrofe liberatoria I trattati politici, l’autobiografia e le Rime Alfieri è anche autore di due originali trattati politici, che confermano l’importanza delle sue meditazioni su temi tipicamente illuministici come la libertà e la tirannide; di un’autobiografia comunemente indicata con il titolo sintetico di ; di un cospicuo numero di componimenti poetici, raccolti sotto il titolo di . Vita Rime   Testi plus: ( ) Tacito orror di solitaria selva Rime Della tirannide ▶ T3 Il trattato, composto di 2 libri, viene scritto nel 1777, anche se l’autore lo dà alle stampe soltanto tre anni dopo. Il presenta, in uno stile secco e teso, un’ , definita come quel particolare tipo di governo in cui «chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d’impunità». In nome della libertà primo libro analisi della tirannide Nel si descrive la : chi da tempo è sottoposto a un simile regime non si accorge della violenza che subisce; solo gli uomini più virtuosi potranno dunque rinfocolare l’amore per la libertà. In questo senso, Alfieri giudica la tirannide moderna ancor più pericolosa di quella antica, perché si maschera spesso dietro un potere apparentemente illuminato, gettando così le basi per durare molto a lungo. Una soluzione potrebbe essere il , che però l’autore non giudica un mezzo utile a instaurare la repubblica, poiché in tal modo spesso a un regime tirannico ne succede un altro. secondo libro vita sotto la tirannide tirannicidio Nei trattati politici la   di Alfieri contro ogni forma di autoritarismo e di potere coercitivo si esprime con argomenti illuministici. La   è oggetto del trattato in due libri  , pubblicato nel 1780. All’arbitrarietà, alla violenza e all’impunità dei regimi tirannici l’autore si oppone con la forza del suo amore per la libertà. ribellione condanna della tirannide Della tirannide Del principe e delle lettere Diviso in 3 libri, il trattato viene cominciato nel 1778 e ultimato solo molti anni dopo, nel 1786. Tema centrale è il complesso : Alfieri sostiene la necessità della completa , poiché solo a tale condizione egli può ricercare la verità e sostenere liberamente le proprie idee. Ancor più di pittori, scultori, architetti e scienziati, i letterati devono restare lontani dai prìncipi, che, tentando di blandirli e mostrando di proteggerli, in realtà li corrompono per ottenerne la sottomissione. Nel trattato si delinea pertanto una , che dovrà essere libero dal bisogno economico e spinto verso la gloria dall’insopprimibile impulso morale a esprimere la verità. Lo scrittore di fronte al potere rapporto tra cultura e potere indipendenza dell’artista dalle istituzioni politiche concezione aristocratica del letterato Nel trattato in tre libri del 1786   l’autore sostiene l’  dalla politica perché solo con la completa libertà dai condizionamenti può essere detta la verità. Del principe e delle lettere indipendenza della cultura e dei letterati  >> pagina 438  Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso stesso   Testi plus: La fuga da Parigi   Analisi del testo interattiva:  Alla scoperta di Parigi Scritta di getto nel 1790, a Parigi, e ultimata nell’anno della sua morte, l’autobiografia di Alfieri è suddivisa in quattro epoche e narra i momenti cruciali della vita del poeta.La è suddivisa in , corrispondenti alle prime quattro delle cinque età che, secondo Alfieri, costituiscono la vita dell’essere umano: , , , ; la , annunciata nell’introduzione, non comparirà nella stesura finale. La contiene invece la . Un’esistenza da consegnare ai posteri Parte prima quattro “epoche” Puerizia Adolescenza Giovinezza Virilità Vecchiaia Parte seconda Continuazione della quarta epoca Mentre l’ dell’autore è costellata di spinte inconsapevoli verso la e la , l’ è descritta come l’epoca in cui egli si sente più funestato dalle , che lo portano a smarrirsi nella vita mondana, nell’ozio e nell’incostanza. Parallelamente lo scrittore riferisce della formazione culturale scadente e superficiale che ha ricevuto da educatori mediocri. Nel narrare il periodo della Alfieri si sofferma sul racconto degli anni di « », durante i quali ha percorso in lungo e in largo l’Europa, incontrando artisti che lo hanno incoraggiato a dare forma al suo amore per le lettere. infanzia ribellione solitudine adolescenza passioni giovinezza viaggi e dissolutezze Infine, nella quarta e ultima epoca, quella della , l’autore si concentra sul- l’ : in questa fase si è infatti impegnato a studiare i classici e a “spiemontizzare” la sua lingua. Negli ultimi anni di vita il narratore riprende il racconto di quest’ultima parte, descrivendosi come uno spirito sempre più solitario e animato da sentimenti reazionari. virilità esperienza artistica Iniziata nel 1790, rielaborata poi fino alla morte, la è il capolavoro in prosa di Alfieri e una delle più significative opere narrative del Settecento europeo. L’opera è divisa in quattro epoche: , , , . All’interno di ogni epoca l’autore ha scelto di raccontare quegli episodi e aneddoti emblematici che prefigurassero e via via illuminassero la sua personalità di  , predestinato ad approdare alla   e a farne la più importante  . Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso stesso Infanzia Adolescenza Giovinezza Virilità uomo passionale e indomito letteratura ragione di vita Rime ▶ T4 Si tratta di una raccolta, pubblicata per la prima volta nel 1789, di 351 poesie suddivise per genere metrico. Il nucleo principale è costituito dai , e il soggetto prevalente è l’ : l’autore presenta sé stesso come un’individualità estrema ed eroica, capace di un forte e nobile sentire. Altro tema ricorrente è l’ , declinato secondo la lezione petrarchesca, rielaborata però con uno stile meno delicato e omogeneo, e anzi spesso aspro. Sonetti come specchi sonetti autoritratto amore La , intesa come e dei suoi sentimenti, accompagna Alfieri per tutta la vita, conferendo alla raccolta la natura di un nel quale vengono registrate le oscillazioni del suo animo. scrittura lirica analisi dell’io diario in versi La raccolta delle   comprende 351 componimenti, in particolare sonetti, il cui soggetto prevalente è l’autoritratto. Con acuta  , l’autore analizza il proprio io e parla dell’amore in una sorta di diario in versi. Rime introspezione psicologica Le altre opere Meno significativa risulta la restante produzione dell’autore: oltre al giovanile intitolato , un cospicuo , una serie di (in francese e in italiano) di vario genere – personali, psicologici, di costume – che vanno sotto il titolo di , e in terza rima, che prendono di mira, tra le altre cose, la filosofia illuministica. testo satirico Abbozzo del giudizio universale epistolario appunti Giornali 6 commedie 17 Satire Il Misogallo Una testimonianza dell’ è fornita dal (letteralmente “Colui che odia i francesi”), del 1799, una caricaturale (principalmente sonetti ed epigrammi), con cui l’autore si scaglia contro la degenerazione della Rivoluzione, tramutatasi a suo giudizio in un «mostruoso governo» giacobino nelle mani di demagoghi capaci di manovrare le folle e inclini a coprire sotto le dichiarazioni libertarie una tirannia assai più feroce di quella che era stata abbattuta. Contro i francesi ostilità di Alfieri verso la Rivoluzione francese Misogallo invettiva in prosa e versi Oltre ad altri testi minori, Alfieri scrive nel 1799 , invettiva in prosa e in versi che l’avrebbero fatta degenerare in tirannide. Il Misogallo contro gli eccessi della Rivoluzione francese  >> pagina 439  La vita   Le opere Nasce ad Asti • 1749   Entra nell’Accademia Reale di Torino •  1758   Viaggia ininterrottamente in Italia e in Europa • 1767-1772   Matura la propria conversione letteraria • 1775   Antonio e Cleopatra   1777 Della tirannide Cede il patrimonio alla sorella in cambio diuna rendita vitalizia • 1778 (ideazione) Del principe e delle lettere   1781 Polinice Virginia   1782 Saul   1783 Antigone Agamennone Oreste Ottavia Timoleone   1784 Mirra   1786 (conclusione) Del principe e delle lettere Si stabilisce a Parigi con Luisa Stolberg d’Albany • 1787     1788 La congiura de’ Pazzi Saluta con entusiasmo lo scoppio della Rivoluzione francese, prima di prenderne ledistanze • 1789 Bruto primo Bruto secondo Rime     1790 (prima stesura) Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso stesso Minacciato dalla Rivoluzione in quanto nobile, abbandona Parigi e si stabilisce a Firenze • 1792     1799 Il Misogallo Muore a Firenze • 1803   François-Xavier Fabre, , 1796. Asti, Museo Alfieriano. Vittorio Alfieri con la contessa Luisa Stolberg d’Albany